riceviamo e pubblichiamo
Attori per la Polis o solo commedianti?
Oggi occorre in politica un ...“comun divisore”! L’ha detto un fantasioso Di Pietro, di recente, a Vasto. Ne ho ‘profittato’ in una nota, non tanto per ironizzare sull’eloquio del “che c’azzecca”, ma per rilevare del come, in politica, mentre a parole si vada in piazza a dire di “mettersi insieme” per una “azione comune”, dall’altra ciascuno tenga alla sua “anima”, alla sua “particolare sensibilità”, in somma al proprio ‘orticello’.
Succcede invece nel Consiglio regionale d’Abruzzo che qualcuno rinunci a una sua personale posizione, a un pur propositivo slogan-bandiera, per indicare una strada e una strategia necessaria e irrinunciabile: aggregare le forze in campo, riconoscendosi in un Gruppo, comune per idee e valori. Questo avviene negli stessi giorni in cui Fini e i suoi “cameragni” (camerati-compagni) - anche loro, come nella gallassia o nelle “federazioni” della sinistra – dicono di volere un’azione comune ma con “soggetti politici” diversi. Se in contrasto poi poco importa, ci sarà sempre da fare, si sa, ...altro giro, altra corsa! Tanti piccoli inconsapevoli quanto ridicoli apprendisti ...Berlusconi; insomma, il personaggio e le sue macchiette.
Leggo su Il Sole24Ore: “I comici vanno al potere, quando non c’è nulla da ridere”. In Brasile - per dire - ha ottenuto una massa di voti un certo Tiririca, un clown semianalfabeta. Il suo motto è stato “...non sarò peggiore degli altri che vi governano”.
La questione riguarda anche la nostra città. A Vasto le avvisaglie sono chiare, nella primavera prossima andremo a eleggere e formare una nuova Amministrazione “tutti insieme” e ciascuno per proprio conto e interesse. Ognuno - soprattutto i fuoriusciti o i “non appartenenti” - mettendo in campo una propria Lista, civica ma partigiana, e un Programma, comune ma individuale, alpiù di quartiere o di ...portone. Si pongono tutti come “diversi” sulla scena della comunicazione, e al tempo stesso fanno appello alla “condivisione”, al consenso “trasversale”, persino all’araba fenice dell’unanimismo, detto anche “il Bene Comune”. Inviterei a riflettere che l’inesplicabile mistero “uno e trino” è solo quello grande e ultraterreno posto ai fedeli dalla religione cristiana. Tutti gli altri sono soltanto invenzione utilitaristica dei sempre più numerosi “clown”, alla Tiririca o alla Grillo. Volendo si può anche riderci sopra, o incredibilmente ...riderci addosso, ma così avalliamo la nota commedia degli equivoci in cui non sai mai che ‘faccia’ abbia sulla scena quello, dove stia e con chi quell’altro. Ma costoro, come possono chiedere ai cittadini d’essere “consapevoli” e “responsabili” nella propria scelta?
Dalla platea della gente qualcuno urlerà, e a ragione: “Irresponsabili ci sarete voi”!
Giuseppe F. Pollutri
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