Dall'ing. F.Paolo Spadaccini riceviamo e pubblichiamo
Solo per informazione: il 6 marzo di quest'anno nell'ospedale di Pieve di Coriano (MN) è stata inaugurata una centrale trigenerativa (elettricità, acqua calda, frigorie) alimentata con oli vegetali (colza, soia, girasole e tabacco) che eroga una potenza elettrica di 995 kW (ca. 1MW), energia termica di 850 kW e frigorifera di circa 500 kW.
Nel caso non si fosse capito, si tratta di 1/4 della probabile centrale di Punta Penna e l'hanno messa dentro un ospedale. L'impianto occupa 250 mq all'interno del perimetro ospedaliero (molte ville sulla costa hanno una estensione maggiore). L'impianto fornirà l'ospedale di tutta l'energia elettrica e termica di cui ha bisogno e avrà una riduzione immediata dei costi tra il 10 e 15%. L'elettricità in eccedenza (oltre 3 milioni di kwh) sarà rivenduta alla GSE. E' costato 3 milioni di euro ed è stato realizzato attraverso un project financing.
2 commenti:
Ricordo che c'è chi ha ancora l'amianto sopra la testa e sotto quelle coperture ci mangia, ci dorme e ci vive, anche con figli e nipoti. Quindi?
E poi, un paio di considerazioni su quel tipo di centrale e su quella progettata a Vasto:
1) per l'ospedale l'uso è "privato", nel senso che serve alle necessità di quella struttura e basta. Diversa la situazione di un impianto che deve funzionare più che può per necessità imprenditoriali e che è 4 volte maggiore. Estremizzando il concetto, non è la stessa cosa se nel camino di casa finisce il tappo di plastica della penna, e un inceneritore che la plastica deve bruciarla quando più possibile per essere economicamente vantaggioso.
2) cercando altre informazioni su quella centrale a Pieve di Coriano, ho letto della necessità di 2000 ettari di terreno destinati a colture per la produzione degli oli combustibili. Volendo continuare con i raffronti del post e facendo i cosiddetti conti della serva, per la centrale di Vasto occorrerebbero poco più di 8000 ettari, cioè circa 80 kmq. Vasto ha un'estesione di 70 kmq.
Lascio immaginare quale traffico veicolare pesante si dovrà sostenere per rifornire l'impianto.
Chissà cosa c'entra l'amianto e perchè non citare anche la diossina, visto che serve a fare ammoina.
Nella Spagna di Zapatero, vicino alla città di Huelva, sarà realizzata la più grande centrale a biomasse della nazione (50 MW) e brucerà scarti agricoli e residui di legno ottenuti da colture intensive di 116 mila ha di foreste tra Spagna, Portogallo e Uruguay. L'energia soddisferà 400.000 abitanti.
In Puglia, la Regione di Vendola, a Candela, l’anno scorso è stato inaugurato una centrale a metano di 380 MW, con recupero di calore; il piano prevede l’avviamento di 60 ettari di coltivazione di fiori in serra e un centro di ricerche agricole che utilizzeranno gratuitamente il calore della centrale e l’elettricità a tariffe agevolate.
La costruzione ha preso 5 anni e ha impiegato mediamente 400 persone al giorno, con punte di 600.
Impiega direttamente 50 tecnici e un indotto diretto di un altro centinaio.
A 7 km a sud di San Severo, sulla statale 16, è in completamento un’altra centrale di 410 MW, lo stesso a metano.
I 2.000 ettari di Coriano rappresentano un indicatore di potenziale per l'agricoltura e non una necessità; l'olio che si brucia in questo tipo di centrale è un mix a prevalenza di olio di palma che arriva da coltivazioni in aree tropicali. Arriva via nave e se c'è un porto nelle vicinanze il percorso dalla banchina alla centrale è breve.
Negli USA l'energia da fonti rinnovabili ha raggiunto quella fornita dal nucleare, e più della metà è ottenuta da biomasse.
In Brasile il presidente Lula ha inaugurato 8 nuove centrali a biomasse per un totale di 543 MW.
Da un articolo specialistico: ...All’avanguardia, nello sfruttamento delle biomasse come fonte energetica, sono i Paesi del centro-nord Europa, che hanno installato grossi impianti di cogenerazione e teleriscaldamento alimentati a biomasse. La Francia, che ha la più vasta superficie agricola in Europa, punta molto anche sulla produzione di biodiesel ed etanolo, per il cui impiego come combustibile ha adottato una politica di completa defiscalizzazione. La Gran Bretagna invece, ha sviluppato una produzione trascurabile di biocombustibili, ritenuti allo stato attuale antieconomici, e si è dedicata in particolare allo sviluppo di un vasto ed efficiente sistema di recupero del biogas dalle discariche, sia per usi termici che elettrici. La Svezia e l’Austria, che contano su una lunga tradizione di utilizzo della legna da ardere, hanno continuato ad incrementare tale impiego sia per riscaldamento che per teleriscaldamento, dando grande impulso alle piantagioni di bosco ceduo (salice, pioppo) che hanno rese 3÷4 volte superiori alla media come fornitura di materia prima.
Nel quadro europeo dell’utilizzo energetico delle biomasse, l’Italia si pone in una condizione di scarso sviluppo, nonostante l’elevato potenziale di cui dispone, che come esposto nel prosieguo risulta non inferiore ai 27 Mtep...".
No ad alcun fornello a Punta Penna. Basta dirlo. E' sufficiente per farsi capire e ci si può risparmiare "acute" argomentazioni.
Posta un commento