giovedì 9 giugno 2022

GIORGIO SURIANI: Riflessioni sulla manifestazione Abruzzo Wine Experience

 DA.  GIORGIO SURIANI RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Riflessioni sulla manifestazione Abruzzo Wine Experience

Buongiorno,

vorrei portare alla Vostra attenzione alcune mie personali riflessioni sul turismo e sulla valorizzazione del territorio, di cui vive la città di Vasto, prendendo spunto dalla manifestazione "Abruzzo Wine Experience 2022, grand tasting organizzata a Palazzo d'Avalos e che ha previsto degustazioni di oltre 300 referenze di nuove annate di vini Abruzzesi con annessa premiazione del concorso giornalistico "parole di vino" oltrechè consegna di riconoscimenti a due ristoratori Nipponici leader nella vendita di prodotti vitivinicoli Abruzzesi.

Iniziativa certamente prestigiosa ed encomiabile da collocare nel quadro di iniziative tese a far conoscere le eccellenze enologiche della nostra regione fuori dai nostri confini. Fin qui, come detto, tutto pienamente condivisibile.

Ma al di la della roboante presentazione scopriamo oggi, con disappunto, che si è trattato di evento "privato" riservato solo a 120 giornalisti di provenienza internazionale ma non aperta ne al pubblico e men che meno agli operatori di settore... Sentendo parlare tanto spesso quanto impropriamente di "turismo esperenziale", mi interrogo su quale possa essere la ricaduta culturale, prima ancora che commerciale, sul nostro territorio. Qual'è il significato di manifestazioni a "numero chiuso". Non si sarebbe potuto proporre un programma per fasce orarie riservate ai giornalisti (ma anche buyer a quanto pare..) quanto ad altre categorie includendo anche privati in modo da allargare il bacino di utenza interessato all'iniziativa?

L'interrogativo è anche funzionale alla crescita conoscitiva non soltanto degli operatori ma anche dei tanti turisti che già affollano la nostra località. Non credo di essere troppo caustico nell'affermare che un luogo vocato al turismo o che aspira a diventarlo, non possa prescindere dal programmare eventi mirati al miglioramento dell'offerta dei propri servizi.

Siamo in un territorio dove si parla tanto di turismo ma manca un Istituto professionale ad indirizzo turistico, dove neanche l'area portuale è orientata al potenziamento dei servizi turistici, il tutto contestualizzato nel frangente storico post pandemico dove è obiettivamente difficoltoso reperire personale con competenze professionali / turistiche e/o più in generale figure che operano in modo qualificato nell'ambito del turismo e della comunicazione. Insomma la crescita di un territorio è in primis la crescita di chi lo presidia o di chi semplicemente lo viva da turista soddisfatto. La fruibilità degli eventi è un primo volano in questa direzione. E per crescita intendo la valorizzazione del "fattore umano" senza il quale è impensabile connettere il territorio al turismo, dove di "esperenziale" si rischia di ricordare solo la ricerca di un parcheggio il sabato sera...

Mi auguro in futuro di poter vedere sforzi tesi alla crescita di un territorio, prima ancora di vetrine utili per aspetti meramente promozionali da poter esibire su giornali o riviste di settore. Mi auguro anche che la dissennata ed autoreferenziale parcellizzazione delle organizzazioni che orbitano soprattutto nel settore food & beverage riescano a convergere i propri interessi concentrando eventi, manifestazioni, concorsi e qualsivoglia iniziativa imboccando una unica strada che possa essere vissuta, percepita e percorsa e condivisa da tutti.

Il turismo "esperenziale" può proporsi solo con l'ausilio di forti contenuti, professionalità e capacità di comunicazione dove temo non sia più sufficente un bel mare, una bella spiaggia, un bel panorama, un buon brodetto o una buona ventricina per distinguersi da altre realtà con esperienze e storytelling del tutto simili, se non più evolute, di quelle che il nostro territorio attualmente è in grado di offrire.

Cordialmente.



Giorgio Suriani

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