La statua di San Raffaele (festeggiato sempre il 29 settembre) nella chiesetta di S. Michele a Vasto. |
SETTIMA PUNTATA
di LINO SPADACCINI
Il 29 settembre la chiesa ricorda gli arcangeli Michele,
Raffaele e Gabriele. Questi sono i tre nomi citati nella Bibbia, ma in realtà
gli arcangeli sono sette, come si evince in altri passi delle Sacre Scritture:
“Io sono Raffaele, uno dei sette santi
angeli, che portano lassù le preghiere dei santi e sono ammessi davanti alla
gloria del Santo” (Tobia 12,15). Anche nel Nuovo Testamento, nel libro
dell’Apocalisse, si parla di sette arcangeli, chiamati angeli, oppure spiriti,
o fiaccole.
Verso la fine del 1600 nella Biblioteca Vaticana venne
ritrovato un antichissimo codice ebraico in cui oltre agli Arcangeli Michele,
Gabriele e Raffaele venivano nominati Uriele, Sealtiele, Geudiele e Barachiele.
Questi sono proprio i nomi dei sette arcangeli che si trovano all’interno della
nostra chiesa patronale.
La costruzione della cappella risale al 1657, quando
venne realizzata
per scongiurare il contagio della peste bubbonica, che infierì in tutta
l’Italia meridionale, provocando circa quattrocentomila decessi. La chiesa
venne ultimata nel 1675, come riferisce l’iscrizione murata sopra la porta
della chiesa, dettata da Giovanni Palma, che in quel tempo era segretario del
Marchese d’Avalos. Probabilmente la scoperta del codice ebraico, con i nomi dei
sette arcangeli, avvenne proprio in quegli anni, visto che i nomi corrispondono
esattamente. In realtà la tradizione, ed altri testi, ci hanno lasciato anche
altri nomi, tutti terminanti in “el” (di Dio): Raguel, Sariel, Remiel, Peniel
ed ancora molti altri.
La nostra chiesa è uno dei pochissimi esempi al mondo dove
sono presenti sette statue: più diffuse sono le rappresentazioni degli
arcangeli in quadri o affreschi.
Il restauro delle statue in legno policromo, effettuato
qualche anno fa, ce le ha restituite nella loro originale bellezza, dopo che
per tanti anni erano rimaste dipinte di grigio, tanto da far pensare che
fossero realizzate in gesso.
Da
una delibera del Consiglio dei Decurioni di Vasto, datato 4 agosto 1826, in
seguito alla discussione sui lavori di manutenzione per la chiesa di San
Michele Arcangelo, emerse la volontà di contattare il famoso pittore vastese
Gabriele Smargiassi per ridipingere le statue lignee raffiguranti gli arcangeli,
presenti all’interno della cappella. Per questo vennero nominati due deputati “…i quali contatteranno il civismo di D.
Gabriele Smargiassi come pittore, che potrebbe occuparsi di ritoccare nel
miglior modo le indicate statue”. Quasi certamente la missione non andò a
buon fine e, durante successivi lavori di restauro, le statue vennero dipinte
di grigio a tono con il resto della chiesa.
A questo punto conosciamo meglio i nostri arcangeli:
Michele: il nome significa “Chi è come Dio?”. Viene citato
cinque volte nelle Sacre Scritture e viene sempre considerato “capo supremo
dell’esercito celeste”.
Gabriele: Fortitudo Dei (Fortezza di Dio). Viene citato
quattro volte nelle Sacre Scritture, due nel Vecchio Testamento e due nel
Nuovo. L’Arcangelo Gabriele annuncia a Zaccaria la nascita del figlio, Giovanni
Battista e a Maria la nascita di Gesù Cristo.
Raffaele: Medicina Dei (Medicina di Dio). Viene raffigurato con accanto il giovane
Tobia. Raffaele è la guida ed il difensore del piccolo Tobia, inviato da Dio
per aiutarlo nel compito affidatogli dal padre, ormai cieco, di riscuotere un
credito che questi aveva lasciato in una città della Media. Nel viaggio
Raffaele procura a Tobia un felice matrimonio con la giovane Sara, la
guarigione della stessa dai tormenti del demonio e del padre di Tobia dalla
cecità.
Uriel: Ignis Dei (Luce e fuoco di Dio). Tiene nella sua mano
sinistra la fiaccola ardente e nella destra impugna una spada nuda. Combatte lo spirito dell’ira, dell’odio, e
dell’impazienza.
Barachiel: Benedictio Dei (Benedizione di Dio). Ha il
compito di portare l’aiuto divino agli uomini. È invocato per la benedizione
sacerdotale.
Sealtiel: Petitio Dei (Preghiera di Dio). Ha il compito di
portare le preghiere a Dio, per questo viene rappresentato con le mani giunte
nell’atto di pregare. La tradizione rabbinica lo identifica come l’angelo che
fermò la spada di Abramo, mentre questi sacrificava il figlio Isacco sul monte
Moria. Una curiosità: sulla statua conservata all'interno della chiesa di S.
Michele, prima del restauro si leggeva il nome Sahaliel.
Lehudiel (o Geudiel): Cognitio Dei (Conoscenza di Dio). Ha
il compito di correggere e ammaestrare gli uomini.
3 commenti:
Grazie dell'ottimo lavoro che continua a fare, pubblicando queste cose on line sulla storia della nostra città.
Bellissimo. Grazie per l'informazione, non sapevo.
¿Por qué le cambiaron el nombre al arcángel SAHALIEL?
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