di
Lino Spadaccini
Martedì 28 aprile, durante la S. Messa vespertina delle ore 18,30, Mons. Bruno Forte, Arcivescovo della Diocesi di Chieti-Vasto, don Antonio Totaro, parroco del Sabato Santo, il clero vastese e diocesano, e la comunità parrocchiale, si stringerà intorno a don Tommaso Di Stefano per festeggiare il traguardo del 50° di sacerdozio. Un traguardo sicuramente importante, caratterizzato da un'intensa attività pastorale, soprattutto nella nostra città, da ormai quasi trent'anni, da quando arrivò nell'ottobre del 1986, per prendere possesso della nuova parrocchia di S. Maria Immacolata.
Paolo Tommaso Di Stefano,
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o Tommasino, come lo chiamavano affettuosamente da bambino, è nato a Fresagrandinaria il 30 luglio 1935, da Valentino e Gabriele Italina. Terminata la scuola elementare, cominciò a frequentare uno zio sarto per imparare il mestiere. "Io ero già orfano a dieci anni", ricorda don Tommaso, "per la morte del mio papà, avvenuta nel 1945, per le conseguenze del secondo conflitto mondiale. A Fresagrandinaria non c'erano le scuole medie e per i ragazzi non c'era molta alternativa o si andava in campagna oppure s'imparava un mestiere". In quel periodo, nel paese c'era un sacerdote giovane molto attivo e carismatico, don Vincenzo Pizzica. "Io facevo parte dell'Azione Cattolica, nel gruppo degli aspiranti", ricorda ancora il sacerdote, "Tutte le sere andavamo in chiesa per la recita del rosario e la benedizione eucaristica, ed al termine andavamo a casa del parroco, dove c'era un saloncino e passavamo il tempo a giocare. Visto che conosceva la musica, una volta a settimana ci insegnava il solfeggio, il metodo Bona. Mi colpì molto l'attività di questo giovane sacerdote, soprattutto la sua spiritualità". Fu proprio lui ad interessarsi per farlo entrare nell'ordine dei guanelliani a Roma, un ordine dedito soprattutto alle opere di misericordia, in particolare in favore dei poveri, degli anziani, degli ammalati e dei portatori di handicap. Era l'ottobre del 1948, quando Tommasino lasciò per sempre, il paese natio, la madre e la sorella Maria, per intraprendere il lungo cammino che lo porterà al sacerdozio. Ma prima di partire, il parroco fece cucire dallo zio di Tommasino un nuovo pantalone e un giacchino, utilizzando una sua veste sacerdotale. Un gesto molto bello che ancora oggi don Tommaso ricorda con molto affetto.
Tommaso frequentò le scuole medie a Roma, il ginnasio nel Seminario minore di Anzano del Parco, in provincia di Como, e l'anno di noviziato ed il liceo nella sede di Barza d'Ispra, in provincia di Varese; ancora due anni ad assistere i ragazzi nelle scuole guanelliane e finalmente, il 28 aprile del 1965, a ventinove anni, l'ordinazione sacerdotale nel Duomo di Como, con l'imposizione delle mani da parte di Mons. Felice Bonomini.
Subito dopo l'ordinazione, don Tommaso tornò a Fresagrandinaria per celebrare la sua "Prima S. Messa". Ad accoglierlo, oltre a tutta la comunità fresana, il parroco don Eugenio Marciano (negli anni a venire parroco a Vasto nella parrocchia di S. Marco), don Saverio, predecessore di don Eugenio, e don Donato Rollo, parroco a Fresa dal 1951 al 1958, e successivamente cappellano della Casa di riposo di Sant'Onofrio a Vasto, fino al 1988.
Don Tommaso rimase nell'ordine dei guanelliani fino al 1969, quando tornò nella nostra regione accolto da Mons. Perantoni, Vescovo di Lanciano-Ortona. La prima parrocchia che gli venne assegnata fu quella di Cristo Re a Lido Riccio di Ortona, che guidò fino al 1973, quando venne trasferito ad Arielli nella parrocchia di S. Michele Arcangelo. Il 5 ottobre del 1986 l'Arcivescovo Valentini diede l'incarico a don Tommaso di formare a Vasto la nuova parrocchia intitolata a S. Maria Immacolata in S. Michele, istituita nel 1982 da Mons. Vincenzo Fagiolo, che abbracciava il Rione San Michele e il nuovo quartiere in forte espansione chiamato "dei fiori". "È stata una bella esperienza quella di aver formato una nuova comunità", ricorda don Tommaso, "All'inizio non è stato semplice a causa della chiesa piccola e per la mancanza di strutture. Ci siamo dovuti adattare prendendo dei locali in affitto, ma devo dire che ho trovato molta collaborazione e c'è stato molto entusiasmo proprio per la novità di creare una nuova parrocchia. Portavamo i ragazzi a giocare ai Gabrielini, si organizzavano gite, ed ancora recite per la raccolta di fondi per l'infanzia missionaria. È stato un momento di grande fermento grazie soprattutto alle tante iniziative promosse dalle catechiste e dai responsabili di Azione Cattolica, che hanno avvicinato alla parrocchia tanti ragazzi e giovani".
Nel 1991, in occasione dei primi 5 anni della parrocchia, vennero organizzati due giorni di festa, nel nuovo quartiere, con la S. Messa celebrata da Mons. Valentini ed il concerto di Giuseppe Cionfoli, famoso cantautore, che viene ancora oggi ricordato per le due partecipazioni al Festival di Sanremo.
Dieci anni più tardi, nel 2001, Mons. Edoardo Menichelli, unì le parrocchie dell'Immacolata e di Sant'Antonio Abate sotto il nuovo titolo di S. Maria del Sabato Santo. All’inizio del 2007, Mons. Bruno Forte nominò don Massimo D'Angelo primo parroco della neonata parrocchia e don Tommaso, con molta umiltà, accettò di fare un passo indietro e collaborare con il giovane sacerdote. Un gesto molto apprezzato dal Pastore Diocesano, che in una lettera scrisse: "…Mentre chiedo al Signore di benedirla nel Suo generoso impegno sacerdotale, accetto questo Suo gesto con grato rispetto e, nel procedere alla nomina del Suo Successore nella persona di Don Massimo D'Angelo, Sacerdote a Lei legato da amicizia e stima, con cui continuerà a collaborare attivamente, La dichiaro a titolo onorifico e in segno di particolare ammirazione primo Parroco emerito della Parrocchia di Santa Maria del Sabato Santo, certo di interpretare così i sentimenti di gratitudine della Comunità, mentre personalmente Le confermo l'affetto e la stima, portandoLa nella preghera e nel cuore".
Il resto è storia recente: dalla posa della prima pietra, avvenuta il 9 giugno 2009, alla realizzazione della chiesa e del complesso parrocchiale in soli tre anni, fino al recente arrivo di don Antonio Totaro, in sostituzione di don Massimo.
"Celebro il 50° con sentimento di grande gioia e riconoscenza al Signore per il dono della vocazione sacerdotale e per il traguardo raggiunto", ha dichiarato don Tommaso alla vigilia del suo Giubileo Sacerdotale.
Unendoci agli auguri della comunità parrocchiale del Sabato Santo e di tutta la comunità vastese, chiudiamo con le parole di San Giovanni Paolo II, molto care a don Tommaso
Nel suo strato più profondo,
ogni vocazione sacerdotale
è un grande mistero,
è un dono
che supera infinitamente
l'uomo.
Ognuno di noi sacerdoti
Lo sperimenta chiaramente
In tutta la sua vita.
Di fronte alla grandezza di questo dono
Sentiamo quanto siamo
Ad essi inadeguati
Nel suo strato più profondo,
ogni vocazione sacerdotale
è un grande mistero,
è un dono
che supera infinitamente
l'uomo.
Ognuno di noi sacerdoti
Lo sperimenta chiaramente
In tutta la sua vita.
Di fronte alla grandezza di questo dono
Sentiamo quanto siamo
Ad essi inadeguati
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