giovedì 12 aprile 2012

Palazzo del Carmine 1927: il Vescovo contro il Comune di Vasto

Ingresso, lato piazza Caprioli
Ringraziamo l’amico Vincenzo Apollonio per averci inviato questo pezzo tratto dal libro su mons. Monterisi di  don Giuseppe Liberatoscioli. Il documento proviene  dall’Archivio Arcidiocesi di Chieti  con il titolo "Lite col Comune di Vasto per il dissequestro del Seminario di Vasto 1927, b. 395, fasc. 7524".  Per far meglio comprendere questa lunga questione giudiziaria abbiamo introdotto l’argomento nel precedente post con una ricognizione storica fatta da Nicolangelo D’Adamo che ringraziamo di cuore.

Lettera di Monterisi alla Congregazione Concistoriale nella quale porta a conoscenza del card. De Lai i motivi che lo inducono ad agire in giudizio contro il Comune di Vasto per riottenere i locali del Palazzo arcivescovile, della Curia e del Seminario, e le spese preventivate per affrontare la causa.
Chieti, settembre 1927

Eminentissimo Principe,
credo che in giudizio di primo grado, anche se mi sia sfavorevole – il che dovrebbe essere assurdo – me la posso cavare con una spesa tra le 5 e le 6 mila lire. Ma mi converrebbe affrontare la spesa, anche se il risultato fosse sfavorevole perché si verrebbe a chiarire finalmente tutta la posizione, e a liberare la mensa arcivescovile di Chieti da fastidi e oneri fiscali abituali d’altro genere.   
Fin dal 1857 quando, in esecuzione della Bolla del 1853, il Municipio donò con pubblico istrumento l’edificio in parola all’arcivescovo ad uso di Palazzo vescovile, Curia e Seminario, tutto lo stabile fu intestato al catasto alla mensa arcivescovile di Chieti e così resta tuttora. Questa falsa posizione di cose produce continuamente danni e fastidi alla mensa di Chieti alla prese col fisco. Per dirne una: io dovetti pagare la tassa di successione anche sulla parte che dovrebbe essere seminario e intestata all’Ente Seminario di Vasto e che viceversa è occupata gratuitamente dal Municipio. La prima questione che io ebbi col Municipio fu la rivalsa della quota rispondente alla parte da esso occupata. E tutti gli altri pesi fiscali li sostiene li sostiene la mensa e poi per due terzi se li rifà dal Municipio. Intanto comparendo la mensa di Chieti proprietaria d’uno stabile che non è tutto suo, né cava o può ricavare alcun frutto, tutte la volte che si fanno nuovi accertamenti viene fuori la medesima difficoltà di far riconoscere diversa dalla posizione legale la posizione di fatto dagli agenti fiscali. E ultimamente sorse la medesima difficoltà nella determinazione del supplemento di congrua. Si finisca una buona volta se lo stabile è del Municipio, s’intesti al Municipio e si liberi la mensa; se invece una sentenza l’attribuisca al Seminario si fa finalmente la voltura catastale all’Ente Seminario e le cose prendono ciascuno il posto suo. Finora si temeva di fare la voltura al Seminario per non incorrere forse nella tassa del 30%, che fu applicata dalle leggi eversive su tutto l’asse ecclesiastico. Oggi è pacifico che la tassa fu imposta sulla dote dei seminari non sullo stesso edificio adibito a residenza dell’Ente. Insomma sono guai che ci trasciniamo dall’origine della diocesi avvenuta in tempi turbolenti e che giova una buona volta curare sia pure con sacrificio pecuniario attuale, ma con vantaggio stabile e perpetuo.
Inoltre il Municipio occupa non solo la parte che dovrebbe essere Seminario, ma parecchi vani i quali per se sarebbero della Casa vescovile. Non conviene fare un giudizio solo per questi, anche perché, distinguendo, implicitamente si riconosce qualche diritto all’avversario sul resto. Occorre affrontare il problema in pieno e come risultato minimo si avrebbe almeno la restituzione di questi  vani. Si noti che la diocesi di Vasto non ha mensa vescovile e codesti oneri gravano ingiustamente sulla mensa di Chieti.                                                                                                         

2 commenti:

Pippueine ha detto...

In quel portone con la saracinesca c´éra la Cartolibreria Raspa dove ho collaborato alcuni anni cuando ero adolescente

NICOLA D'ADAMO ha detto...

Ho un vago ricordo: tu e Roberto sapevate rilegare i libri, vero?