lunedì 18 luglio 2022

Gissi: Achille Gaspari, il sarto di Clark Gable a New York

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
 Achille Gaspari, il sarto di Clark Gable a New York

di ANTONINO ORLANDO 

Studiando la figura del primo sindaco socialista di Gissi, Alberto Argentieri, ho scoperto che era in grande amicizia con il padre dell’ On. le Ministro Remo Gaspari.

Incuriosito da questa interessante notizia ho approfondito un po’ la questione e consultando il Casellario politico conservato presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma, ho riscontrato che al nome di Achille Gaspari, socialista, nato a Gissi il 20 settembre del 1879, di professione sarto, è conservato un fascicolo contenente una trentina di fogli. Nella documentazione raccolta dalla polizia fascista viene utilizzato indistintamente sia il termine di anarchico che quello di socialista.  

Successivamente ho avuto modo di conversare con il nipote del Gaspari, il Prof. Lucio Achille  che gentilmente  mi ha raccontato molti particolari della vita del nonno. 

Mi ha riferito che all’età di 14 anni ( nel 1893) Achille partì da Genova per recarsi in Canada alla ricerca del padre che, da alcuni anni, non mandava più notizie.  Giunto a Montréal,  dopo qualche tempo lo rintracciò: viveva in una condizione di prostrazione perché aveva perso il lavoro e per questo motivo non poteva più aiutare la  famiglia  rimasta in Italia.  Il giovinetto trovò lavoro  e raggranellati un po’ di soldi pagò il rientro  in Italia di suo padre e di se stesso.  

Tornato a Gissi dopo qualche anni emigrò in Argentina. L’esperienza in America Latina non fu positiva. Viveva in una baracca fatta di ondulati di metallo alla periferia di Buenos Aires e ogni mattina doveva raggiungere con la bicicletta  il lavoro in centro.  Le notti piovose, spesso, rendevano il riposo difficile e la mattina si recava al lavoro senza aver dormito e con forti emicranie. Purtroppo i sacrifici non venivano ricompensati da adeguati guadagni. L’Argentina non era una paese ricco e non permetteva ad un emigrante di guadagnare abbastanza per raggiungere un discreto benessere. 

Così, dopo un po’, ritornò in Italia.  Nel frattempo  maturò idee anarchiche e socialiste in un  contesto, Gissi, in cui le ingiustizie erano tante ad opera di un ristretto ceto agrario che spadroneggiava contro la massa dei contadini e degli artigiani. Era il conflitto, tutto novecentesco, tra lavoro  e  rendita. 

In quegli stessi anni si sposò e nel 1910 nacque il primo figlio a cui diede il nome  di Emile Zola, in onore dello scrittore francese, esponente del naturalismo che con i suoi romanzi aveva denunciato le condizioni tristissime del proletariato ( il figlio  diventerà docente universitario e Primario di pediatria all’Ospedale di Teramo, durante il fascismo fu costretto, per ragioni politiche, a cambiare nome aggiungendo quello di Giuseppe). 

Nel 1914 emigrò di nuovo, questa volta, a New York dove si sistemò lavorando in un atelier di proprietà di un ebreo. Svolgeva le mansioni di disegnatore di modelli sia maschili sia femminili. La clientela era  numerosa e benestante tuttavia il lavoro non lo aveva distolto dalle sue idee e frequentava con una certa assiduità  la nutrita comunità socialista e anarchica italo americana di New York.  All’interno del nutrito gruppo di emigranti sovversivi, tra gli altri,  conobbe, il sindacalista rivoluzionario, Edmondo Rossoni. Tra di loro nacque una forte amicizia che rimarrà intatta anche dopo, quando Rossoni diventerà ministro ed esponente di spicco del fascismo. 

Nel 1927 Achille Gaspari partecipò attivamente al Comitato  di solidarietà in favore di Sacco e Vanzetti anche se non mancherà di far sentire la sua voce critica per questioni organizzative e amministrative.  In Italia tornava ogni 10 anni circa e nel 1921  nacque il secondogenito: Remo Edmondo Libero, il futuro esponente della Democrazia cristiana e più volte ministro della Repubblica Italiana. 

Con la crisi del 1929 il proprietario dell’atelier  fu costretto a licenziare alcuni dipendenti, Achille rimase ma il salario fu ridotto. Questa situazione durò fino al 1932 quando il proprietario gli cedette ad un prezzo di favore l’attività.  

Film Accadde una notte:
Clark Gable con il vestito realizzato da Achille Gaspari 

Per Gaspari si prospettò un periodo di grandi soddisfazioni e guadagni. L’atelier andava benissimo e aveva una clientela ricercata e famosa. Tra questi:  il Presidente Roosevelt, Clark Gable, Gary Cooper, Mirna Loy, Jean Harlow. Il Prof.  Gaspari, durante l’intervista, mi raccontò anche un particolare simpatico e allo stesso tempo significativo della bravura del nonno. Nel film Accadde una notte (1934) FOTO, per la regia di Frank Capra, l’attore protagonista, Clark Gable, indossava un abito disegnato dal nonno Achille. Lo stesso modello di abito fu inviato al figlio Remo, in quel periodo, studente a Bologna, che lo indossò alla prima del film a Bologna. 

Nel  1939 Achille Gaspari  fece ritorno a Gissi. In quel periodo era sotto stretto controllo da parte delle autorità locali di pubblica sicurezza: i trascorsi di anarchico e socialista suscitavano non pochi sospetti nel tenace sarto di Gissi.  Per proteggersi dalle assillanti ispezioni dovette rivolgersi  all’amico Edmondo Rossoni  che intervenne con decisione per porre fine alle persecuzioni. L’autorevole esponente fascista, con gran piacere, trascorreva alcuni brevi periodi di riposo a Gissi in compagnia di Achille Gaspari, Alberto Argentieri e di altri. In questi ameni soggiorni si dedicavano alla comune passione per la caccia. 

Questa storia è un piccolo frammento di vita che evidenzia sacrifici, lotte, sofferenze ma anche successi che le generazioni precedenti ci hanno tramandato per offrirci un futuro, si spera, migliore. A noi l’arduo compito di non disperderne la memoria. 

Antonino Orlando


Riferimenti: 

Archivio di Stato di Roma, Casellario Politico Centrale, scheda: Achille Gaspari; 

Intervista al Prof. Lucio Achille Gaspari, in  Achille Gaspari, il sarto socialista di Clark Gable a New York, in “Diari di Cineclub “  n. 54, ottobre 2017. 

Antonio Calabrese, Remo Gaspari. Una vita per la politica, Cannarsa, Vasto, 2006. 

Nessun commento: