lunedì 12 gennaio 2015

60° della morte: "Don" FLORINDO RITUCCI CHINNI UN GRANDE SINDACO, UN FINE ARTISTA

Florindo Ritucci Chinni (1886-1955)
Sessant'anni fa, il 12 gennaio del 1955,  ci lasciava il sindaco Florindo Ritucci Chinni, apprezzato politico, musicista, compositore, poeta e pittore.

di LINO SPADACCINI

Sessant'anni fa, il 12 gennaio del 1955, all’età di 68 anni, ci
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lasciava Florindo Ritucci Chinni, apprezzato politico, musicista, compositore, poeta e pittore.
Già altre volte abbiamo tracciato un breve profilo di questo straordinario personaggio, ma quando ci troviamo davanti a questi uomini, che hanno dato tanto per la crescita della nostra città, è un piacere, oltre che un dovere, ricordarli.
 "Egli è maestro che non si dimentica", scriveva Vittorio Giovine dopo la sua morte, "anche e soprattutto perché, prima degli onori, ebbe il privilegio di una evidente superiorità, che molti possiamo testimoniare da quando, poco più che adolescente, seppe mostrare a tutti come intender si deve la vita e come poterla ingentilire, sì che gli innumerevoli amici e discepoli che hanno avuto la fortuna di avvicinarlo, ne han tratto largo insegnamento, del quale anche noi, i più anziani, siamo sempre fieri e orgogliosi. Ecco, Signore, il patrimonio che Egli lascia, più grande di qualsiasi ricchezza. Ed è questo il più bel monumento che ne perpetua il ricordo ai vastesi che sono e a quelli che verranno".
Florindo Ritucci Chinni, nato a Vasto il 28 ottobre 1886, da agiata famiglia borghese, studiò giurisprudenza a Napoli, anche se non esercitò l'avvocatura se non per un brevissimo periodo. Nel maggio del 1920 fondò a Vasto la sezione del partito popolare e ne fu il primo segretario politico. Carica che ricoprì per un solo anno in quanto venne eletto Sindaco. Il primo mandato, durato solo diciotto mesi, risultò breve e travagliato a causa del repentino cambio dello scenario politico a livello nazionale. Il locale Direttorio Fascista, infatti, inviò all’Amministrazione Comunale "categorica intimazione a voler senza indugio rassegnare le dimissioni in omaggio al mutato spirito dei tempi, riplasmato ai postulati del P. N. F. (Partito Nazionale Fascista)". Il Consiglio Comunale, convocato d’urgenza deliberò all’unanimità di respingere l’intimazione ricevuta. "Appellandoci al rispetto delle civiche libertà", scrisse il Sindaco nel 1923 nella pubblicazione "Dopo diciotto mesi di amministrazione", "inviammo a S. E. il Presidente del Consiglio On. Mussolini, copia del nostro ordine del giorno esponendo dettagliatamente le ragioni che ci avevano indotti a proseguire sereni nella nostra linea di condotta, fiduciosi che il potere centrale ci avrebbe sorretti…". Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giacomo Acerbo, rispose inviando a Vasto un Ispettore per compiere un’inchiesta interna e indagare su eventuali irregolarità amministrative. Dal resoconto del prefetto Pietro Orestano, la municipalità di Vasto, presieduta dai popolari, non rispondeva più al nuovo clima che si era instaurato nel paese con l'avvento del fascismo, pertanto andava sciolta. Il posto di Florindo Ritucci Chinni venne preso dal commissario prefettizio Cesare Perdisa.
Nelle successive elezioni amministrative del 18 maggio 1924, dopo undici mesi di commissariamento, Ritucci Chinni risultò l'unico eletto del partito popolare, mentre i restanti ventinove consiglieri furono tutti eletti tra le fila del partito nazionale fascista e dell'associazione dei combattenti.
Successivamente fu nominato presidente del Consorzio Agrario Cooperativo, presidente della Società di Mutuo Soccorso, nel 1929, professore di diritto presso l’Istituto Commerciale di Vasto, presidente del Circolo Cattolico S. Filippo Neri e direttore della Filarmonica cittadina.
Attivista della Croce Rossa Italiana, fu avversato politicamente e, nel 1937, partì per l’Africa per sfuggire al confino politico. In Etiopia esercitò la professione di avvocato, ma nel 1940, scoppiata la guerra, fu richiamato alle armi col grado di capitano di fanteria e nell’aprile dell'anno successivo fu fatto prigioniero dall’esercito inglese.
Tornato nella città natale nell'immediato dopoguerra, si rituffò in politica tra le file della Democrazia Cristiana, prendendo in mano le redini della città. Dal 1946 al 1955, anno della sua morte, ricoprì ininterrottamente la carica di primo cittadino, realizzando tante opere per il solo bene della comunità e per offrire una città più vivibile con una particolare attenzione alle scuole, al Porto e all’Ospedale, ma anche alla cultura, basti ricordare la Mostra Palizziana del 1950, dopo quella precedentemente organizzata nel 1929, e i festeggiamenti per il centenario della morte di Gabriele Rossetti.
Così lo ricordava Giuseppe Pietrocola: "Rivedo in don Florindo l’ultimo vastese dell’Ottocento che ho conosciuto, gentiluomo di carattere, cordiale di tratto, dall’eloquio fiorita e classicheggiante; con l’animo sempre aperto a tutte le manifestazioni della bellezza e dell’arte".
Florindo Ritucci Chinni era un vero gentiluomo stimato e apprezzato da tutti. Un uomo dalle mille risorse e attività, che riusciva a gestire tutte insieme come un direttore d’orchestra dirige i suoi musicisti.
Florindo Ritucci Chinni viene ricordato anche come poeta, drammaturgo, pittore e musicista e, come ricorda lo scrittore vastese Giovanni Peluzzo, amò l’arte in tutte le sue forme più espressive per cui con lo stesso entusiasmo impugnava il pennello per dipingere una marina o la bacchetta da direttore d’orchestra per una serata di beneficenza".
Indimenticabili sono alcune sue canzoni, ancora oggi cantate da gruppi folkloristici abruzzesi. Una di queste "A Miramare" inizia con questi versi:
Mmezz' a lu verde tra vigne e tra live,
m'bracci'a lu mare ch'addore di scojje,
'na casarelle nascoste t'accojje
Addò tranquille e cuntende si sta.
A Miramare!

Un’altra canzone molto bella, composta nel 1931, è "Cuncitti":
Cuncittì chi vocca bbelle
Ssa vuccuccia a rasarelle!
E' na rose di ciardine
ssa vuccuccia Cuncittine!
Cuncitti nin t’arruscì,
Cuncitti dimme ca scì

Nella sua discreta produzione artistica si ricordano le opere teatrali "Il burattinaio di Norimberga" e "La leggenda di Arlecchino", in un atto su versi di Francesco Pisarri; il bozzetto melodrammatico per fanciulli "Edelweiss", rappresentata per la prima volta nel 1909, in occasione dell'inaugurazione della nuova sede sociale del Circolo cattolico S. Filippo Neri, in cui racconta la storia di un piccolo spazzacamino del Tirolo, che lontano dal suo paese sente la nostalgia delle cime nevose delle alpi; ed ancora le operette in due atti "Lilia", "Lea" e, soprattutto, "Les Midinettes", rappresentata per la prima volta nel 1921, oltre che a Vasto, anche al Teatro Marrucino di Chieti ed al Michetti di Pescara. Di quest'operetta è da segnalare una nuova rappresentazione del 1954, presso il Politeama Ruzzi, con la partecipazione del prestigioso soprano vastese Tina Quagliarella, nel ruolo di Paulette, insieme a Chiara Tana (Odette), Giovanna Celenza (Madame Coligny), Giovanni De Sommain (Wudrow Kerlinisten) e Paolo De Guglielmo (Paul).  "L'operetta porta bene le sue molte primavere", si leggeva sulle colonne del periodico Histonium dell'epoca, "perché elaborata su un grazioso episodio d'amore della guerra '15-'18. La musica lieve e delicata della giovinezza dell'autore traduce efficacemente i sentimenti, ora briosi, ora idilliaci di un gruppo sognante di midinettes in attesa di un amore sospirato, che in ultimo formerà la felicità della brava e della più modesta: Paulette. La cara sartina parigina sposerà infatti il capitano statunitense Wudrow, che la condurrà nel vagheggiato mondo delle meraviglie: l'America".
Discreta anche la sua produzione pittorica. Autodidatta e senza particolari clamori, Florindo Ritucci Chinni ha saputo ritagliarsi un piccolo spazio all'interno della produzione artistica vastese, attraverso opere sicuramente emozionali, che richiamano i temi principali della propria terra natia: il paesaggio marino, la campagna, le chiese, gli angoli caratteristici della città che riproduce con onestà e sensibilità.
Tra le principali mostre non possiamo non ricordare quella dell'aprile del 1931 presso la Famiglia Abruzzese Molisana in Roma, con 53 opere esposte, inaugurata alla presenza di S.E. Cristini e dell'on. Scorza, con la partecipazione di illustri personaggi quali Basilio Cascella, Carlo D'Aloisio da Vasto, Elisabetta Mayo, Filoteo Ricci, Oreste Ricci, Francesco Pisarri e Romualdo Pantini. "Vengono ammirate scene di primavera e di marina", si leggeva su Il Vastese d'Oltre Oceano, "belle per un loro senso gentile e per profondità panoramica; alcuni quadretti a olio, come il Portale di San Pietro, e uno sfondo di costa in una ben fusa atmosfera d'oro smorzato, possono dirsi come eccellenti. Va soprattutto lodato questo amore operoso dell'arte e del paesaggio natio, per cui ancora una volta il Vastese a Roma può compiacersi della propria terra e delle elette qualità della propria gente".
Analogo successo di pubblico e di critica ottenne per la successiva mostra organizzata nella primavera del 1933, presso il Circolo Nazionale di Cultura "G. D'Annunzio". Alla presentazione, il critico d'arte Vittorio D'Aste, inquadrò l'arte del Ritucci Chinni nell'atmosfera dei grandi artisti d'Abruzzo che tra la fine dell'Ottocento e gl'inizi del secolo successivo hanno dato a tutta l'arte italiana una impronta nettamente abruzzese. "…chi conosce più da vicino Florindo Ritucci Chinni", si leggeva nell'articolo apparso su Il Vastese d'Oltre Oceano, a firma di Guido Del Greco, "può ben affermare che egli nella musica, nella poesia e nella pittura ha trovato tre mezzi idonei al suo temperamento e che in tutte e tre le arti questo artista non divide né ingegno, né tempo, poiché della musica, della poesia e dei colori egli si serve come di una sola forma di espressione in tre toni diversi. Egli canta come parla e come dipinge; la parola, il suono, il colore sono tre funzioni quasi inseparabili dello stesso problema: il problema dell'arte che in ogni caso il Ritucci Chinni si pone e felicemente risolve nella multiforme sua attività". I quadri che riscossero i maggiori consensi furono Ritorno delle paranze, Pesco fiorito, Cancello di campagna, Pesca al trabocco, Antica villa diruta, Ulivi sull'Adriatico, Oleandri, Spiaggia prima del tramonto e Mentre passa la processione.
Oltre a numerosi articoli apparsi su Il Vastese d'Oltre Oceano e sull'Histonium (ricordiamo quelli ad esempio su Filippo Palizzi, su Valerico Laccetti, sul Porto e sulle fabbriche di vasellame dell'antica Histonium), Florindo Ritucci Chinni diede alle stampe Il corporativismo nella storia con speciale riferimento all'Abruzzo (1932), Arnaldo Mussolini: note commemorative per la Società di Mutuo Soccorso degli operai di Vasto (1932), In memoria del generale Egisto Sartirana 1866-1932 (1933), una monografia su Luigi Anelli (1946) ed una su Dante Gabriele Rossetti (1954).
Il 10 ottobre 1981, alla presenza dell'allora Ministro on. Remo Gaspari, è avvenuta la cerimonia di intitolazione della Scuola Primaria di via Bachelet alla memoria dell'amato sindaco vastese. A lui è intitolata anche una via del quartiere S. Paolo e la Scuola Civica Musicale, con sede fino a pochi mesi fa nel villino donato dalla famiglia al Comune, ora trasferita nei ristrutturati locali dell'ex Istituto d'Arte in via Roma.
E chiudo ancora con le parole di Olindo Rocchio, che ci descrive il carattere mite dell’amico: "Il suo animo era buono, generoso, disinteressato: soccorritore di poveri e derelitti, li ha sempre aiutati come privato e quale pubblico amministratore. Dopo qualche ombra sul Suo volto bonario veniva sempre il sorriso: non ebbe nemici, poiché non ha mai fatto né sapeva fare male a chicchessia".

Lino Spadaccini











































































1 commento:

profmugoni ha detto...

Grazie, giornalista Lino Spadaccini, del gran servizio che rendi a noi e ai gentiluomini di Vasto, del passato !!!

Hai spalancato la finestra, e oggi abbiamo respirato aria fresca, e che ritempra lo spirito ! Infatti, tanto è pregevole il "Pezzo" che oggi proponi qui, nel Blog dell'amico Nicola D'Adamo.

Ed è tanto più prezioso questo POST che con piacere lo scorriamo perché è affiancato da Documenti inediti, rari, e perché si esalta giustamente un "Grande" della Vasto di ieri, quale è stato il Signor sindaco RITUCCI CHINNI, non in ultimo, perché la Figura di questo autentico vastese funge da faro di luce nel presente contesto della politica amministrativa, a dir poco divenuta miserevole ovvero miserabile. Piaccia o no, è così, ove si facciano dei confronti.
Grazie ancora.
prof. mugoni