martedì 4 dicembre 2012

Povera scuola! Oltre ai problemi di sempre, il governo tecnico dei "professori" ha aggravato la situazione

Dal preside in pensione NICOLANGELO D'ADAMO riceviamo e pubblichiamo
E PER LA SCUOLA SOLO CRITICHE…
Sono rimasto favorevolmente impressionato dalla presa di posizione del personale docente dell’ITCG T “F.Palizzi” deciso a far conoscere alle famiglie dei propri alunni, ma penso anche a chi ha occhi per leggere ed orecchie per intendere, il difficilissimo momento che vive la scuola pubblica tra l’incauta iniziativa del Ministro della Pubblica Istruzione (sei ore di lezione in più a settimana in deroga al contratto), la censura del Presidente del Consiglio Monti per il deciso rifiuto dei docenti, la drastica riduzione di fondi fin’anche per le attività curriculari (quelle extracurriculari ormai sono solo un ricordo), la minaccia delle Province di non pagare le utenze, le ricorrenti occupazioni e
gli scioperi degli studenti, una diffusa disaffezione dell’opinione pubblica e dei mezzi di comunicazione non sempre a conoscenza della reale attività di un Docente e dei meccanismi complessi dei processi di apprendimento scolastico. Il Collegio dei Docenti del “Palizzi”, dicevo, con uno scatto di orgoglio professionale, ha reagito inviando una puntuale informativa ai genitori, elencando tutte le attività collaterali all’insegnamento che non intendono più accollarsi se non si fa un po’ di chiarezza sul loro “stato giuridico” e sul ruolo che dovrà continuare a svolgere la scuola pubblica in Italia. Non è più tollerabile infatti che all’insegnante si chieda di essere, per i propri alunni, confidente, amico, padre, madre, psicologo, sociologo, tuttologo in grado di impartire lezioni di educazione ambientale, educazione stradale (a scuola si organizzano corsi persino per il conseguimento del patentino per guidare i motorini) educazione alla legalità, educazione sessuale e, se poi resta tempo, anche un po’ di nozioni curriculari, ma non gli si riconosce alcun sviluppo di carriera con la colpevole complicità dei sindacati, spiace dirlo, che, massimo dell’ignominia, invece di rivolgersi alle forze politiche, promettono di insediare commissioni di studio per eventuali accordi su possibili sviluppi di carriera, facendo finta di non sapere che lo stato giuridico degli insegnanti potrà essere modificato solo per via legislativa e non per via amministrativa. Ora persino un “Governo Tecnico”, composto per giunta da tanti “Professori”,  segue l’esempio delle  forze politiche e non spende una parola sul ruolo strategico che la scuola pubblica ha in Italia, unico Paese occidentale che rilascia ancora titoli di studio con valore legale, riduce drasticamente i finanziamenti pubblici, continua a finanziare le scuole private, tra cui tanti diplomifici (in concorrenza sleale con le “pubbliche”), e prova a stravolgere lo stato giuridico del “suo” personale docente ignorandone il contratto di lavoro. Ce n’è abbastanza per incrociare le braccia a tempo indeterminato.
Peccato che gli studenti, all’oscuro di questi problemi, ripropongano stancamente il solito rito degli scioperi\filone prenatalizi e delle occupazioni con i soliti slogan di cinquanta anni addietro. A quando un ciclo di assemblee per parlare di merito, per chiedere al governo una scuola rigorosa e non una scuola facile, per pretendere docenti preparatissimi nelle proprie discipline e non più il docente-balia?
NICOLANGELO D’ADAMO

1 commento:

maria ha detto...

I giovani, hanno solo voglia di emulare qualcuno...
C'è sempre stato, e ci sarà sempre qualche corteo di giovani che con la voglia di protesta e contestazione, cosa che nei giovani è innata e naturale, vogliono cambiare le cose, in qualunque modo esse siano o stiano, i giovani, le vogliono cambiare...
Il problema semmai, è che, come ha sottolineato anche lei, sono più di 50 anni che mancano dalle scene grandi esempi di cambiamento e di contestazione, tanto che, oggi, quelli di 50 anni fa, sono ancora gli slogan migliori, quindi, mi sembra ovvio che, per emulazione, i giovani stiano ancora così "indietro", altrimenti, starebbero avanti, o meglio, tutti davanti ad una TV e ad un PC a twittare, o postare cavolate su facebook e sui siti vari... anche questi network, purtroppo, invasi dai soliti nomi che se la dicono e se la raccontano; che parlano di cambiamenti e di nuove conquiste, "a patto, però, che non cambi niente..." (spunto di citazione, il virgolettato, di G. Gaber)
Personalmente, mi preoccupa questo e non tutto il resto che è solo un "tranquillo" evolversi di ciò che si è "fatto" finora...