Continuano quotidianamente a fiorire comunicati contro le
biomasse che però si limitano alla denuncia e non alla soluzione del problema. Noi
abbiamo detto e ripetuto che fin quando quell’area rimane “zona industriale”, è destinata all’insediamento
delle “industrie”, nel rispetto ovviamente di tutte le leggi in materia. Il problema si risolve cambiando la
destinazione d’uso di Punta Penna e creando una “nuova zona industriale”, in
cui si possono insediare le nuove iniziative e trasferire pian piano le vecchie.
Nell’ultimo comunicato di ieri, IVO MENNA, dopo
a seguire, gli interventi di ARCI-WWF e arch. FP D'Adamo
avere
espresso forti critiche riguardo alle biomasse, anche lui si concentra sulla soluzione
operativa del problema. Tra l’altro dice:
“insisto nel dichiarare pubblicamente
(cosa che ho già fatto in altre occasioni esprimendo la mia assoluta
contrarietà ai nuovi impianti ) che la questione biomasse e le nuove
riconversioni non si potranno fermare con il solo consiglio comunale; che delibere e mozioni firmate dai consiglieri
comunali nulla potrebbero se i rappresentanti politici regionali e i
consiglieri provinciali con alla testa il presidente provinciale Di
Giuseppantonio, espressi dal nostro territorio, non vengono direttamente coinvolti in questa che risulta
la più grande battaglia di civiltà dichiarando la loro contrarietà. Tagliente,
Prospero, Menna, Argirò, Palomba hanno la possibilità di modificare le
leggi alla Regione. Il Presidente della
Provincia Di Giuseppantonio, a cui compete la parola sul cambiamento di
destinazione d’uso di quell’area dica come la pensa; il Senatore Legnini che
tanto si è prodigato per il Parco della Costa Teatina e l’on.Tenaglia di Ortona
si facciano avanti e prendano posizione. Il senatore Mascitelli dell’Italia dei
Valori insieme al suo capogruppo Costantini alla Regione Abruzzo che a parole
dichiarano la contrarieta’ alle biomasse non si trincerino dietro l’alibi di
lasciare autonomia al partito di Vasto e si esprimano chiaramente! Sono costoro
gli eletti del popolo e costoro devono dichiararsi !”a seguire, gli interventi di ARCI-WWF e arch. FP D'Adamo
L'ARCI e WWF invece in data odierna continuano a rivolgersi al Sindaco per risolvere il problema, anche se più volte Lapenna ha detto che la competenza per il rilascio delle autorizzazioni non è del Comune, ma della Regione.
Il sindaco non può negare un'autorizzazione su presunte emissioni inquinanti, la competenza di valutazione preventiva è dell'ARTA. Potrebbe intervenire a valle, quale autorità sanitaria, quando l'industria inquina. Quindi lo ripetiamo il problema si risolve alla Regione modificando la destinazione d'uso di quell'area e creando una nuova zona industriale.
L'arch.Francescopaolo D'Adamo invece dice che non bisogna intervenire in ritardo: "La politica di fronte alle regole scritte non può nulla. Ma la politica può e deve cambiare le regole se non sono confacenti al fine che vuole raggiungere (ammesso che conosca questo fine) tuttavia deve farlo in tempo utile, non durante o addirittura dopo che le “azioni” sono state avviate o peggio che sono state approvate".
1 commento:
Sono curioso di sapere come vengono fuori certe definizioni; ad esempio prendiamo questa del bravo Ivo: ambientalista storico.
Quello storico attaccato dopo ambientalista mi disorienta.
Ambientalista si capisce cosa significhi, ma se ci aggiungi "storico" cosa diventa?
Uno che studia l'evoluzione storica del pensiero ambientalista?
Uno che studia l'evoluzione (o il degrado, fate voi) dell'ambiente nella storia dell'umanità?
Uno che è passato alla storia per aver creato movimenti ambientalisti di respiro mondiale?
O più semplicemente uno che è ambientalista da sempre? E che c'entra in questo caso lo storico? Non potrebbe bastare "ambientalista da sempre"? Oppure "convinto ambientalista"?
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