"A noi il fratino e i papaveri stanno pure simpatici, ma non danno posti di lavoro"
Da Davide D'Alessandro (FLI) riceviamo e pubblichiamo
La classe politica degli ultimi
vent'anni ha grandi responsabilità sulla situazione drammatica che investe il
nostro territorio. Si è cullata sugli allori, non ha percepito i segnali
evidenti di una crisi profonda, ha consentito che il tetto venisse giù senza
puntellare la casa. Gaspari invocava la sua azione immediata, un giorno sì e
l'altro pure, ma la classe politica del territorio è rimasta colpevolmente
sorda. Oggi si
dimena, a parole, assiste con sgomento alle voci e alle certezze
ormai quotidiane di perdite di posti di lavoro, di aziende che chiudono, di
altre che scappano, di altre ancora che non arrivano. L'avvertimento tragico
lanciato dal segretario Cisl Bonanni, di una possibile desertificazione
industriale nell'area del Vastese, deve avere risposte urgenti. A noi il
fratino e i papaveri stanno pure simpatici, ma non danno posti di lavoro, se
non a pochissimi fortunati. I posti di lavoro vengono dati da chi intraprende,
da chi produce, da chi investe. Alla politica spetta mettere in atto tutte le condizioni
possibili e favorevoli per far sì che ciò avvenga, spetta alla politica
delineare piani e strategie per riattivare i giacimenti lavorativi. La politica
non può dedicare, come durante l'ultimo consiglio comunale, sei-sette ore, tra
interruzioni e sospensioni, alla discussione di una mozione riguardante un
comitato di gestione. La politica, mai come oggi, è chiamata a dedicare
tutto il suo tempo a chi rischia di restare indietro nella corsa della
vita, a chi rischia di ripreparare la valigia per emigrare e trovare lavoro
altrove. La politica ha bisogno di mettere da parte i malpancisti, le forze
contrarie allo sviluppo e al progresso, per affidarsi a chi ritiene che sia
arrivato il momento di osare, di fare, di puntare alla rinascita. Appena diventato
consigliere comunale, mi sono dato una regola: voto sì a tutti i progetti
presentati da chi vuole fare, dare lavoro, garantire occupazione e
sviluppo, non a pochi, ai soliti noti, ma a tanti. Apriamo i cantieri. Se
blocchiamo chi vuole fare, chi ha spirito di iniziativa, è finita. Non è lo
Stato a dare lavoro e neppure più la fabbrica. Dobbiamo inventarci altro,
liberare nuove energie, ricordarci che Vasto è una città a vocazione turistica,
incoraggiare chi ha idee e progetti. Il 28 ottobre scorso ho fatto approvare
all'unanimità una mozione per un Forum sull'occupazione. A primavera il Sindaco
mi ha promesso l'arrivo del sottosegretario Martone. Adesso leggo che il
simposio si farà ai primi di luglio. Bene, benissimo. Facciamo una radiografia
completa della situazione di crisi e partiamo con progetti realistici e
realizzabili in tempi certi. Chi ci sta, ci sta, senza maggioranze e
minoranze. Non c'è più tempo da perdere.
Davide D’Alessandro
Capogruppo Futuro e Libertà
2 commenti:
" A noi il fratino e i papaveri stanno pure simpatici, ma non danno posti di lavoro, se non a pochissimi fortunati." E qui sta l'errore. Questa affermazione parte da un assunto di questo genere: la tutela ambientale è un'attività per romantici, sognatori, mentre lo sviluppo è tutt'altro. Invece la Germania, la Svezia e altri Paesi europei stanno investendo proprio in attività che invece di sfruttare le risorse naturali le valorizzano, considerandole una ricchezza e non un ostacolo. L'economia è cambiata e l'ambiente non rappresenta più una cornice che va semplicemente rispettata, ma può diventare fonte di sviluppo e di crescita. Una politica economica che vada in questo senso ha però bisogno di idee e di personale qualificato. In Italia tutto questo c'è, ma va all'estero. Ecco allora che una politica di sviluppo locale non può prescindere da una più vasta politica nazionale.
Se non vado errato la scoperta dell’acqua calda è già avvenuta. Mi sembra lapalissiano ripetere quelle frasi roboanti di cui è pieno l’articolo. Siamo pieni e stufi di belle parole. Di buoni propositi politici sono lastricate le strade ma di fatti reali nemmeno l’ombra. Una frase che fatto venire i “ricci di carne” è:“Appena diventato consigliere comunale, mi sono dato una regola: voto sì a tutti i progetti presentati da chi vuole fare, dare lavoro, garantire occupazione e sviluppo, non a pochi, ai soliti noti, ma a tanti.” Bella frase ad effetto ma che non ha provocato nessun effetto. Poi non avresti nemmeno potuto dire il contrario. Stai attento ad invitare l’On. Martone lui ce l’ha con gli “sfigati”, coloro che continuano a mangiare la pagnotta e il companatico che hanno procurato i genitori, mentre loro propongono refrain datati e scontati, in pratica “parole, parole, soltanto parole”
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