lunedì 4 aprile 2011

Centenario della nascita di Pietro Di Donato: successo del convegno organizzato dal Liceo Scientifico "R. Mattioli"

PRESENTE IL FIGLIO DELLO SCRITTORE, RICHARD  DI DONATO
RICHARD DI DONATO, FIGLIO DELLO SCRITTORE

Liceo Scientifico “R. Mattioli”. A conclusione della settimana dedicata al Festival della Scienza, presso la Pinacoteca di Palazzo D’Avalos si è svolto un interessante convegno per ricordare la figura di Pietro Di Donato, in occasione dei 100 anni dalla nascita.
Curato da Luigi Murolo, il convegno ha visto la partecipazione di illustri relatori dell’Università G. D’Annunzio di Chieti-Pescara, che hanno approfondito non solo la figura dello scrittore di origini vastesi, autore del famoso romanzo Christ in concrete (Cristo fra i muratori), ma tutto il movimento letterario abruzzese legato all’emigrazione, attraverso l’approfondimento di alcuni personaggi di spicco come John Fante e Pascal D’Angelo.
Dopo il saluto di Silvana Marcucci, Dirigente del Liceo Scientifico Mattioli di Vasto, il Prof. Gianni Oliva ha ricordato che proprio l’Università di Chieti, già dal 1997, attraverso un convegno curato da Vito Moretti, è stato tra i primi ad occuparsi di Pietro Di Donato e della letteratura d’emigrazione. “Una letteratura questa ambigua”, ha affermato il Prof. Oliva, “difficile da catalogare, in quanto scritto in inglese non può appartenere alla letteratura italiana, e allo stesso tempo, non entra a far parte della letteratura straniera in quanto poco considerata”. L’emigrante è colui che va alla ricerca di una identità. Una volta che lascia la propria terra, cerca di ambientarsi e integrarsi con la nuova realtà, ma non è semplice e s’innesca il desiderio di far ritorno da dove è partito, nel proprio paese.  Che differenza c’è tra l’emigrante di ieri e quello di oggi?”, ha continuato il prof. Oliva, “Una volta quando una persona partiva tutto il paese si raccoglieva intorno a lui per salutarlo, perché non lo avrebbero più rivisto. Partire era morire. Oggi magari si va a New York per un week-end o per prendere solo un caffè. Non esiste più l’emigrante con la valigia di cartone, oggi si parla di emigrazione intellettuale”.
Interessanti gli interventi successivi di Vito Moretti su “La letteratura abruzzese dell’emigrazione”, attraverso l’analisi di alcuni aspetti della prima, seconda e terza generazione di emigranti, di Antonella Di Nallo, che ha messo a confronto i due romanzi di Pietro Di Donato, Cristo fra i muratori e Tre cerchi di luce e di Mario Cimini che ha esordito citando il libro pubblicato qualche anno fa da Gian Antonio Stella dal titolo “Quando gli albanesi eravamo noi”, ricordando l’intolleranza verso gli italiani e alcune frasi significative del tipo “Il 60% degli italiani sono criminali e il restante 40% sono potenziali criminali”, oppure “gli italiani sono un popolo ignorante, che vive di elemosine”. “La frase «Fuori dalle balle!» detta da Bossi in questi giorni”, ha commentato il prof. Cimini, “tutto sommato non è così originale, in quanto gli stessi italiani hanno subito lo stesso trattamento”.
Interessante l’accostamento che il prof. Cimini ha fatto tra John Fante, americano a tutti gli effetti, che quando è tornato nel suo paese di origine, Torricella Peligna, è rimasto molto deluso, ed ha più volte ringraziato il padre per essere nato in America e Pietro Di Donato, che è rimasto italiano ed ha cercato il ritorno mentale e fisico nella terra di origine del padre.
In ultimo Richard Di Donato, figlio dello scrittore italo-americano, ha ringraziato le autorità e tutti i presenti che hanno reso questa giornata speciale: “Sono certo che se mio padre fosse stato qui oggi, avrebbe voluto che questa giornata si svolgesse all’insegna dell’allegria e dell’amore”. Poi ha ricordato quando, all’età di 12 anni, il giorno di Venerdì Santo del 1923, ha perso il padre, Geremia, rimasto schiacciato nel crollo di un edificio a Manhattan e, divenuto capo famiglia, imparò il mestiere del muratore, diventato non un muratore qualsiasi, ma il migliore di tutti. Ed a chiuso affermando che “Vasto è il luogo che mio padre dichiarò sempre sua patria”.
Oltre alla pubblicazione di un libro, curato da Luigi Murolo, le celebrazioni in onore di Pietro Di Donato, proseguiranno con altri appuntamenti, il primo dei quali fissato nella giornata del primo maggio, nella quale verranno trattati altri aspetti, come ad esempio la sicurezza sul lavoro.

Lino Spadaccini



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