lunedì 14 gennaio 2019

I Rossetti e... Frankenstein

di Alessandro Cianci

E’ da poco trascorso il bicentenario della pubblicazione del “Frankenstein - ovvero il moderno Prometeo”, celebre romanzo gotico, pubblicato per la prima volta nel 1818 dalla giovanissima Mary Shelley.

Ma cosa accomuna questo testo, o meglio, la sua autrice, con la famiglia Rossetti?
Di seguito sono riportati alcuni aneddoti, tutti documentati e più o meno noti, che mostrano l’inaspettato legame tra questi intellettuali della Londra dell’800.

Le rispettive vicende si intrecciano già dalla genesi del libro. Mary inizia la stesura del Frankenstein nell’estate del 1816, durante un soggiorno a Ginevra in compagnia della sorellastra Clair Clairmont, del futuro marito, il poeta Percy Bysshe Shelley, di Lord Byron e del suo medico personale, il dottor John William Polidori. Il cognome tradisce le origini italiane di Polidori, figlio di Gaetano, esule italiano a Londra che era stato segretario del patriota Vittorio Alfieri. Coincidenza volle che Gaetano Polidori e Gabriele Rossetti si conoscessero e quest’ultimo ne sposò addirittura la figlia, Frances Lavinia. Gabriele Rossetti sarebbe stato, dunque, il cognato di J.W. Polidori se questi non fosse morto suicida qualche anno prima, anche a seguito degli eventi accaduti durante quel viaggio a Ginevra.

Mary strinse una tenera amicizia con J.W. Polidori, trascorrendo insieme a lui le giornate di quella fredda e cupa estate, tra letture in italiano e gite in barca[1]. Fu durante una di quelle notti passate tra vari eccessi che, nella mente di Mary,s’affacciò un incubo che le ispirò il Frankenstein, mentre J.W. Polidori era intento ad appuntare ogni eventosul suo diario di viaggio, di cui diremo tra breve.

In questo intreccio di storie è ancora più sorprendente scoprire l’esistenza di due lettere, scritte personalmente da Mary Shelley a Gabriele Rossetti nel 1835[2].
Nelle missive Mary, che all’epoca stava curando una biografia di Vittorio Alfieri, chiede a Rossetti di poter incontrare suo suocero, Gaetano Polidori, per ottenere informazioni sulla vita dell’Alfieri ai tempi in cui ne era segretario.
Mary si rivolge a Gabriele Rossetti in un italiano da lei definito “barbarico”, ma in realtà di ottimo livello, con rispetto, stima e con tono reverenziale: “Spero che lei goda una buona salute - e quella prosperità che merita i talenti ed egregiipregii suoi. Ammiratrice e serva sua M.W. Shelley”.

Non sappiamo se Mary Shelley abbia mai effettivamente incontrato Gabriele Rossetti,ma di certo tra i due si crearonodei contatti che coinvolsero, successivamente, anche le rispettive famiglie.

A rinnovare i legami tra i Rossetti e gli Shelley fu, anni dopo le citate lettere, William Michael Rossetti, figlio di Gabriele, quando decise di recuperare e dare alle stampe il famoso diario dello zio J. W. Polidori.
Il diario, custodito dalla famiglia dei nonni materni - i Polidori - era stato tenuto segreto perché considerato scabroso. Nel diario di Polidori edito da Rossetti, si narra proprio del soggiorno a Ginevra con Mary e gli altri e della nascita stessa del Frankenstein[3].

Le vicende tra le due famiglie si intrecciano nuovamente nel 1885, quando viene proposta a William M. Rossetti la pubblicazione di alcune opere di Percy B. Shelley.
A questo scopo, William incontrò il figlio di Mary, Percy Florence[4].Qualche anno prima la stessa Clair Clairmont, sorellastra di Mary, anche leipresente nel celebre viaggio a Ginevra e giovane amante di Lord Byron, racconta di aver ricevuto una visita da William M. Rossetti, il quale era interessato all’acquisto di alcune sue lettere scritte a Percy B.[5]
Ad arricchire l’intreccio, aggiungiamo che la moglie di William M. Rossetti, Lucy MadoxBrown, anch’essa pittrice ed intellettuale, fu autrice di una importante biografia di Mary Shelley[6].

I Rossetti e gli Shelley, per certo, frequentarono anche amici comuni:
Tra questi,Edward John Trelawny, amico caro degli Shelley, tanto da organizzare personalmente la cremazione del corpo di Percy B., scomparso in circostanze misteriose e rinvenuto senza vita sulla spiaggia di Viareggio.
Trelawny strinse una assidua frequentazione con William Rossetti, di cui era anche vicino di casa, collaborando con lui alla biografia dell’amico poeta, tragicamente scomparso.  Ed al citato rito funerario, che tanto scalpore suscitò nella popolazione locale, partecipò anche il Barone Seymour Kirkup, stretto amico di Gabriele Rossetti, con il quale l’esule abruzzese ha intrattenuto intensi rapporti intellettuali dovuti al reciproco interesse per la figura di Dante Alighieri[7].

Gabriele Rossetti e Mary Shelley avevano caratteri molto differenti, l’uno riservato e poco incline alla mondanità, l’altra dalla vita tormentata e ricca di scandali ed eccessi.
Tanto diversi ma entrambiconsacrarono le loro esistenze alle arti e alla letteratura, romantici animati da incredibile passione civile e sociale.
I Rossetti e gli Shelley, protagonistidella scena intellettuale che ha attraversato la Londra di Charles Dickens e della Regina Vittoria.
Vicende così lontane, così vicine.

Note



[1]Sampon Fiona “La ragazza che scrisse il Frankenstein – Vita di Mary Shelley”, Traduzione di Eleonora Gallitelli – ed. UTET – 2018 p. 156

[2]Vincent, E.R.P. “Twoletters from Mary Shelley to Gabriele Rossetti”. The Modern Language Review, vol. 27, n.4, 1932, pp. 459 - 461 - JSTOR.

[3] Rossetti W. “The Diary of Dr. John William Polidori -1816 - Relating to Byron, Shelley etc.”Edit and Elucidated by William Michael Rossetti – ElkinMathewsLondon - 1911

[4] Oliva Gianni a cura di,“William Rossetti - Ricordi” - traduzione italiana di Eleonora Sasso, ed. Rocco Carabba 2006 – p. 348

[5]Ambrose Marty, “Claire's Last Secret: A historical mystery featuring Lord Byron (A Lord Byron Mystery)”Severn House Publishers, 2018

[6]Lucy MadoxBrown Rossetti, “Mrs Shelley”,London, W. H. Allen, AnnArbor, Michigan: University of Michigan Library, 1890,

[7] Per un approfondimento si veda in merito “I Rossetti e… il naso di Dante” di A. Cianci pubblicato dal Centro Studi Rossettiani e Noivastesi.blogspot.com, reperibile agli indirizzi:


IMMAGINI

Ritratto di Mary Shelley (particolare) di Richard Rothwell (1840) esposto alla Royal Academy.


Copertina del Frankenstein – prima edizione del 1818


Louis ÉdouardFournier, La cremazione di Percy Bysshe Shelley, olio su tela, Liverpool (1889), Walker Art Gallery








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