di MICHELE MOLINO
Rolando De Filippis, salvanese eclettico, abitava in Via Ripalta. Aveva una forte passione per la musica lirica, al punto da saper eseguire perfettamente con il fischio, le arie dei brani più famosi. Ogni momento della giornata era buono per fischiettare. Si tratteneva solo davanti ad un piatto colmo di porchetta farcita. Gli amici riconoscevano il suo fischio polifonico, perfino in
una piazza gremita di gente.Aveva un lavoro discontinuo, non stabile, che lo faceva stare nervoso e più preoccupato che mai. Una mattina si alzò prima dell’alba, controllò il suo passaporto, riempì in un attimo una borsa mastodontica e s’infilò nell’autobus diretto alla stazione ferroviaria di San Salvo, dove acquistò un biglietto del treno per Stoccarda.
Per la fretta non riuscì a salutare i suoi amici inseparabili, ossia Tonino Pacchioli, Giuseppe Del Casale, Lido Ialacci, Paolo De Luca, Mario Ialacci e Provino Ialacci.
Una volta arrivato a destinazione, trovo’ una stanza in affitto in una zona molto tranquilla, alla periferia di Stoccarda. Per il lavoro, invece, dovette aspettare molto. Degli amici, non seppe più nulla. Perse così, ogni contatto telefonico. E più tempo passava, più gli aumentava il desiderio di rivederli. Si scatenò ad inviare lettere, ma non riceveva mai risposta. Gli ci volle molto tempo per capire che tutto era finito.
Una sera poco prima del tramonto, invece di rientrare, come faceva quasi sempre, continuò a camminare, fischiando a pieni polmoni. Stava per passare davanti ad un fabbricato rurale, da dove usciva un odore di patate e peperoni fritti, un rumore di piatti e di pentole. Si fermò all’istante e sentì una voce possente: “Stàtive zett, so ‘ndàse fore, nu cìffule, za’ resummeije a lu cìffule de Rolànd piccingiàll”. All’improvviso uscì correndo, Tonino Pacchioli, suo amico inseparabile, il quale gridò : Rolà si tti, ti so recuniscìhute da lu cìffule” e corse ad abbracciarlo. Subito dopo uscirono tutti gli altri: Giuseppe, Lido, Paolo, Mario e Provino, increduli di trovarsi di fronte un amico, un paesano in una terra straniera.
Mai l’avrebbero immaginato. Si strinsero fraternamente, mentre le lacrime scendevano a fiotti. Cantarono e scherzarono fino all’alba del nuovo giorno. Abitavano da parecchi anni ad un centinaio di metri di distanza, ma non si erano mai incontrati. Il sogno di Rolando e dei suoi amici di rivedersi, si avverò.
Michele Molino
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