riceviamo e pubblichiamo
La raccomandazione la vera agenzia di collocamento
“Dietro l'assunzione di ciascun operaio scatta in automatico un grave conflitto e sospetto fra i lavoratori e poi la domanda degli altri operai : “Grazie a chi sei entrato? “Da chi ti sei fatto raccomandare? Questo clima mette tutti contro tutti” E’ la frase stralciata da un’intervista ad un giovane precario, riportata alcuni giorni fa in un blog vastese vicino all’attuale amministrazione.
La raccomandazione, come noto, spesso nasce da fonte politica sia locale che regionale ma non è disinteressata e richiede da parte di chi si prende cura di assicurare un futuro all’aspirante operaio/impiegato un giuramento di fedeltà al “benefattore”e/o un adeguato portafoglio di voti da barattare. Poi gli stessi attori si scandalizzano. Quindi vien da domandare quando si invita alla meritocrazia si sta parlando di meriti politici o professionali? Non sarà questa la molla che spinge i giovani, fortunatamente non tutti, a non impegnarsi nell’acquisire un adeguata professionalità, perchè poi ci penserà qualche santo? Come si suol dire: è un cane che si morde la coda.
Forse se i politici locali e si impegnassero più a creare posti di lavoro e meno ad occuparli con i loro protetti le cose andrebbero meglio, o no?
L’intervista di cui sopra chiude con:“Spero che il precariato nell'immediato futuro sia messo al primo posto nell'agenda politica poiché se continuerà la sfiducia aumenterà la frustrazione in tutti noi e questo provocherà gravi disagi di natura sociale” Spero che non venga interpretato come un invito a chiedere alla politica di obbligare le aziende ad assumere a tempo indeterminato,o ripartire con nuovi baracconi finalizzati a creare posti di lavoro a prescindere dalla validità economica dell’azienda finanziata. La storia ci ha insegnato che quest’ultima è stata una scelta sbagliata. Occorre invece predisporre i presupposti per venire incontro a chi vuole creare o proseguire l’attività produttiva e competere con questa sfida globale. Come farlo? Con le famose infrastrutture, snellimento delle procedure burocratiche, promuovendo le possibili aggregazioni di acquisto o di vendita o di ricerche per lo sviluppo di nuovi prodotti ecc ecc.
Sono rimedi di cui tutti parlano ma che poi nessuno applica per non rischiare di perdere l’arma del baratto: voto contro posto di lavoro. Non dimentichiamo che l’eletto il giorno dopo deve ripartire con la campagna elettorale e coltivare il suo orticello di voti.
Non voglio esagerare chiedendo di arrivare al curriculum vita come unico strumento per valutare un candidato all’assunzione, come avviene nelle nazioni più evolute, ma che almeno il candidato non sia preceduto da una telefonata. e l’intervistatore rinunci alla fatidica domanda iniziale e determinante “di sei figlio”
Enzo La Verghetta
2 commenti:
Vedi il problema ,anzi la cosa triste ...e' vedere che non solo i peggiori si fanno raccomandare,ma siano i migliori che sono disposti a tirar fuori anche denaro per poter accedere ad es. in banca.Questo e' triste...molto triste perche' in Banca o in fabbrica ecc. uno bravissimo dovrebbe entrare perche' ha lavorato bene.
fatti dire come funziona o funzionava alla Siv
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