Dopo essere stata per tutta la settimana esposta alla
venerazione dei fedeli, presso la Cattedrale di S. Giuseppe, con le S. Messe e
le riflessioni affidate a Padre Emiliano Antenucci, la statua della Madonna
dell'Incoronata questo pomeriggio, con inizio alle ore 16,30, verrà riportata
processionalmente al santuario, accompagnata dal Complesso Bandistico “San Martino” e da
tanti devoti.
Al rientro, la
Domenica 26 alle ore 11è prevista la S. Messa Solenne
celebrata da Padre Carmine Ranieri. In serata, molto atteso lo show di Roby
Santini "Il Ragazzo di Campagna", che presenterà i suoi successi
musicali, tra mille trasformazioni ed il consueto
umorismo. Chiuderanno i festeggiamenti i tradizionali fuochi pirotecnici della
Ditta Pirogiochi di San Severo.
La festa dell’Incoronata si riallaccia ad un fatto prodigioso
che si verificò nella primavera del 1738 quando, a causa del perdurare della
siccità, venne ordinata di far uscire la processione della statua della Madonna
dell’Incoronata, che allora si trovava nella chiesa di San Pietro, attraverso i
campi. Appena la processione arrivò in prossimità della cappella di San
Martino, in corrispondenza dell'attuale santuario dell'Incoronata, si vide il
cielo coprirsi di nubi e cominciò a cadere un’abbondantissima pioggia. L’accaduto
fu interpretato come segno del cielo e desiderio della Madonna che lì voleva
essere onorata.
In seguito all’espansione della
contrada di S. Martino, il sindaco Pietro Muzii, nella seduta del 3 dicembre
1826, propose all’assemblea l’apertura di un convento di frati cappuccini per
un migliore servizio spirituale in una zona in forte crescita. Il progetto
dell’edificio fu disegnato da P. Francesco Saverio da Lanciano e il 31 marzo
1860 il Re Francesco II, con real decreto ne autorizzò l’apertura.
Il 20 luglio dello stesso anno, giunsero a Vasto l’ex
provinciale dei Cappuccini P. Giuseppe Cerritelli da Chieti, P. Tobia da
Guardiagrele e un terziario laico, per osservare meglio i locali e valutare i
lavori necessari da effettuare. Nel mese di agosto P. Alfonso da Monteodorisio
si occupò dei lavori, che furono completati il 25 agosto, con l’aggiunta del
mobilio.
L’8 settembre dello stesso anno i frati cappuccini, sotto la
guida di P. Giuseppe Cerritelli
da Chieti, presero
possesso del romitorio e otto giorni più tardi avvenne
la cerimonia d’inaugurazione. Solo pochi mesi dopo, in seguito alla
soppressione di tutte le comunità religiose, avvenuto con decreto del 17
febbraio 1861, il convento venne chiuso ed i cappuccini furono ospitati nella
villetta del signor Antonino Celano. Questi rivendicando il diritto di
proprietà sul convento riuscì, due anni più tardi, a riottenere sia la Chiesa che il Convento, che
a loro volta vennero ridonati ai frati cappuccini.
Nel 1914 fu aperto il Collegio Serafico e grazie all’opera
di P. Beniamino da Capello e P. Pio da Ateleta, molti giovani vennero guidati
nello studio: oltre duecento sono diventati sacerdoti e tra di loro due sono
stati elevati al rango di Vescovo.
Molti lavori vennero eseguiti tra il 1932 ed il 1938, tra
cui la costruzione della cappella in onore di S. Corrado di Parzham, un’altra
in onore di S. Veronica Giuliani e l’inaugurazione della nuova facciata della
chiesa, così come la vediamo oggi, che comprende il porticato con il nuovo coro
nella parte superiore.
Nel 1938, in ricordo del 2° centenario del santuario, i
festeggiamenti culminarono il 30 aprile, giorno della festa, alla presenza del
Vescovo, mons. Giuseppe Venturi, con la solenne imposizione della Corona sul
capo della Madonna e la Consacrazione della Città a Maria Santissima con la
formula pronunziata dalla prima autorità cittadina.
Nella domenica delle palme del 1963 vennero consacrate tre
nuove campane. Ma nella notte del 20 maggio successivo, ignoti ladri penetrati
all’interno del Santuario, rubarono la triplice corona in argento dorato. Senza
esitazione i frati e tutta la comunità parrocchiale pensarono di far realizzare
una nuova corona tutta in oro lavorata a sbalzo a mano. A meno di un anno dal
furto, il 3 maggio 1964, la corona venne benedetta da Papa Paolo VI e il 31
maggio, per il Rito della Incoronazione, venne dato ampio risalto all’evento,
con la partecipazione del Cardinale Gregorio Pietro Agagianian e di altre
eminenti personalità.
Insieme alla festa di Punta Penna, quella dell’Incoronata è
una delle feste più sentite dai vastesi, soprattutto per la forte devozione
alla Madonna, che da secoli ha regalato emozioni e ispirato ricordi, preghiere
ed anche poesie.
“La festa
dell’Incoronata, come l’altra della Penna”, scriveva Alfonso Sautto tra le
colonne de Il Vastese d’Oltre Oceano,
“richiamava un’affluenza enorme di
cittadini, i quali, partenti da Vasto con cesti pieni di cibi, riaccompagnavano
la statua della Madonna dalla Cattedrale al Santuario del Convento e poi,
seduti a terra in cerchio, sotto l’ombra degli alberi, consumavano il pranzo.
La festa era veramente caratteristica e lasciava nell’anima di tutti il ricordo
di una giornata suggestiva, pieno di brio, di canti e di suoni”.
Tanta era l’attesa per l’arrivo della festa, soprattutto da
parte dei bambini speranzosi dell’acquisto da parte dei genitori di qualche
giocattolo come carrozzini di legno, soldatini di piombo, tamburelli e
fischiettini.
In un famoso sonetto di Luigi Anelli, dal titolo Ala Madonne dila ‘Ngurnate, ritroviamo
la puntuale descrizione dello spirito della festa:
Accuscë li pirzáun’
ala ‘Ngurnate!
Varlotte di lupëine,
puparille,
‘ndëich’ e caštagne
prupet’ a vvracciate:
cirte taralluccere ma,
uhè, bille!
‘M bacce ala cchiisce La Pichicch ’ abbate
a vvänne’ scattilälle
e sunarille;
e ssâtt’ a ‘n arche
šta Munzî assittate
arret’ a ‘na bbangätte
di ciuffille.
Nu quafunätte sèune la
scupëine,
du quatrere chiù llà
fann’ a llimmelle…
Nei versi sono citati due personaggi vastesi molto
conosciuti Camillo Paolino (La
Pichicche ) fabbricante e venditore di giocattoli e Domenico
Miscione (Munzù) fabbricante di fantocci di creta.
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