venerdì 29 marzo 2024

"La settimana santa e non si ride e non si canta, e noi per devozione andiam cantando la passione"

UNA VOLTA A PASQUA SI CANTAVA "LA PASSIONE"

di Lino Spadaccini

Tra i canti di questua, oltra a quelli più noti, come il Capo d'Anno, laPaquetta e luSand'Andunie, c'è ne uno meno conosciuto che veniva portato in giro durante la Settimana Santa.

"La tradizione locale", si legge in un articolo del 1991 pubblicato sul periodico Vasto Notizie, "vuole solennizzare, anche se in una atmosfera di attonito e silente atteggiamento di attesa tipica del venerdì e sabato di Pasqua, mediante un canto popolare, la Passione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo".  Si tratta di un canto a strofe, portato in giro da un gruppo ristretto di cantori, circa 6 persone, che al suono di una fisarmonica, si spostavano nelle case degli amici per augurare la Buona Pasqua. "La comitiva", si legge ancora nell'articolo, "era accompagnata da un giovane che recava un cesto nel quale venivano raccolti i donativi che si ricevevano dopo l'esecuzione dei canti. Per la maggior parte si trattava di uova e dolci tipici della Pasqua che poi venivano ripartiti tra i componenti della comitiva".
Sullo stesso periodico vastese è riportato anche il testo integrale del canto, trascritto sulla tradizione orale da Ezio Pepe (Zi' Culucce).

Nel 1992, dopo trent'anni di silenzio, è stato Filippo Marino a riproporre al pubblico il canto della Passione, in collaborazione con la Società Operaia del Mutuo Soccorso ed il Coro Aniello Polsi.
Lo stesso Marino inoltre ha fornito una registrazione al Fondo Leydi che si trova in Svizzera, ripreso poi dal sito Archivio Sonoro. Cliccando sul link è possibile ascoltare qualche strofa del canto, proprio come si cantava una volta.  
"La Passione è un canto di questua di grande valore popolar religioso", afferma Filippo Marino, "che veniva cantato durante la Settimana Santa dal lunedì al giovedì. Il testo propone l' 'orologio' e le ore della Passione. Durante le ricerche per la mia tesi di laurea, ho trovato per gli stessi testi più motivi musicali. Questo accade spesso nella musica popolare di tradizione orale, anche se uno è predominante sugli altri. Nel 1992 proposi al Coro Aniello Polsi, che all'epoca dirigevo, e agli amici della Società Operaia, di riproporre il canto. Il testo, che registrai nel 1990, lo raccolsi da anziani dicitori. La versione che riporta Ezio Pepe è uguale a quella cantata da mia nonna Anna Salvatorelli e dal cognato Nicola Di Guilmi, che avevo trascritta e data ai componenti del coro per la rievocazione del canto e della sacra rappresentazione".
Il canto ripercorre le ultime ventiquattr'ore di Gesù Cristo: l'ultima cena l'orto del Getsemani, il tradimento di Giuda, la flagellazione, la crocifissione e la resurrezione.
Questo il testo integrale secondo la trascrizione di Ezio Pepe, Zi Culucce:

Passione del nostro Signore Gesù Cristo

Se preparato l'ora e dover le do maggior,
E tu faccia sereno e lu buon Gesù parlò

Le due redentore e le piaghe si lavò,
già destra delle rose-Dio ci perdonerà
Le tre in sacramenti andava vestito in al dolor,
Gesù col cuor contento la sua colpa dispensò

A le quatt'ore è morto con una grande passione,
Gesù pensa lu mondo e Giuda pensò alla morte
A le cinque ore nell'orto e lu buon Gesù malor,
Voi siete il Padreterno nel regno dei cieli andò

Appunto alle sei ore Gesù mi si accostò,
quel Giuda traditore ci contò trenta denari
A le sett'ore di sera la terra s'illuminò,
tu salvaci maestro nel re del cielo andò

Alle otto una lanciata alle nove schiaffeggiato,
lu sangue che gli usciva a lu calice le metteva
Uno due modeste una lettera le leggeva,
le dieci carcerato una tavola ha preparato
Quando fu suonato fu suonato le undici ore,
le dodici ore parate allora Dio s'è presentato

A le tredici ore da banco vestito il Salvator,
scannatelo con una canna per dargli più dolor
Legato ad una colonna e che fu le quattordici ore,
battuto e flagellato muore Dio con dolor
Il grande Crocifisso e che fu le quindic'ore,
Pilato era afflitto e non si troverà
La corona è di spine e che fu le sedici ore,
lu tempo assai divino e lu sangue li versò

A le diciassette ore e una penna la noprò,
per leggere la sentenza e lu buon Gesù parlò
Li chiodi e le martelle per Gesù s'è preparato,
la croce redentore a le diciotto andò

A le diccianove ore testamento si faceva,
Gesù piangeva d'amore S. Giovanni li chiamò
A li vent'ore da bere cercò il Redentor,
prepara aceto e felo per i nostri peccator
Appunto a li vintun'ore il suo capo s'incoronò,
quell'anima santa e pura al Padreterno andò
A le ventidu'ore e una lancia gli tirò,
lu ferro puntaiolo a lu petto le passò

A li ventitre ore e da la croce le calò,
la mamma con dolor s'abbraccia il suo figliol
A le ventiquattr'ore e Gesù in sepolcro andò,
salvate il vostro amore che Dio ci salverà
A le venticinque ore sta è ultim'ora,
sia lodato e ringraziato questa santa passione

Di giovedì santo è morto e sabato santo è resuscitato,
di feste suono e canto e con l'organo si suoniam
La settimana santa e non si ride e non si canta,
e noi per devozione andiam cantando la passione.



1 commento:

Giuseppe Franco Pollutri ha detto...

Una vera chicca religiosa e popolare. Grazie.