Ieri pomeriggio a Palazzo
d’Avalos secondo summit sulla Via Verde, dopo quello di Chieti del 17 ottobre
organizzato dalla Provincia.
In verità l’incontro “Il
punto sulla Via Verde” promosso da Confesercenti e Cia non è una “copia” di
quello di Chieti, ma potrebbe essere esattamente il contrario, nel senso che la Confesercenti ha annunciato questo
incontro nel manifesto di Food Identity
già dal 6 settembre scorso e forse la Provincia ha colto al balzo l’idea.
Comunque dopo tutti gli interventi di ieri, interessanti
e concreti, la sintesi potrebbe essere
questa: per realizzare l’altra metà della Via Verde fino a Vasto Vignola bisogna
affrontare una moltitudine di problemi piccoli e grandi, ma all’orizzonte non
si vede un soggetto forte (persona o istituzione) che si carica questo fardello
sulle spalle e con grande determinazione lo porta a conclusione. Questa considerazione
porta dritto all’altra esigenza importante sottolineata in parecchi interventi:
la necessità di costituire un ente gestore della Via Verde - per garantirne il
futuro - tra Provincia, Regione, Comuni, Camera di
Commercio e altri.
I problemi emersi sono stati
più o meno quelli da noi elencati in un precedente articolo. https://noivastesi.blogspot.com/2024/10/ultimazione-via-verde-chi-fa-che-cosa.html
I due eventi (di Chieti e di
Vasto) hanno comunque avviato un processo importante: quello di mettere attorno
ad un tavolo i soggetti interessati e
tentare di farli dialogare tra di loro. La
fase 2 comunque potrebbe essere la costituzione di una task force operativa con
i tecnici per stabilire “chi fa che cosa, con quali soldi ed
entro quale data”.
Forse questa è l'unica strada per risolvere i numerosi problemi. Non dimentichiamo che con la grave crisi dell'automotive che si profila all'orizzonte bisogna trovare altre vie per diversificare la nostra economia. La Via Verde e la Costa dei Trabocchi potrebbero aiutare in tal senso.
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