La nostra economia si sta impoverendo ogni giorno di più. Ma chi vive a Vasto, purtroppo, considera i problemi locali in modo superficiale, in quanto i guai di "casa nostra" (perché poco sentiti o perché soppiantati da altre pressanti preoccupazioni) ci lasciano indifferenti.
Il dramma quotidiano, però, esiste in questa zona dal panorama stupendo
ed incomparabile, dove c’è una economia che ogni giorno perde posti di lavoro e dove i guai grossi e piccoli vengono affrontati e risolti semplicemente guardando una carta geografica.
Il dramma di Vasto e del suo retroterra consiste nella mancanza di strade e di infrastrutture adeguate; nella distanza dai grossi centri di traffico e di produzione; nell'abbandono e nell'indifferenza verso questa terra che è venuta sempre più impoverendosi per mancanza di braccia; nella carenza di iniziative per sfruttare le straordinarie bellezze dei luoghi turisticamente come i più celebrati di questo versante adriatico.
Di chi la colpa? In gran parte della classe dirigente, sollecita solamente a carezzare i cittadini, con immaginarie promesse, solo nel momento delle elezioni.
Ma non solo. In parte, la colpa è anche degli imprenditori locali che devono fare un salto di qualità e, perché no, anche dei tantissimi Vastesi nel mondo, in Italia e all’estero, che dovrebbero o potrebbero far sentire la loro voce per migliorare la situazione. Sono loro che rappresentano la parte più viva ed attiva della nostra città!
Come si spiega che a Vasto vi sia una stasi nel settore delle attività, accompagnata da una disoccupazione permanente, considerando che si è in un centro di oltre 40mila anime, dichiarata località turistica, ricca di tradizioni e di storia, di bellezze naturali, di traffici, commerci e di industrie di importanza europea?
A mantenere desta questa inattività, indubbiamente, non bastano le belle giornate di sole della stagione balneare, i villeggianti ed i turisti, per poter dare incremento alla zona.
In tutto il vastese da anni si dicono sempre le stesse cose, si scrivono pagine sugli stessi problemi che si somigliano un po’ tutti e per tutti i centri del Circondario.
Problemi che giacciono insoluti e da anni, a cominciare dalla sistemazione delle strade interne, alla valorizzazione della spiaggia di Marina di Vasto e della marineria locale,al restauro dei monumenti e dei tesori d'arte, alla sempre auspicata attività di opere di risanamento del centro storico.
Gli abitanti più solerti e ben pensanti, quelli che si preoccupano dell'avvenire dei loro figli, quelli che non si limitano ad accontentarsi dell'euforia dell'estate, vorrebbero che la città di Vasto acquistasse l'antico splendore di importante centro commerciale e turistico.
Prendono come esempio il problema della stazione ferroviaria, con importanti treni che non si fermano; la variante alla statale 16; la sistemazione definitiva della rete idrica, delle fognature, strade; la valorizzazione dei prodotti locali; una organizzazione industriale e non artigiana delle risorse economiche locali.
E non hanno tutti i torti se cercano di dimostrare, cifre alla mano, che sono cose che si potrebbero fare anche presto e bene, per alleviare la disoccupazione e per incrementare l’industria e il turismo.
Il Governo pensa agli incentivi, ma solo l'iniziativa privata può restituire a Vasto ed al suo territorio la razionale forma della sua economia e del suo benessere.
Il problema è serio e va affrontato con urgenza, sulla base e sulle possibilità che offre la nostra economia, industriale e agricola, e quella turistica in particolare, che è ancora l'elemento essenziale su cui poggia l'attività futura di Vasto. Giuseppe Catania
1 commento:
Condivido pienamente l’articolo. Sono anni che, come molti vastesi, su questo blog ripeto che “ l’economia locale ogni giorno perde posti di lavoro” che siamo andando verso la desertificazione: Non ci deve ingannare l’incremento della popolazione che deriva dallo spopolamento dei paesi del circondario. Delle centinaia di ragazzi che le nostre scuole sformano quanti resteranno a Vasto?
Continuiamo a ripeterci che la nostra è “una dichiarata località turistica, ricca di tradizioni e di storia, di bellezze naturali, di traffici, commerci e d’industrie d’importanza europea (?)” ma ci siamo confrontati con la concorrenza? Dobbiamo prendere atto che non siamo l’unica città che vanta questi requisiti. Allora occorre domandarci cosa dobbiamo fare per vincere la concorrenza?
“L’antico splendore di centro turistico “ lo dobbiamo riconquistare con fatti tangibili, non possiamo permetterci ”l’attuale gruviera della rete idrica, delle fognature insufficienti, strade sgarrupate e altro”. Ci vantiamo della Bandiera Blu ma la spiaggia tradizionale dove vanno i turisti non ha avuto questo riconoscimento. Non possiamo andare avanti con dilettanti allo sbaraglio che propongono azioni slegare fra loro che sono solo fumo e sperpero dei soldi pubblici. Abbiamo bisogno di un piano organico che parte da una proposta valida per il turismo con interventi a 360 gradi. Bisogna partire con l’individuazione del mercato di riferimento cui ci vogliamo rivolgere, questo attraverso un’analisi del mercato e delle nostre potenzialità e non andare a occhio. Costruire un’offerta adeguata, che va oltre luglio e agosto, tenendo presente che i turisti che vogliono venire dalle grandi città per raggiungerci deve fare minimo 300 Km. E non si possono fare un viaggio di ore per un “brodetto”. Ripeto, una nostra ricchezza sono gli orti, abbiamo chiuso per svariati mesi il mercato di S. Chiara per ristrutturarlo, non era l’occasione per farlo un qualcosa di attraente, un’operazione di merchandising che valorizzasse i prodotti “made in Vasto”?
Abbiamo bisogno di manager autorevoli che hanno esperienza di pianificazione e conduzione di progetti multi funzionali, questi non si inventano riciclando chi ha vissuto e sta vivendo altre esperienze.
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