mercoledì 11 maggio 2016

Scuola anni '50: l'umanità del direttore Davide Caruso, una "lezione" per Berinto Aloè

Berinto Aloè
 di Giuseppe Catania
Vi sono personaggi che non possono essere dimenticati ed il loro ricordo è impresso indelebile perché hanno rappresentato uno spaccato della nostra esistenza, ed hanno inciso profondamente sulla nostra coscienza.
Riferiamo di un episodio su due protagonisti oggi scomparsi: il maestro Berinto Aloè e il direttore didattico Davide Caruso (poi nominato ispettore).

Alla morte di quest’ultimo, Berinto Aloè lo volle ricordare con questo curioso episodio.

"Ero andato ad insegnare a Torrebruna, paese dell'alto vastese e, ricordo, avevo quell'anno scolastico 1949/50, la classe quinta mista. Venne dalla vicina Carunchio, a farmi visita, il Direttore Didattico prof. Davide Caruso il quale mi impartì una lezione che non potrò mai dimenticare.
Davide Caruso in una conferenza (1968)
Alla sua presenza chiamai un alunno ad eseguire alla lavagna, una riduzione, una equivalenza, dettando ad alta voce: "Kg 2 è uguale a grammi...". L'alunno, da me rimproverato perché non sapeva come fare, si mise a piangere alla presenza di tutti i compagni di classe, mia e del mio Superiore.
Il Direttore Davide Caruso, che era la bontà in persona, mi invitò ad uscire insieme a lui dall'aula e senza la presenza di alcuno, nell'atrio mi disse: "Berì, non è così che si interrogano gli alunni; ora rientriamo e osserva come faccio io. E per l'avvenire mi imiterai, se vorrai.
Il Direttore ritornò in cattedra e le prima cosa che fece, accarezzò sotto il mento il ragazzo che piangeva ancora, facendo queste domande:


- Come ti chiami?
- Lella Mario.
- E quando esci dalla scuola cosa fai?
- Vado a pascolare le pecore.
- Quante pecore hai?
- 12 pecore.
- E perché le vai a pascolare?
- perché le pecore ci danno in latte e la lana.
- E chi tosa le tue pecore?
- Mio padre, con apposite forbici. Prima di tosarle, però,
dobbiamo portarle a lavare nel fiume Trigno che passa
per Celenza, il paese del Maestro.
- E la lana a che serve?
- A fare la maglia che ha il Maestro, Signor Direttore, è fatta con la lana.
- E quanto costa un chilo di lana?. Il ragazzo lo sapeva,
ma io no.
- E una pecora, in media, quanta lana può fare?
Signor Direttore - fu la risposta - ci sono pecore che fanno 90 grammi e quelle che fanno oltre un chilo di lana.
- Ebbene - concluse il bravo direttore, mentre io ascoltavo attentamente, pensando che spesso gli alunni ne sanno più degli insegnanti - se una pecora fa 900 grammi di lana, tu hai 12 pecore, quanti grammi di lana in tutto? E se la lana costa al lanificio di
Celenza tanto al chilo, quanto ricava tuo padre?
L'alunno, incoraggiato dal direttore, sorridendo fece i calcoli che il problema richiedeva e tutti i compagni di classe lo applaudirono. Il Direttore, con delicatezza, da vero educatore, mi aveva impartito una lezione esemplare.
Ora il Direttore Caruso non è più tra noi, ma insegnanti

ed alunni dell'alto vastese lo ricordano con profonda stima ed affetto. (BERINTO ALOE')

Insomma una lezione di umanità e di stile quando la scuola era maestra di vita.

1 commento:

Unknown ha detto...

Ho avuto il piacere di conoscere anch'io il direttore Davide Caruso. Era il 1956 ed avevo tre anni, ma lo ricordo come fosse ieri. Mio padre insegnava a Fonte La Casa, una frazione di Palmoli. Erano ancora i tempi in cui le automobili scarseggiavano e la famiglia del maestro abitava in un piccolo alloggio, dentro la Scuola. Dalla cucina, il maestro, apriva una porta, ed entrava nell'aula. Mio padre era amico del suo direttore Caruso e nutriva per lui una stima immensa. Era un tipo dall'ironia sottile. Il racconto di Berindo Aloè mi ha ricordato una frase che diceva spesso mio padre,il maestro Evaristo Sparvieri, ricordando il suo amico direttore. La scrivo in dialetto, più o meno come gliela disse Caruso: "Evari a 'sse uajúne anzegnáteje a legge e scrive, ca la ginnastiche le fanne già appresse a le pechere". Mio padre non lo ha mai dimenticato. Il direttore Caruso è' stato sempre un personaggio che non lo ha mai abbandonato nel corso della sua vita. Fernando Sparvieri.