lunedì 21 ottobre 2024

“Premio Mattioli”? A Vasto tutto fermo, a Milano evento sulla “formazione della classe dirigente”

 

“Premio Mattioli”? A Vasto tutto fermo, a Milano evento sulla “formazione della classe dirigente”.       Quando il “vastese più illustre” morì, così titolò The Times di Londra : “Signor R. Mattioli il banchiere che influenzò in modo determinante la politica economica italiana”.

 Torniamo a parlare di Raffaele Mattioli (Vasto 1895- Roma 1973) banchiere umanista, noto in Italia  e nel mondo per essere stato per 40 anni al vertice della Banca Commerciale Italiana  (Comit, oggi fusa in Intesa San Paolo).   

L’occasione è la presentazione, venerdì prossimo 25 ottobre alle 17 a Milano presso la Sala Adunanze dell’Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere del

primo Quaderno promosso dalla Fondazione Raffaele Mattioli dal titolo “Sulla formazione della classe dirigente. L’ultimo progetto di Raffaele Mattioli”, a cura di Francesca Pino.

Un tema quanto mai attuale che però Mattioli con la sua lungimiranza aveva già individuato negli anni 1970-72, appena dopo le turbolenze e le fratture ideologiche del Sessantotto. Secondo lui in quella fase di seria e travagliata trasformazione, dagli esiti quanto mai incerti, nasceva l’esigenza di esaminare chi costituiva allora la classe dirigente, in confronto a quella del passato, per individuare le tendenze del futuro sistema politico.

Dopo oltre 50 anni ci ritroviamo punto e a capo! Lui aveva capito benissimo la grande importanza che riveste in un Paese la formazione della classe dirigente e la competenza delle persone a cui è affidato il governo dei processi di crescita.

Da anni i più attenti studiosi locali vanno dicendo che bisogna valorizzare la figura di Raffaele Mattioli, il più grande vastese di tutti i tempi. Ma le nostre istituzioni ed i nostri rappresentanti probabilmente non hanno  avuto finora  la giusta percezione della statura del personaggio e del ruolo da lui ha avuto nella economia, nella cultura e nella politica del nostro Paese. 

A più riprese si è parlato di una iniziativa importante a Vasto, il varo  del “Premio Mattioli”, ma a tutt’oggi nulla si è concluso.

L’ultimo roboante annuncio a gennaio scorso dopo la presentazione di un libro su Mattioli al Rossetti.  Così si leggeva su un comunicato ufficiale: “Al Vastese più illustre l’Amministrazione Comunale dedicherà l’istituzione di un Premio Nazionale – hanno annunciato il Sindaco Menna e l’assessore Della Gatta – alla cui realizzazione sta lavorando l’assessorato alla Cultura, con il pieno coinvolgimento della Famiglia, della Fondazione Mattioli e delle istituzioni bancarie nazionali. Sarà l’occasione per onorare, degnamente e permanentemente, la sua memoria, valorizzandone il complesso impegno in campo economico, civile e culturale che è un lascito, anzitutto morale, per le giovani generazioni di questo territorio e dell’intero Paese”.

Vogliamo ricordare che Raffaele Mattioli è stato uno dei più influenti banchieri italiani del XX secolo, noto per la sua visione illuminata della finanza e per il suo profondo interesse per la cultura umanistica. Iniziò la sua carriera nel mondo bancario nel 1925, lavorando presso la Banca Commerciale Italiana (Comit), uno degli istituti più importanti dell’epoca. Divenne direttore generale nel 1933 e, successivamente presidente della banca fino al 1971. Mattioli non era solo un banchiere abile, ma come si diceva anche un intellettuale raffinato, con un forte legame con il mondo della cultura. Era appassionato di letteratura, filosofia, arte e storia. Promosse l’editoria, collaborò alla pubblicazione di importanti opere e favorì la creazione di un dialogo tra mondo economico e culturale. Era anche noto per il suo rifiuto delle influenze fasciste e per aver sostenuto la resistenza durante il regime. Dopo la seconda guerra mondiale, Mattioli giocò un ruolo chiave nel periodo della ricostruzione dell’Italia. Mantenne la Banca Commerciale Italiana forte e stabile in un periodo di transizione, sostenendo con forza l'industrializzazione del Paese. Con la sua visione umanista, riuscì a far dialogare finanza, economia e cultura, contribuendo a costruire le fondamenta intellettuali e morali della nuova Italia. Questa è la levatura del personaggio. 

Tutto ciò premesso potrebbe essere veramente una buona idea organizzare a Vasto un premio intitolato a Raffaele Mattioli - assieme alla Fondazione Mattioli e all’ABI -  soprattutto per promuovere quei valori che lui ha incarnato nel corso della sua carriera.  Potrebbe servire a premiare figure professionali o accademiche che si distinguono per la loro eccellenza e integrità nel settore bancario, finanziario ed economico, in linea con l'attenzione che Mattioli dava alla formazione di una classe dirigente competente e colta. Ma   il premio potrebbe essere anche dedicato a giovani talenti o a professionisti che coniugano competenze tecniche, visione etica e impegno verso la società.

Noi sentivamo il dovere morale di ritornare sull’argomento e l’abbiamo fatto. “Mattioli è il vastese più illustre” (come dice sempre lo storico Costantino Felice) e merita grande attenzione da parte della sua città natale. 

Quando morì, il più famoso quotidiano del mondo The Times di Londra annunciò che era scomparso il “Signor R. Mattioli il banchiere che influenzò in modo determinante la politica economica italiana”.

NICOLA D'ADAMO


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