venerdì 8 ottobre 2010

Storia della Fontana della Piazza: prima davanti S. Giuseppe ora in piazza Barbacani



Nell’ottobre del 1927 la “fontana della Piazza”, veniva ricomposta a piazza Barbacani, dal maestro Angelo Pasquale Gravinese, su disegno dell’Ing. Giuseppe Peluzzo.
L’antica e artistica fontana, fatta costruire nel 1629 da Innico d’Avalos, era alimentata attraverso l’acquedotto di epoca romana detto delle Luci, situato a due chilometri a sud-ovest della città, nell’omonima contrada. Per la sua posizione centrale era la più usata dalla popolazione, ma anche luogo di scontri e liti pressoché quotidiane, soprattutto tra donne, su diritti di preminenza per attingere l’acqua. Una scena molto bella è stata descritta in un famoso e gustoso sonetto da Luigi Anelli, già ricordato in un precedente post, che inizia così:
— Live ‘ssa cânghe, attocch’ a mmä a ‘pparà!
— Mo’ ti sfassce la cocce, pi’ Ggisî!
È cchiî di ‘n àure chi štingh’ a ‘spittà’,
mo’ ti n’ ahìsce ca vu’ ‘pparà’ tî?!
Accompagnato da molte polemiche, la fontana è stata rimossa nell’agosto del 1926. “Nel tumultuoso periodo di rinnovamento edilizio”, si legge in un articolo da Il Vastese d’Oltre Oceano, “che, dopo tanti anni di sonno letargico, attraversa oggi il Vasto, la fontana della Piazza è stata tolta dal Largo L. V. Pudente per essere ricomposta nel Largo dei Barbacani; e ciò non senza rimpianto di molti, e noi tra questi, che nella graziosa e vetusta montanina vedevano un armonico completamento di quella parte della città nostra che comprende due notevoli espressioni d’arte: la facciata gotico – lombarda della chiesa di S. Giuseppe e quella in stile Rinascimento del palazzo d’Avalos”.
Le motivazioni dello spostamento fanno un po’ sorridere, ma sembra proprio che la principale sia stata quella di creare uno spazio adeguato per alloggiare la cassa armonica per le festività: “Ci dicono che dove era la fontana, verrà, in occasione delle feste eretta la cassa armonica; e così in quel luogo, invece delle plateali invettive delle femminuccie che si accapigliavano per esser prime ad attingere la poca acqua che vi sgorgava… udiremo armoniosi concerti che ci rallegreranno lo spirito”.
Sulla fontana della Piazza voglio ricordare una bella poesia degli anni ’50, scritta dalla vastese Flora Obino, dal titolo Vecchia fontana:
“Tanti anni son passati, / o vetusta fontana! / Tu fosti trasferita / in Piazza Barbacani, / ma io ti vedo ancora / dove negli anni belli / pur ti vedevo. Ora / le provvide cannelle / continuano a versare / la pura e fresca onda, / in vano ciangottare / chè più non le circonda / corona di panciute / conche di lustro rame! / Son di molto cresciute / or le moderne brame / e l’antica fontana, / priva di utilità, / siccome cosa vana, / è d’impiccio anche là. / Oh, io le sento ancora il vago chiocchiolio / che mi colpiva allora, / quando con mamma anch’io / in chiesa mi recavo, / nell’ora mattutina! / Dinanzi a te passavo, / buona amica e vicina / di nostra Cattedrale. / E mentre i nostri passi, / come per sale vuote, / risonavan sui massi / di lastricato, chiara / la voce tua giungeva, / musica certo rara / per chi tanto godeva / nel tacito ascoltare! / Forse la ninna-nanna / tu stavi lì a cantare / come una buona mamma. / E cantando assistevi / al risveglio di Vasto, / e cantando le offrivi / il tuo bel dono casto. / Del tempo n’è passato! / Or, stanca di poltrire, / con fare rassegnato, / attendi il tuo morire”.
Lino Spadaccini

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