di
Lino Spadaccini
Rimandata di un mese dalla data tradizionale, ovvero la terza
domenica di maggio, sabato e domenica torna la festa di San Nicola.
Festeggiata
in tono minore, senza la tradizionale processione in mare, quest’anno viene
dato spazio solo al programma religioso. Sabato alle ore 16 la statua del Santo
taumaturgo verrà portata in processione presso la chiesa di Sant’Antonio di
Padova. Mentre domenica, giorno della festa, al termine della S.Messa delle ore
9,45, la statua di S. Nicola verrà riportata in processione nella propria
chiesa.
La
piccola cappella di S. Nicola della Meta sorge in
bella posizione panoramica
che guarda verso il mare a nord-est di Vasto. Sconosciute le origini della
chiesa, le prime notizie risalgono al
1644 al tempo del storico vastese Nicola Alfonso Viti.
Restaurata
nel 1875 per l’interessamento e la devozione della famiglia Miscione, la chiesa
fu inaugurata e benedetta, con una solenne funzione sacra, con l’intervento
delle autorità cittadine e migliaia di persone accorse per l’occasione. Al
termine della celebrazione, il simulacro fu portato in processione in mare
sopra le paranze. Per circa
trent’anni la processione in mare non
venne ripetuta.
Nel 1903,
come riportato dal giornale Istonio,
si volle rinnovare la festa del primo anno e la statua del Santo, imbarcata nel
piccolo porticciolo detto della Meta, processionalmente, seguito dalle altre
barche, arrivò fino in direzione della
stazione di Vasto Marina, accolta da una folla immensa accorsa sull’arenile.
“La piccola chiesa di
S. Nicola anche oggi è lì, a guardia del mare”, scriveva il giornalista e
storico vastese Alfonso Sautto negli anni ’30, “ad essa volgono gli occhi i marinai quando sulle loro fragili barche si
allontanano dalla riva; il loro sguardo è preghiera ardente al Santo che li
protegga dalla tempesta in alto mare! Ogni anno, quando la terra era tutta una
primavera di fiori e di armonia, quando i prati si coprivano di margheritine
rosse e bianche, in un giorno di domenica la statua di S. Nicola veniva portata
per una settimana nella Cattedrale della Città e, nella domenica successiva,
dalla spiaggia della stazione ferroviaria, e per mezzo delle barche da pesca,
veniva ricondotta alla sua cappella”. Il giorno della festa nella piccola
spianata era sempre piena di gente festante tra grida “dei venditori della fiera, i suoni dei fischietti e delle trombette dei
bimbi, le mille voci diverse della fiumana di popolo rendevano quel solitario
luogo una bolgia infernale”.
Chiudiamo con
una bella poesia scritta dal compianto Francesco Saverio Smargiassi, dal titolo
San Nicola:
Gli occhi non bastano
per godere e gioire,
di luci e colori,
quando il cuore
desidera avere tutto
il verde e gli azzurri.
Il vento rinfresca
l’aria piena di sole
ed il mare immenso
si popola di mille e mille
fazzoletti di schiuma.
Bianca la chiesetta
di San Nicola guarda,
con gioia arcana,
nel tuffo degli ulivi
che raccolgono i rintocchi
e le cime sono piene
di « Ave Maria ».
Il faro è bianco
e svetta nel cielo
e Punta Penna
è mano tesa
ai figli di Vasto marinai.
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