Un poeta vastese della nuova generazione
Bosco: un interprete sensibile che induce alla commozione
Moderna nel linguaggio forbito, agile, spesso scarna fino all'essenzialità interpretativa, la musa di Raffaele Bosco si libra per sublimi vette sfiorando momenti lirici emotivi e pieni di sentimentalismo e passionalità.
Non è infrequente, infatti, che il suo verseggiare accenni a patetiche sensazioni per il rimpianto di un attimo di vita trascorso e di cui non ha saputo goderne appieno gli effluvii ebbri anche di una rispettosa religiosità, che sono propri di chi sa cogliere quegli elementi basilari ed indispensabili al poeta, per confermare la validità della sua poesia.
Raffaele Bosco si esprime con la poesia in termini attuali accessibili nella schematica intellegibilità, colma di concettualità meditative, ma ricca di quella intensa spiritualità che, spesso, inducono alla commozione, per la semplicità con la quale i versi sono ispirati.
Doti queste che sono rimarchevoli in questo poeta della nuova generazione vastese così ricca di giacimenti culturali ancora inesplorati.
E la cultura, che è da supporto a Raffaele Bosco, impreziosisce la sua versatilità nella composizione poetica che, notiamo, è espressa con raffinati accenti.
Motivi questi che confermano la sua spiccata personalità di cultore della Musa, sensibile interprete, seriamente impegnato a comporre con sensazioni dense di travolgente umanità.
Giuseppe Catania
E LA LUNA PIANSE.. (1)
E la luna pianse quella sera,
allor che le nubi vennero in agguato
e invano tentava d'asciugarsi il viso
col manto delle nuvole
che ormai era pioggia.
Restò celata fra le nubi oscure
ma l'occhio mio la vide ancora:
essa piangeva perché io piangevo
lasciando che le lacrime
scendessero sulla terra umida
RAFFAELE BOSCO
(1) - Da "E la luna pianse" - Editrice Arte della Stampa di Renato Cannarsa - Vasto (1987).
Bosco: un interprete sensibile che induce alla commozione
Moderna nel linguaggio forbito, agile, spesso scarna fino all'essenzialità interpretativa, la musa di Raffaele Bosco si libra per sublimi vette sfiorando momenti lirici emotivi e pieni di sentimentalismo e passionalità.
Non è infrequente, infatti, che il suo verseggiare accenni a patetiche sensazioni per il rimpianto di un attimo di vita trascorso e di cui non ha saputo goderne appieno gli effluvii ebbri anche di una rispettosa religiosità, che sono propri di chi sa cogliere quegli elementi basilari ed indispensabili al poeta, per confermare la validità della sua poesia.
Raffaele Bosco si esprime con la poesia in termini attuali accessibili nella schematica intellegibilità, colma di concettualità meditative, ma ricca di quella intensa spiritualità che, spesso, inducono alla commozione, per la semplicità con la quale i versi sono ispirati.
Doti queste che sono rimarchevoli in questo poeta della nuova generazione vastese così ricca di giacimenti culturali ancora inesplorati.
E la cultura, che è da supporto a Raffaele Bosco, impreziosisce la sua versatilità nella composizione poetica che, notiamo, è espressa con raffinati accenti.
Motivi questi che confermano la sua spiccata personalità di cultore della Musa, sensibile interprete, seriamente impegnato a comporre con sensazioni dense di travolgente umanità.
Giuseppe Catania
E LA LUNA PIANSE.. (1)
E la luna pianse quella sera,
allor che le nubi vennero in agguato
e invano tentava d'asciugarsi il viso
col manto delle nuvole
che ormai era pioggia.
Restò celata fra le nubi oscure
ma l'occhio mio la vide ancora:
essa piangeva perché io piangevo
lasciando che le lacrime
scendessero sulla terra umida
RAFFAELE BOSCO
(1) - Da "E la luna pianse" - Editrice Arte della Stampa di Renato Cannarsa - Vasto (1987).
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