Intanto i topi infestano la struttura e la Chiesa
di GIUSEPPE CATANIA
La "lettera aperta" al sindaco di Vasto, l'anno scorso da parte del cappellano della Chiesa di Santa Filomena, che fa parte del complesso edilizio dei Baroni Genova Rulli, affidato dalla Curia in comodato per 60 anni al Comune (mentre il Comune ha ceduto alla Curia la proprietà dell'ex collegio Istonio, al Carmine), ha avuto solo un generico riscontro da parte dell'assessore ai servizi : il comune non ha i soldi per la manutenzione dell'edificio (6 milioni di euro).
A tutt'oggi nessuna risposta o iniziativa è stata
annunciata per la ristrutturazione della struttura per l'invasione dei topi che vagano dappertutto.
Così vengono tutelati i beni della collettività? E poi ci vantiamo di possedere edifici storici da mostrare agli ospiti e ai turisti con visioni estetiche ed architettoniche cadenti e fatiscenti per l'incuria di chi, invece, si è assunto l'onere ed il dovere di mantenerli integri e funzionanti.
Nel comodato era specificato che il Palazzo Genova Rulli doveva diventare un polo culturale di grossa rilevanza....!
Il complesso Genova Rulli ha una storia che non può essere mortificata dalla insensibilità e dell'incuria dei responsabili delle istituzioni cittadine.
IL PALAZZO GENOVA RULLI FU EDIFICATO NEL 1841
II Barone Giuseppe Antonio Genova Rulli aveva acquistato il chiostro ed il giardino murato dai padri predicatori dell'Annunziata di Porta Nuova, oltre ad alcune fatiscenti casette, per farvi costruire la sua residenza, anche per esaudire il desiderio del padre Barone Luigi.
Su progetto dell'architetto vastese Nicola Maria Pietrocola, l'edificio venne costruito nell'area dell'ex convento di San Domenico, nel 1841, con annessa la chiesetta intitolatala Santa Filomena.
Il Barone Giuseppe Antonio, nel 1824 era stato nominate: Decurione del Vasto e poi Sindaco, nel 1838.
Particolarmente devoto a Santa Lucia,fece, successivamente, restaurare il palazzo e la chiesetta, erigendovi un altare dedicato alla vergine siracusana.
L'edificio si estende, nella massima lunghezza, su via Anelli, dove è il portone di ingresso che immette in un cortile da cui si accede al piano superiore , dove sono ampie sale che si sviluppano seguendo l'andamento del largo spazio interno, dove è l'orto botanico, una volta con piante pregiate, aiuole, fioriere decorate da statue antiche su piedistalli marmorei (purtroppo ora devastato e invaso da piante selvatiche e tane di ratti e volatili che ricoprono di sterco ogni cosa, mentre gli infissi sono cadenti e lasciano entrare animali di ogni specie).
Il Palazzo ospitava gli uffici della Curia Arcivescovile e, per qualche tempo le sedi della Procura delle Repubblica e del Tribunale.
Sullo sviluppo su corso Palizzi e fino a Porta Nuova, il Palazzo comprende un fabbricato a "scoglio" con un portone ad arco, progettato dallo stesso architetto Pietrocola. In questo edificio erano gli uffici amministrativi dell'Orfanotrofio Femminile Genova Rulli e delle proprietà terriere a beneficio della Curia Arcivescovile, per alimentare la Mensa ed il Seminario.
Purtroppo, come si suol dire, tutto è ormai andato a "farsi benedire"!
GIUSEPPE CATANIA
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