martedì 10 maggio 2016

La meravigliosa avventura artistica di Mario Pachioli

II fascino ed il mistero di una personalità densa di significato spirituale.

Fin dagli albori della vita, la Città adriatica, dalla romana Histonium all'odierna Vasto, è stata culla di geni che ne hanno magnificato gli splendori, grazie alla loro spiccata professionalità, di cui oggi ne celebriamo il retaggio.
Ci riferiamo a Mario Pachioli , un uomo che è rimasto fedele alla sua vocazione per l'arte. "Per me l'arte è fonte di vita - dichiara - è una dolce compagna che è sempre al mio fianco e non mi abbandona mai ; condivide con me gioie e dolori e, soprattutto nei momenti difficili, mi sostiene sempre. E’ una compagna che non si può tradire, più la si conosce e più la si ama".
In queste parole c'è tutto il fascino ed il mistero di una personalità artistica densa di profondo significato spirituale. Elemento che caratterizza la passione pittorica di Mario Pachioli, scultore per innata vocazione, modellatore di classica ispirazione, padrone di una grafica chiara, vigorosa, incisiva, sicura, sorprendentemente efficace nello scoprire notazioni visive da tradurre in segni marcati ed espressivi. L'artista rivela, in un excursus antologico, il proprio stile legato ad una tecnica personale che è sorretta da componenti estetiche profonde, quasi che vogliano riflettere il suo carattere forte, decisivo, ma, allo stesso tempo, sognatore e romanticamente poetico. Raggiunta ormai una spiccata maturità si è avviato in un percorso artistico pieno di fermenti lirici che sono evidenti in talune interpretazioni pittoriche basilari per la realizzazione delle ulteriori opere di scultura dal l'armoniosità tale che quasi la gra fica e la materia modellata che ne scaturisce, appaiono in una singolare simbiosi espressiva. "Prototipi" che fanno parte ora di collezioni artistiche e in esposizioni di musei italiani e stranieri, che testimoniano il valore e l'impegno serio dall'artista che ha inteso tracciare un sentiero ove collocare, come tante pietre miliari, i monumenti della sua arte immortale.
Giuseppe Catania

Pachioli con Carla Fracci


dal sito www.mariopachioli.it
Biografia
Studi conseguiti
Iscritto all’Istituto Statale d’Arte di Vasto consegue nel 1969 il diploma.
L’anno seguente è a Firenze iscritto all’Accademia di Belle Arti sotto la guida del Prof. Antonio Berti, dove si diploma nel 1973.
L’incontro con il refrattario – materiale che l’artista predilige – rivoluziona il suo rapporto con la materia. Le sue caratteristiche di forza e di duttilità lo conquistano, soggiogandolo a un apprendimento e a un perfezionamento praticamente continuo. La possibilità di tradurre un’opera finita in bronzo, sdoppiandola in due distinte unità identiche e al tempo stesso diverse nella resa di superfici e tonalità cromatiche, lo entusiasma.
Ormai orientato verso un felice mondo figurativo, si distingue in mostre personali e collettive a livello nazionale e internazionale.

Mostre e premi Alcune Mostre e premi 
•  Primo Premio Scultura, concorso “Centro Turistico Giovanile”, Firenze, 1973;
•  Mostra personale “Gruppo Donatello” Firenze, 1975;
•  Premio “S. Egidio” per la scultura, Firenze, 1976;
•  Invito per inserimento nel Contemporary Sculpture Center, con Greco, Manzù e Marini, Tokio, Giappone, 1980;
•  Mostra personale Palazzo dei Congressi, premiazione “Aquila d’oro” stemma realizzato per la Camera del Lavoro, Firenze, 1980;
•  Monumento a Padre Pio, Ospedale Civile di Vasto (Chieti), 1983;
•  Inserimento nei Musei Nazionali di Cracovia e Varsavia, Polonia, 1985 – 1986;
•  Monumento a Padre Pio, Chiesa dei SS. Gervasio e Protasio, Firenze, inaugurato da Madre Teresa di Calcutta, 1986;
•  Trittico monumentale “Resurrezione” a frontone per il cimitero di Casalbordino (Chieti), 1987;
•  Inserimento nel Museo Civico di Stia (Arezzo), con Annigoni, Berti, Manzù e Marini, 1988;
•  Monumento “All’Agricoltura”, Pollutri (Chieti), 1988;
•  15 pannelli “I misteri del Rosario” (100 cm x 100cm),  Chiesa dei SS. Gervasio e Protasio, Firenze, 1990;
•  Busto al “Senatore Giuseppe Spataro”, Vasto (Chieti), 1992;
•  Commissione per un portale di 8 pannelli sulla vita di S. Pietro, Parrocchia di S. Pietro, Vasto (Chieti), 1992;
•  Monumento a “Padre Pio e il bisognoso”, S. Nicandro Garganico (Foggia), 1993;
•  Mostra personale, Galleria del Mondo, Fremantle, West Australia, 1994;
•  Casa di Dante, “Firenze Immagine, Memoria e Prospettive”. Presentazione di un progetto per la realizzazione di una scultura per una piazza di Firenze, 1994;
•  Palaffari, Vetrina degli Artisti Contemporanei, Firenze, 1994;
•  Primo premio 1994, “Riconoscimento alla cultura artistica italiana”, Rotary Club, Vasto (Chieti),1994;
•  Galleria Valiani, Pistoia, 1995;
 •  Monumento in onore dei Caduti di tutte le Guerre, Comune di Scerni (Chieti), 1995;
•  Invito alla mostra “Firenze: Arte e Telematica” nella Basilica di San Lorenzo, Firenze, organizzata dal Centro Internazionale per le Attività Artistiche Contemporanee, 1995;
•  Monumento in commemorazione del centenario della nascita di Raffaele Mattioli, (Presidente della Banca Commerciale Italiana),  Vasto (Chieti), 1996;
•  Busto a Padre Pio, Scerni (Chieti), 1996;
•  Inserimento nel Museo di Sant’Antonio, San Buono (Chieti), 1996;
•  Inserimento nel Museo Nazionale del Bargello, Firenze, 1997;
•  Mostra antologica Basilica del Carmine, Firenze, 1997;
•  Mostre itineranti a Monterrey, Cancun, Saltillo, Città del Messico, Messico, 1997 e 1998;
•  Inserimento nel Museo Archeologico del INAH, Centro de Convenciones, Cancun, Messico, 1997;
•  Medaglia “Lorenzo il Magnifico” emblema della Biennale Internazionale Arte Contemporanea, Firenze, 1997;
•  Premio “Il Golfo D’Oro – Stefania Rotolo” XVI° Edizione. Riconoscimento alla carriera artistica, Vasto (Chieti), 1998;
•  Monumento a Padre Pio, Chiesa di S. Remigio, Firenze, 1998;
•  Medaglione commemorativo a Enrico Caruso, Villa Gisella, Firenze, 1999;
•  Medaglia a Filippo Palizzi, commemorazione del centenario della morte, Museo Archeologico Palazzo Davalos, Vasto (Chieti), 1999;
•  Gruppo scultoreo “Il Presepe, Natale 2000”, Chiesa di San Remigio, Firenze, 2000;
•  Busto a Padre Pio, Piazza San Remigio, Firenze, 2001;
•  Medaglia commemorativa per la santificazione “San Pio da Pietrelcina”, Città del Vaticano e San Giovanni Rotondo (Foggia), 2002;
•  Premio “Lorenzo il Magnifico” Biennale Internazionale Arte Contemporanea, riconoscimento alla carriera artistica, Firenze, 2003;
•  Premio “S. Michele”, riconoscimento alla carriera artistica, Vasto (Chieti), 2005;
•  Scultura commemorativa “Greta Garbo” nel centenario della nascita, Firenze, 2005;
•  Onorificenza “Medaglia Beato Angelico patrono universale delle arti e degli artisti”, riconoscimento alla carriera artistica, Firenze, 2005.

Le dediche autorevoli
“A Mario Pachioli, sbalorditiva reincarnazione dei nostri Grandi, mano e spirito, che può ancora restituirci intatti i valori che possono rifiorire ancora. Con la mia più sincera ammirazione e amicizia. Franco Zeffirelli.”


Franco Zeffirelli (Regista)

“Artista vastese operante a Firenze, professionista di grande valore, ha colto successi ed affermazioni nella brillante carriera artistica sottolineata da favorevoli giudizi della critica specializzata.
Dotato di squisito senso estetico ha recato all’estero, in più occasioni, l’impronta dell’arte italiana e la personale caratteristica monumentalistica.”
Motivazione premio “Il Golfo D’Oro – Stefania Rotolo” XVI° Edizione. Riconoscimento alla carriera artistica, Vasto (Chieti), 1998.
“Per la sua scultura che parte da un rigoroso studio accademico che, liberandosi dalla soluzione oleografica, giunge a realizzazioni originali, adattando le sue immagini al suo mondo interiore, donando ad esse leggerezza e drammaticità, fino ad esprimere movimento a queste figure, quasi liberandole dai fluenti impasti della materia di cui sono composte”
Motivazione premio “Medaglia Beato Angelico patrono universale delle arti e degli artisti”. Riconoscimento alla carriera artistica, Firenze 2005.

 “Lo scultore Mario Pachioli è stato mio allievo per quattro anni e cioè per tutto il corso, all’Accademia di Belle Arti di Firenze e lo ricordo con vivo affetto per la sua aderenza alla rispettosa disciplina degli insegnamenti, per il suo calore umano, per la civiltà dei suoi modi e lo ricordo anche per l’ammirazione che avevo fin da allora e tanta più ho adesso, per il suo talento artistico.
Perché è un artista autentico, sicuro, convinto di quello che intende realizzare e ci riesce con una maestria che mi fa sentire orgoglioso di essergli stato insegnante.
Sa modellare il ritratto disinvoltamente ed anche nelle grandi composizioni sa trasfondere nei personaggi da lui creati, espressività ammirevoli.
Nel disegno, nella grafica, che sono sempre alla base di tutta l’incastellatura del figurativo, egli dimostra una padronanza meravigliosa sia che delinei paesaggi, nature morte o paesaggistica.
Io non sono un critico d’arte, sono un insegnante che giudica a distanza di anni il proprio allievo e posso dire soltanto che quel seme che ho visto germinare e poi fiorire nei quattro anni nei quali l’ho avuto sotto le mie cure, ha saputo ben attecchirire, ha messo solide e forti radici, fruttificando rigogliosamente.
A questo modesto giardiniere di intelletti e di capacità espressive, i lavori di Mario Pachioli non possono che riempire l’animo di soddisfazione.
E’ inutile quindi ogni augurio di successo perché questo non può che essere immancabile.”
Firenze 1997  Antonio Berti (scultore)

Note critiche
C’è nella ricerca plastica di Pachioli forza espressiva, che trabocca vitalità. Momenti poetici, mitici che rispecchiano un’anima, un temperamento di narratore, in cui si agitano sensualismo plastico e messaggi di indubbio valore estetico. Sono bronzi che, improvvisamente, sprigionano forza di modellato. Soprattutto, dolore cosmico, frutto di ricerche che guardano anche al lato psicologico dei personaggi raffigurati. Un corpo, un viso, un manto, a volte paiono segni di contemplazione. Nelle figure verticali, Pachioli sa dimostrare di possedere un naturale senso si equilibrata monumentalità.
Paolo Levi, da “Il colore e il suo spazio”, Giorgio Mondadori Editore.

Mario Pachioli e Eugenio Giani, Assessore alla Cultura e allo Sport, Firenze, 2008
“MARIO PACHIOLI, scultore abruzzese (è nato a Vasto) ma fiorentino di formazione artistica, ha compiuto appunto gli studi nell’Accademia di Belle Arti di Firenze sotto la guida di Antonio Berti; e di Berti ha appreso l’amore per la rappresentazione statutaria che spesso assume dalla tematica superbe inflessioni sacrali. La sua figurazione è armoniosa nella impeccabilità della tecnica che consente all’artista soprattutto di modellare la terracotta con una grande sensibilità accentuata spesso dai fatti emotivi trasferiti nell’immagine.”
Tommaso Paloscia (la Nazione)
“Qui è tutto chiaro, semplice pulito; e non c’è da inventare parole nuove per mimetizzare compiacenti trucchi.
Animate, armoniose composizioni, colore di umanità formano il mondo di Pachioli, aggiungendovi poi pregevoli qualità di modellatore privo di pregiudizi, vecchi e nuovi.
I suoi bei disegni sono il preludio e la continuazione della sua scultura e vi è in questi lo stesso umano contenuto che solo l’amore può insegnare.
Vedo inutile mettermi a spiegare o arzigogolare su questa scultura; mi sembrerebbe dubitare dell’intuito e della sensibilità degli spettatori.”
G. Bonomi (scultore)

 “Artista vastese operante a Firenze, professionista di grande valore, ha colto successi ed affermazioni nella brillante carriera artistica sottolineata da favorevoli giudizi della critica specializzata.
Dotato di squisito senso estetico ha recato all’estero, in più occasioni, l’impronta dell’arte italiana e la personale caratteristica monumentalistica.”
Motivazione premio “Il Golfo D’Oro – Stefania Rotolo” XVI° Edizione. Riconoscimento alla carriera artistica, Vasto (Chieti), 1998.
“Per la sua scultura che parte da un rigoroso studio accademico che, liberandosi dalla soluzione oleografica, giunge a realizzazioni originali, adattando le sue immagini al suo mondo interiore, donando ad esse leggerezza e drammaticità, fino ad esprimere movimento a queste figure, quasi liberandole dai fluenti impasti della materia di cui sono composte”
Motivazione premio “Medaglia Beato Angelico patrono universale delle arti e degli artisti”. Riconoscimento alla carriera artistica, Firenze 2005.

L’accento, il ritmo è proprio in questo: nel fremito di vita che percorre, sommuove e declina le forme.
In tutta l’estensione tematica, in tutto il ventaglio dei moti interni, che spazia dalle effemeridi alle memorie mitiche, dagli eventi minuti alle glorificazioni dell’epos e alle sublimità bibliche.
Figure di santi, di donne, di atleti: ieratiche, agonistiche, amatorie.
Bellezza della carne e dello spirito in rituali liturgici: di una liturgia sacra e profana.
Questo l’ambito della concezione, la giostra dei tipi giustapposti a segnalare l’orizzonte del sentimento.
Che è sentimento immediato e schietto della vita nel vario carosello delle sue forme e delle sue vicende.
Un modo di sentire espresso con un ardore che sembra insospettabile nella schiva riservatezza dell’indole di Pachioli: quasi fuoco interno che il contatto con la materia (refrattario, marmo o legno) accende infervorando la fantasia.
E’, questo, un amore per la vita ammirativo ed estatico, talora bonariamente ironico, sempre esplorativo: del sublime religioso come del diletto del senso; della dedizione e della caritas come degli inviti dell’eros, scrutati e dispiegati in bellezza e in tormento.
Scene agiografiche e sacrali lo dimostrano accanto ad abbandoni di amorosi affetti. Ne nascono figure modellate in attitudini e posture varie, in ritmi e slanci, in ampiezze di gesti e arditezze di torsioni.

Ovunque: negli altorilievi e nel tuttotondo, dove le affusolature si alternano a rotondezze somatiche. Sempre ne emerge tuttavia il senso del decorum, del conveniente estetico caro agli antichi, anche là dove gli esemplari paiono debordare dai limiti formali.
C’è in Pachioli, per natura, il rispetto del ritmo consacrato da una secolare tradizione. Non c’è l’astrazione né l’esorbitanza disarmonica. C’è il corpo, il soma; la pienezza della carne, la grazia e la scioltezza delle membra obbedienti al tripudiante impulso interiore.
Ma il corpo non è solo materia; volge anche allo spirituale, all’elettezza d’animo, alla nobile umanità. Dalla movenza degli arti trapela l’interiorità, la dignitas dei Latini; dal fascino fisico traspare lo spirito, rivelato dalla trepidazione plastica. Come si attende da una scultura autentica piegata ad inflessioni pittoriche e cara a vari autori d’arte contemporanea.
Con un accento che concilia il dinamismo barocco con la compostezza classica. Un classico moderno ben diverso dai vari ritorni d’altri tempi; dal neoclassicismo settecentesco, ad esempio, che vuol essere ideale, metafisico.
Pachioli conserta l’idea con il senso: non allude, figura in concreto. Scende semmai verso la grazia ellenistica, morbida e sollecitante nella carica espressiva. Si affida alla incisività, alieno com’è dalle avventure di corrente, da programmi di scuole.
Egli vive come tutti noi in tempi agitati e calamitosi, ma non cede alle pressioni estetiche del momento; sa darci l’antico e il moderno. Sa donarci la quiete sicura del passato e la vibrazione specifica del tempo che è nostro.
Quel vitalismo che trascorre e trepida nelle sue creature, è il suo accento moderno calato nella classicità delle forme.
Aprile 1997
Elvio Natali

  Corsi
Corsi di scultura, Firenze
 
CORSI DI DISEGNO, NUDO E SCULTURA
Nel cuore di Firenze, Viale Milton n°49, in un bellissimo Palazzo Storico, c’è
“La Bottega”, dove si tengono dei corsi di disegno, nudo e scultura, con il metodo della vecchia tradizione rinascimentale.
L’intento della Bottega è di insegnare tutte le discipline grafiche, partendo dal disegno per approdare alla scultura, con metodi rigorosi ed efficaci, per dare la massima padronanza all’allievo, sia delle tecniche, che della forma e forza espressiva.
Tutto ciò, per esprimere al meglio le capacità artistiche insite in noi.
Per questo motivo, per ottenere un buon livello di apprendimento dell’insegnamento,
i posti sono limitati a pochi allievi, fino ad un massimo di dodici.
Sfoglia il menu a sinistra per informazioni sui corsi ed eventuali iscrizioni.

Contatti
    
Mario Pachioli,
Via della Nave di Brozzi 9r
50145, Firenze,
Italia
Apertura dello studio:
Dal Lunedì al Venerdì
Orario:
9:00-13:00 / 15:00-18:00
Telefono
055 375384
Email:
mariopachioli@gmail.com

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