il Crocifisso di S. Onofrio, la statua della Madonna di Pennaluce, il trittico della Madonna di Cona a Mare, la statua di S. Michele Arcangelo, la Sacra Spina, il corpo di S. Cesario Martire ed il corpo di S. Teodoro Martire, oggi custodito all’interno di un’urna nella cappella laterale destra della chiesa della Madonna del Carmine.
Dell’arrivo della salma a Vasto,
possiamo leggere alcune memorie in uno stralcio di lettera indirizzata a D.
Francescantonio Marchesani, dove sono riportate alcune notizie tratte dal Libro
della Venerabile Confraternita della SS. Annunziata del Vasto.
Il feretro del Santo, vestito da
guerriero, giunse da Roma il 4 dicembre 1751, avendolo ottenuto Carlo De
Nardis. Dopo aver sostato per qualche ora nella cappella della Madonna delle
Grazie, fu portato processionalmente per
essere introdotto con solenne ingresso nella città.
Alla cerimonia presero parte la confraternita della SS. Collegiata di S. Pietro, la congregazione della SS. Annunziata e quella di S. Antonio di Padova, i padri di S. Domenico e quelli di S. Francesco e tutti i Canonici dell’Insigne Collegiata di S. Pietro.
Alla cerimonia presero parte la confraternita della SS. Collegiata di S. Pietro, la congregazione della SS. Annunziata e quella di S. Antonio di Padova, i padri di S. Domenico e quelli di S. Francesco e tutti i Canonici dell’Insigne Collegiata di S. Pietro.
Due offiziali della confraternita
di S. Antonio, Pasquale del Greco e Domenico Giovine, ebbero l’onore di portare
l’urna fino a Porta Nuova dove, tutto il popolo gli presentò le chiavi della
città, innalzandolo a protettore della Città di Vasto.
Inizialmente l’urna del Santo era
conservato sull’unico altare dell’omonima chiesa situata in via S. Teodoro (un
tempo strada de’ Forni) (ora via S. Francesco d'Assisi ndr), fatta costruire nel 1734 da Carlo De Nardis. Luigi
Marchesani nella sua Storia di Vasto,
riferisce che la cappella era padronata da Vincenzo Trecco, era lunga palmi 37
e larga 17, e oltre alla festa di S. Teodoro, si celebrava anche quella della
Vergine Addolorata. Caduta in rovina, la chiesa venne stata chiusa al culto,
mentre il corpo del Santo fu trasferito nella chiesa del Carmine, dove ancora
oggi si trova.
Alcuni anni fa, sono stati effettuati alcuni interventi di restauro, ma la chiesa non è stata mai riaperta al culto ne utilizzata per altre attività, così come preannunciato dall’amministrazione comunale in carica in quel periodo.
Alcuni anni fa, sono stati effettuati alcuni interventi di restauro, ma la chiesa non è stata mai riaperta al culto ne utilizzata per altre attività, così come preannunciato dall’amministrazione comunale in carica in quel periodo.
Lino Spadaccini
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