giovedì 9 giugno 2022

QUANDO NEL VASTESE C’ERANO LE RISAIE

PILLOLE DI STORIA
di NICOLANGELO D'ADAMO
Anticamente i greci e i romani usavano il riso nella farmacopea e non per l’alimentazione. L’uso alimentare l’avremo con l’arrivo degli Arabi in Sicilia nell’ ottavo secolo d.C. E da noi con l’arrivo degli Aragonesi, nel XV secolo, che ne diffusero l’uso nel Regno di Napoli. La coltivazione del riso in Abruzzo si concentrò lungo le vallate alluvionali dei fiumi: Vomano, Pescara, Sangro, Trigno e Treste. La diffusione della coltivazione del riso fu rapidissima, ma ciò comportò anche un grave problema sanitario a causa della diffusione della malaria, originata dalle vaste aree allagate per quella coltura. Finchè nel 1830 il governo Borbonico arrivò a vietare quella coltivazione ad una distanza inferiore a due miglia dagli insediamenti umani e dalle “vie consolari”. Ma l’anno seguente il re Ferdinando II addirittura ne vietò del tutto la coltivazione nell’Abruzzo Ulteriore, che era l’area più a rischio, mentre in provincia di Chieti rimasero coltivabili i terreni adiacenti al Sangro, la vallata del Trigno, nei versanti abruzzese e molisano, e numerosi ettari di terreno lungo il Treste, fino a San Buono. Nel 1867 il re Vittorio Emanuele II, con una specifica disposizione regia, autorizzò la coltivazione del riso nell’Abruzzo Meridionale solo a condizione che le risaie fossero ad una distanza di almeno 5 km dai centri abitati. Con i limitati terreni a disposizione, le varietà di riso più diffuse erano il “secco cinese” e, a Dogliola e Tufillo, il “riso paglioso”. Le ultime risaie, nel vastese, si ebbero alla fine degli anni venti del novecento quando lungo il Trigno meridionale, nel territorio di San Salvo, alcuni imprenditori provenienti dal nord e da Vasto misero a coltura numerosi ettari di terreno. L’intenzione era quella di eliminare le erbe infestanti da vaste zone impaludate per il lungo periodo di allagamento. Ma nell’estate del 1930 si ebbe una energica sollevazione popolare contro le risaie, ritenute responsabili della recrudescenza della malaria che aggravò ancora di più le già precarie condizioni di vita dei contadini di quel territorio. I contadini l’ebbero vinta e da allora sono del tutto scomparse le risaie del vastese.

NICOLANGELO D’ADAMO

3 commenti:

maria ha detto...

http://www.sansalvo.net/focus/storia/5513/la-sommossa-per-il-riso

Davide Delle Donne ha detto...

Mio Nonno Michele Delle Donne si ammalo' nel 1960 in C.da S.Tommaso (vicino la Stazione nuova)e ci rimise la vita.Vasto Marina in quella zona ha sempre avuto problemi di acqua stagnante .Hanno fatto bene a ribellarsi e ad eliminare una coltura che portava come controindicazione una pericolosissima insidia per i poveri contadini.

maria ha detto...
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