Con questa filosofia giovedì avranno luogo a Chieti
gli Stati Generali. Tre le parole chiave: “Stato dell’Arte, Progetti,
Soluzioni”. Tanti i dubbi da chiarire,
tanti i lavori da fare. Si giungerà ad un buon risultato?
La Provincia di Chieti, presieduta da Francesco Menna, ha organizzato per giovedì prossimo 17 ottobre 2024 , gli “Stati Generali della Via Verde della Costa dei Trabocchi” con l’obiettivo di “affrontare le problematiche e condividere proposte concrete per il presente e il futuro della Via Verde”, perché “è essenziale che istituzioni, associazioni e operatori lavorino insieme per valorizzare questa straordinaria risorsa del nostro territorio”.
Nel manifesto dell’evento si leggono ingrandite tre parole chiave: “Stato dell’Arte, Progetti, Soluzioni”. Quindi l’avvio è ottimo. Solo che per essere concreti, alla fine della giornata si dovrebbe giungere ad una tabellina con le cose da fare, annotando: “chi fa che cosa, entro quale data e con quali soldi”.
Ma non sarà una cosa facile: i problemi sono parecchi e non tutti di facile soluzione, come abbiamo più volte evidenziato nei nostri interventi. Quindi in occasione di questo importante incontro proviamo a fare il “riassunto delle puntate precedenti”.
1. Lavori a Torino di Sangro Lago Dragoni. Il Dipartimento delle Opere Marittime della Regione ha ultimato le opere per la difesa della costa in un tratto di 115 metri, che anni fa scivolò a mare. Ma ora si é in attesa di ricevere i fondi per il costoso ponte in ferro di quasi 300 metri, per la realizzazione del fondo stradale e opere accessorie nell’intero tratto di competenza.
2. Casalbordino. Da realizzare il tracciato a nord del Lido di Casalbordino. Al centro, il Comune sta creando il tracciato della Via Verde per una lunghezza di 400 metri che poi dà l’accesso facile alla Riserva di Punta Aderci.
3. Collegamento Punta Aderci – Vignola. L’ipotesi di tracciato che circola è l’attraversamento della ferrovia al ponte della Stazione Fs Porto di Vasto per poi costeggiare la SS16 fino alla rotatoria per via Incoronata. Qui girare verso il sottopasso ex Orfanotrofio e costeggiare la ferrovia lato est fino a Vignola. E’ questa una operazione difficile perché si deve trovare il consenso dei diversi proprietari delle aree: Arap, Rfi, Anas, Genova Rulli, privati.
4. Vecchie stazioni. Più volte sono stati annunciati fondi per l’acquisto, ma finora non si è visto nulla. Poi necessiteranno anche i soldi per le ristrutturazioni. Ma passiamo alla fase 2: una volta acquisiti gli immobili bisogna decidere come utilizzarli. Sarà necessario sviluppare idee nuove con un progetto unitario e lungimirante e non assegnare le 4 stazioni ai quattro comuni.
5. Un dubbio: chi è il proprietario della Via Verde? La Provincia, perché la pista passa sul tracciato della vecchia ferrovia a suo tempo acquisito, ma a Casalbordino il tracciato è su area pubblica del Comune ed a Punta Aderci è della Regione. Se poi è vero che il tracciato esce sulla SS16 per Vignola ci sono i proprietari di cui sopra (Arap, Rfi, Anas, Genova Rulli, privati). Ma tutte le aree su cui passa la Via Verde non dovrebbero essere acquisite dalla Provincia?
6. Si possono realizzare parcheggi e installare chioschi sulle aree ex FS? No, secondo gli ambientalisti perchè sono vietati dall’Art.1 della legge regionale n.5/2007 che così recita: “Lungo il tratto litoraneo tra Ortona e Vasto, sulle aree dismesse del tracciato delle Ferrovie dello Stato, nell’ottica di un processo di valorizzazione e riqualificazione della Costa Teatina, così come previsto all’art. 21 della normativa del vigente Quadro di riferimento regionale (Q.R.R.), è preclusa ogni attività di trasformazione del suolo diversa dalla destinazione a verde.”
7. Quindi “Area Protetta” o “Itinerario ciclopedonale”? Il dubbio c’è. Perché secondo alcuni se la legge 5/2007 scaturisce dalla Legge quadro Aree Protette L.R.38/1996, automaticamente tutta la Via Verde è da considerare come tale, con il divieto assoluto di qualsiasi attività commerciale o di intrattenimento. Se invece la Via Verde è classificata secondo il Codice della Strada come “F-bis. Itinerario ciclopedonale: strada locale, urbana, extraurbana o vicinale, destinata prevalentemente alla percorrenza pedonale e ciclabile”, allora non ci sono problemi per i futuri utilizzi.
8. Punta Aderci rischia di spezzare in due la Via Verde. La nostra Riserva ha il vantaggio di essere uno dei tratti più suggestivi della Costa dei Trabocchi, ma presenta anche dei problemi per chi vuole viaggiare comodo in pianura e con un fondo stradale ideale, come il resto della Via Verde. Per attraversarla bisogna avere una bici adatta e affaticarsi un bel po’ di più per affrontare i suoi saliscendi. In tal senso nei mesi scorsi più di un esperto aveva suggerito l’ipotesi di realizzare una bretella esterna per bypassare la Riserva in modo da dare la possibilità di facile transito nord-sud e viceversa senza l’obbligo di visitarla.
9. “Gestione”: chi lo fa e con quali soldi? Trattandosi di un bene di inestimabile valore per tutto il nostro territorio ci sarà bisogno di molta attenzione alla sua gestione. Per prima cosa bisogna elaborare regole certe su che cosa si può fare sulla Via Verde. Poi stabilire chi si occupa della “gestione”, che si badi bene non si tratta solo di manutenzione del tracciato, ma anche di rilasciare autorizzazioni per concessioni o eventi, elaborare piani di sviluppo, affidare lavori, preparare materiali per la promozione sui mercati del turismo ecc.. Chi farà tutto ciò? Un ufficio dedicato della Provincia? O un altro ente da formare? E soprattutto chi ci mette i soldi per la gestione? Questo è un bel problema.
Sono in molti a sperare che l’incontro Stati Generali della Via Verde della Costa dei Trabocchi sia un’ottima occasione per la ripartenza dei lavori. Si giungerà ad un buon risultato? La politica - di destra di sinistra e di centro - dovrebbe convincersi che tale strategica infrastruttura è una delle poche leve su cui possiamo contare per lo sviluppo dei nostri territori. Speriamo bene.
Nicola D’Adamo
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