domenica 9 dicembre 2012

Inaugurata ieri la mostra “d’Annunzio e Fiume a novant’anni dal Natale di Sangue”


  
L’iniziativa è di ‘Giovani In Movimento’, sodalizio di centrodestra
È stata inaugurata ieri, con una conferenza stampa, presso la Sala Mattioli in Corso De Parma a Vasto, la mostra “d’Annunzio e Fiume a novant’anni dal Natale di Sangue”. L’esposizione, organizzata da ‘Giovani In Movimento’, il sodalizio che
raggruppa i giovani del centrodestra vastese, e curata dal Comitato di Pescara dell’ ‘Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia’, rimarrà aperta fino al 13 dicembre. Ad aprire l’incontro con i giornalisti, è stato Marco di Michele Marisi, Responsabile di ‘Giovani In Movimento’. “Riteniamo - ha detto - che la cultura, che deve essere alla base della Politica, serve ad alzare il livello del dibattito. Molteplici sono stati i motivi ispiratori della mostra: innanzitutto rompere l’assordante silenzio attorno ad un evento dolorosissimo della nostra storia. Un simile fatto di sangue - ha proseguito di Michele Marisi - sarebbe stato un eccellente spunto di coesione nazionale, se fosse stato promosso dalle Istituzioni e dalla scuola, soprattutto lo scorso anno allorquando si sono celebrati i 150 anni dell’Unità d’Italia. La crisi della nostra Repubblica - ha chiosato il Responsabile di ‘Giovani In Movimento’ - nasce dall’assenza di un mito fondante e di una memoria storica condivisa che invece darebbero sostanza spirituale e culturale. Lo spunto, poi, ci è sembrato doveroso: come abruzzesi di nascita, abbiamo ritenuto utile commemorare una vicenda nazionale che ha legato la nostra regione, l’Abruzzo, a Fiume. D’Annunzio - ha concluso Marco di Michele Marisi nel suo intervento - è stato il Comandante di una Impresa che va scritta sempre con la lettera maiuscola, invidiatagli da rivoluzionari e conservatori.” Poi l'intervento di Mario Diracca, Presidente del Comitato di Pescara dell’Anvgd: “Questa mostra è dedicata al grande Gabriele d’Annunzio, alle sue gesta, alla splendida figura del nostro Comandante, all’Abruzzo intero ed all’Impresa fiumana,  con il tragico epilogo del Natale di Sangue. La nostra – ha proseguito Diracca – è stata una grande Vittoria, mutilata, però, dall’ostinazione di certi ottusi alleati che non intendevano concedere l’annessione di Fiume all’Italia. Confido – ha concluso il Presidente pescarese dell’Anvgd – che il sacrificio di tanti, dia a tutti e particolarmente ai giovani, l’orgoglio di essere Italiani.” La conclusione è stata affidata allo storico, figlio di Legionario, Antonio Fares, che ha riassunto il quadro storico. La mostra rimarrà aperta fino al 13 dicembre, osservando i seguenti orari: sabato, lunedì e mercoledì dalle 9:30 alle 13:00; martedì e giovedì, dalle 9:30 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 19:00.

Giovani In Movimento - Vasto

11 commenti:

Alessandro ha detto...

Ho letto dichiarazioni di un nazionalismo ammuffito e retorico: "mito fondante", "Impresa che va scritta a lettere maiuscole", con tanto di parole rancorose riguardo alla vittoria mutilata! Anzi no " grande Vittoria" con la maiuscola. Peccato che se non fossero intervenuti gli Americani contro gli Imperi centrali, non so se ci sarebbe stata una grande Vittoria!

Quando la storia viene strumentalizzata a scopi politici ecco che manca quell'atteggiamento rigoroso, conscio della complessità delle vicende in gioco. Si passa quindi da un approccio critico ad uno ideologico.
L'impresa di Fiume va ricordata non tanto per le vicende belliche, quanto per la costituzione estremamente moderna che D'Annunzio volle durante la sua reggenza: vero e proprio capolavoro politico.

giusfra ha detto...

Forse nel fatto, oltre che nelle motivazioini di D'Annunzio e di chi lo seguì nell'Impresa, c'è anche una lezione per molti.
Quando il "politicamente corretto" che ci autoimponiamo ci fa perdere di dignità e magari del necessario rispetto nazionale. Sì, nazionale, finchè e in quanto in questa Nazione italiana ci riconosciamo, pur nel rispetto delle altre.
Vi pare - chiedo - che ci sia dignità e richiesta di rispetto, per citare un caso ultimo, nell'acquiescenza dell'attuale governo italiano di fronte allo stato indiano? Detto precisando, come forse ancora occorre, che i nostri due "Marò", coinvolti in una azione civile e militare di contrasto alla pirateria sui mari, sono stati "catturati" dalle autorità dell'India con l'inganno, e vengono trattenuti da mesi e mesi, impunemente in termini diplomatici, con scuse varie e ripetute.
Questo il pescarese, letterato e uomo d'azione, ci dice e ci insegna, nel tentativo che fu (vergognosamente rinunciato) di dare italianità ad una città e popolazione che nella nazione Italia si riconosceva.
Che poi una forza politica, e uomini che in certe idee si riconoscono, utilizzino eventi storici per dir la loro (in fondo come altri e altre)non inficia il fatto storico e il suo significato. Per cortesia restiamo al dunque.

Alessandro ha detto...
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Alessandro ha detto...

"Quando il "politicamente corretto" che ci autoimponiamo ci fa perdere di dignità e magari del necessario rispetto nazionale."

Ma non è il "politicamente corretto", bensì mi richiamavo al metodo storico che manca del tutto nelle dichiarazioni summenzionate.
Voi confondete dignità patria, senso di appartenenza con il nazionalismo. Ed è proprio frutto di un'ottica nazionalista considerare un giudizio misurato come lesivo della dignità nazionale.

"Questo il pescarese, letterato e uomo d'azione, ci dice e ci insegna, nel tentativo che fu (vergognosamente rinunciato) di dare italianità ad una città e popolazione che nella nazione Italia si riconosceva."

Vergognosamente rinunciato? In realtà il presidente Wilson era allora più dalla parte degli Jugoslavi che degli Italiani e la nostra politica non aveva quella forza per contrastare la linea politica americana e non poterono non adeguarvisi. Questi sono i fatti, con buona pace dei nostalgici delle gesta eroiche e della retorica roboante che nulla hanno a che vedere con il nostro presente molto globalizzato.

maria ha detto...

Certo, dal vedere un commento; dall'aver letto l'articolo, aspettando un momento propizio della mattinata, in casa, per voler commentare... al tornare e trovare altri commenti, devo dire che leggendo, mi ha fatto venire voglia di aggiungere una parola poco consona a tutto... (scusate)
Passare dal letto nell'articolo, orgoglio per i nati in Abruzzo... e solo qui, mi prende l'orticaria poichè, c'è ancora chi si dovrebbe lustrare dell'esser nato a, o in, non perchè ha avuto opportunità, ma perchè li o a, è nato qualcuno di importante... vorrei immaginare il volto di D'Annunzio al leggere: "per noi abruzzesi di nascita" mentre si rifanno il lustro con le gesta altrui...
(Ci sono giorni in cui mi chiedo perchè a questi eventi, all'ingresso, non facciate esibire la carta d'identità e non facciate sedere in posti privilegiati i vari nati a, o nati in... ammetto di cominciare ad avere la nausea di questi discorsi)
Poi, leggo un riporto off topic (sempre della serie: ai nati in abruzzo, in particolare a Vasto, è concesso) sui Marò che devono rientrare punto e basta, indipendentemente se hanno o meno ucciso quei pescatori e perchè, seppur trovandosi probabilmente in acque internazionali, non erano su di una nave militare per cui i pescatori potevano o forse non potevano... ma agli indiani, pare debba interessare solo che erano militari mandati per...! Ed il tutto, anche dopo che in una situazione di reazione nazionale in un corteo, poliziotti, hanno puntato sui partecipanti, e tutti li a dire male ai poliziotti perchè avrebbero dovuto seguire meno i loro ordini...
Ma come fate, voi che scrivete di amare la nazione, la nazionalità e tanto altro ancora, a cambiare i pesi e le misure in un batter d'occhio?
Mi vengono in mente quelle bambole che cambiano la posizione degli occhi, in base alla posizione in cui i bimbi le tengono...

giusfra ha detto...

" Vedi cara, è difficile spiegare, è difficile capire se non hai capito già..." (F. Guccini)
Solo una cosa ancora: avere un sentimento nazionale (e tenerlo per caro e prezioso) non vuol dire di per sé "nazionalismo"! Se poi fosse, qualcuno potrebbe anche preferire "il nazionalismo" a "il nostro presente molto globalizzato"!

Alessandro ha detto...

E tienitelo il tuo nazionalismo d'antiquariato. Intanto il mondo va verso un'altra direzione che ti piaccia o no.

Marco di Michele Marisi ha detto...

Giusfra, concordo. Ad Alessandro e Maria, dico semplicemente, onde evitare che si sforzino a commentare, rispondersi, arrovellarsi, che nella mostra, oltre a raccontare un fatto di storia avvenuto e innegabile, si è cercato di porre l’attenzione su Gabriele d’Annunzio, spesso acriticamente giudicato per certi atteggiamenti esteriori e mai su ciò che aveva nel cuore. Nulla di più.

Cordialmente
Marco di Michele Marisi

Alessandro ha detto...

Nessuno sforzo, non ti preoccupare. E nessun arrovellarsi; anzi, è molto chiaro che qui di innegabile c'è l'ennesimo tentativo di strumentalizzare D'Annunzio a scopi politici.

maria ha detto...

Personalmente, non ho mai criticato il D'Annunzio per i suoi atteggiamenti esteriori, anzi, anche laddove qualcuno criticava, io ci vedevo passione ed assenza di ipocrisia.
La prego, Di Michele Marisi, non si sforzi lei ad immaginare, in me, cose che non ho mai lontanamente immaginato sul D'Annunzio...
E di certo, non è sull'evento storico riportato nella mostra la mia critica.
Magari, un piccolo sforzo, lo si poteva fare per comprendere meglio il mio, certo ingarbugliato, commento che vagliava su due fronti...

maria ha detto...

P.S.
Posso rassicurarla anche io, che per me, non c'è stato nessun grande sforzo nel postare la mia opinione attraverso i miei commenti.