giovedì 22 aprile 2010

Ex Tracciato FS: Fernando D'Annunzio va oltre

CON IL CAMBIO DEL NUOVO TRACCIATO, LE FS NON HANNO AUTOMATICAMENTE RINUNCIATO AL VECCHIO? ...Quindi ci spetta gratis!
Ciao Nicola
Premessa: Volevo apporre un commento all'articolo riguardante l'ex tracciato ferroviario, ma, dall'alto della mia inesperienza, non ho capito come si fa, comunque ho notato che i "commentatori" sono pochissimi e sempre gli stessi; non vorrei che altri trovassero le mie stesse difficoltà ad accedere alla possibilità di lasciare commenti.
Tornando all'articolo in questione e al commento di G. F. Pollutri, anch'io la penso allo stesso modo e già da tempo mi pongo le stesse domande, ma voglio aggiungere qualche altra "bella domanda" che, almeno a me "sorge spontanea" (sempre sperando che qualcuno "possibilmente dall'alto e possibilmente ben documentato, possa dare dei ragguagli sull'argomento).
Domande: L'Ente Ferrovie (o come altro si chiama), per passare sotto Vasto con il nuovo tracciato, ha pagato qualcosa a qualcuno? (Come minimo in cambio della concessione del nuovo tracciato dovrebbe riconsegnare il vecchio, magari bonificandolo del tutto!)
Poi visto che la soluzione del nuovo tracciato è stata, penso, una scelta dello stesso Ente, non si dovrebbe intendere che ha, automaticamente, rinunciato al vecchio? E allora da dove nascerebbe la pretesa dei 50 milioni di euro?
Ce ne sarebbero ancora altre di domande, ma per oggi mi fermo qui.
Ciao
Fernando D'Annunzio

6 commenti:

Francescopaolo D'Adamo ha detto...

merito alle discussioni intorno all’utilizzo delle aree di risulta del vecchio tracciato ferroviario, il quale, ribadisco, è stato smantellato con eccessiva fretta, e soprattutto per quanto riguarda le acquisizioni di queste aree, dopo essere più volte intervenuto in passato anche con proposte fattibili, mi viene ancora da porre alcune domande.
Di chi erano i terreni prima della realizzazione della strada ferrata? A quali condizioni questi terreni sono stati tolti ai proprietari? Da parte di quale ente?
Se esiste ancora qualche contratto stipulato da questo ente e coloro che possedevano queste terre, sarebbe il caso di leggerne le clausole.
Nel caso queste aree, sono state espropriate dallo Stato Italiano, per quale ragione, ora che hanno terminato la loro funzione, non tornano a questo? Di conseguenza, lo stato stesso potrebbe consegnarle ai comuni in cui esse ricadono o concederle in locazione a privati, come propone il presidente della Confcommercio Angelo Allegrino. Se invece sono state espropriate per pubblica utilità, ora che questa è terminata, le aree potrebbero essere riconsegnate agli eredi dei legittimi proprietari, o in mancanza di questi al demanio (come sopra) o ai comuni, che quindi potrebbero farne uso consono ai loro bisogni ed alla loro idea di sviluppo.
Se le aree sono state requisite, espropriate, acquistare ecc. da privati allora il discorso cambia.
Ho letto in questi giorni, diversi interventi in merito all’utilizzo delle aree di risulta e anche se non capisco perché non si possa lasciare l’ambiente selvaggio ( a parte l’amianto e tutte le scorie lasciate dai treni, in questi lunghi e gloriosi anni) concordo con molte delle proposte fatte. Qualcuno però mi dovrebbe spiegare perché queste aree sono di proprietà delle Ferrovie dello “Stato” e non del popolo italiano. Mi spiego meglio perché lasciare che si speculi sulla gestione di un patrimonio di tutta la collettività.

Ciccosan ha detto...

Non vengo dall'alto e non sono ben documentato; mi arrangio.
Queste riflessioni sull’ex tracciato, varrebbero allo stesso modo per l’area e i manufatti della vecchia stazione ferroviaria. Mi sembra di aver letto che il Comune abbia avuto quest’area in concessione che comunque rappresenta l’atto di un proprietario verso un usufruttuario, anche se a titolo gratuito.
Già nel 1985 si costituì l’ente Ferrovie dello Stato dotato di “personalità giuridica ed autonomia patrimoniale, contabile e finanziaria, ai sensi dell’art.2093 del C.C.”. Questo significa che furono conferiti a quell’ente tutti i beni necessari a svolgere il servizio ferroviario e la legge costitutiva dell’ente Ferrovie stabiliva che di tutti i beni funzionali al pubblico servizio “..l’ente ha piena disponibilità secondo il regime civilistico della proprietà privata, salvi i limiti su di essi gravanti per le esigenze della difesa nazionale”.
Cioè c’è stato un passaggio per legge da un regime demaniale ad un regime patrimoniale. In altre parole le Ferrovie dello Stato prima e Trenitalia adesso sono proprietari a tutti gli effetti di quei beni, tra cui il demanio ferroviario, conferiti dalla legge.
Quel tracciato non è più demanio; di fatto lo Stato quei terreni, espropriati o non in precedenza, se l’è rivenduti alla società Ferrovie dello Stato.
Non dimentichiamoci che espropriare significa acquisire la proprietà definitiva, anche forzosamente, per un interesse pubblico. Non è una occupazione temporanea. Tant’è che l’espropriato viene pagato in via definitiva.
Si può discutere se la proprietà ce l’ha di tipo “disponibile”, cioè ci fa quello che gli pare, oppure “indisponibile” e quindi è soggetta a dei vincoli. Visto che ne ha stabilito il prezzo, deduco che è in regime patrimoniale disponibile.

Se Trenitalia aggiunge un tracciato, deve comprare il terreno, o dal privato o dal demanio. In entrambi i casi, svolgendo una funzione di pubblica utilità se il privato fa resistenza lo Stato interviene con l'esproprio.
Secondo voi quelli della NO-TAV i terreni del tracciato in superficie li hanno venduti liberamente o sotto esproprio?
Non siamo proprietari del sottosulo, anche se compriamo la superficie; solo con le autorizzazioni siamo abilitati a fare le cantine e i garage interrati, ma se troviamo oro o petrolio non sono nostri ma dello Stato.
Attenti a portarsi a casa un bidoncino di acqua di Casarza o un sacchetto di sabbia; sono beni demaniali e ci sono multe salate.

giusfra ha detto...

E' indiscutibile che queste aree 'dismesse' perchè non più necessarie all'esercizio assegnatogli dallo Stato, Le Ferrovie (dello Stato) pur avendole ricevute in "patrimonio" (dallo Stato), in realtà non le hanno mai acquistate. I cittadini, la popolazione, e per essi lo Stato, hanno tutto il diritto di rientrare in possesso - per altra pubblica utilità - di quei territori. Ope legis..., ed è finita la storia. Naturalmente, come scritto da Pollutri, non si muove foglia ...che il politico non voglia! E' inutile che ci giriamo intorno.

Ciccosan ha detto...

Mi sembra molto semplicistico ragionare così. Adesso stiamo ad invocare il politico locale che, stile zio Remo, infili l'emendamento pro domo nostra in qualche leggina.
Parliamo di acquistato come se uno entra in negozio compra paga e va a casa.
Piaccia o no, c'è una società per azioni, del tutto simile alle altre quotate in borsa, che deve rendere conto innanzitutto a normativa europea in questioni di bilancio; non dimentichiamoci che in faccende economiche non siamo più padroni in casa nostra e per nostra volontà.
Quei terreni sono alla voce "immobilizzazioni materiali - terreni e fabbricati" (fanno parte dei 794.138.421 € del bilancio consolidato 2008). E' una voce attiva che nei bilanci si confronta con quelle passive, come su due piatti di una bilancia.
Le aziende stanno bene se il braccio è in equilibrio, meglio se pende dalla parte attiva.
Quei 50 mil stanno su uno dei due; se li togli, si squilibra e qualcuno deve mettere rimmetterceli per riportare l'equilibrio.
Non è detto che siano i comuni, può essere anche lo Stato, ma se lo fa incorre in un rilievo pesante della Commissione Europea che non consente aiuti di Stato a fondo perduto.
Se non ci si vuole girare attorno bisogna passarci in mezzo; in mezzo significa affrontare questi problemi che non si possono aggirare alladipietro.
Sarebbe già altamente positivo che si imponesse alle FS di non vendere a privati (può farlo domani mattina). Poi che le venisse imposto il comodato d'uso gratuito a favore dei Comuni.
Siccome ci vogliamo fare qualcosa che arricchisce quel patrimonio (e mi chiedo con quali soldi), può essere che FS partecipino in qualche misura.

giusfra ha detto...

1. Lo stato siamo noi
2. Lo Stato è fatto anche da uno zio Remo e/o da tanti zio Remo che a) rispondono dei loro atti ai cittadini, b) vogliono il bene dei loro territori e dei suoi cittadini
3. Lo Stato, quei terreni, tenendo presente perchè e per cosa glieli ha dati, glieli toglie alle Ferrovie (come che sia giuridicamente). Non è semplicistico e nell'esplicazione normale quanto doverosa di uno stato di diritto ...democratico (hai presente il significato della parola?)
4. Se dici che "è roba sua", come glielo impedisci di vendere a privati, come glielo imponi "il comodato d'uso"?
5. Pollutri nella sua scherzosa nota ha fatto una battuta su leggi "alladipietro", ma è così che funziona: lo Stato decide, da e toglie, con una legge (hai presente D'Amato che in una notte ci portò via soldi dal conto in banca o alla posta?)
6. Lo Stato nel riprendersi i terreni da FS, sia pure con una partita di giro contabile, non regala proprio niente a nessuno: lo da in uso alle Regioni, Provincie, Comuni ...cioè a se stesso, al demanio, allo Stato, alla popolazione del luogo
7. Possibile che sempre, per sciogliere in modo draconiano certi nodi burocratici, occorra fare rivoluzioni?
8. Io dico no: basta applicare alla lettera, nella sostanza, la democrazia
9. se la popolazione di un territorio non può essere padrone in casa del proprio territorio pubblico, che demo-crazia è?
10 L'Europa? Se nei fatti impedisce che si eserciti liberamente i propri diritti democratici, privati e pubblici, sbaglia l'Europa, sono sbagliate le leggi che i politici europei si son date. Come e se le hanno fatte nel modo sbagliato, hanno modo e diritto di correggerle e farne altre.

Finale: diversamente ...ma di che stiamo a parlare?

Ciccosan ha detto...

L’Etat s’est moi! Lo disse Luigi XIV, appunto un monarca. Nella nostra Repubblica lo Stato è fatto dai cittadini dalle istituzioni dalle leggi nazionali e dai trattati internazionali.
Ma tu questo lo sai bene, Marino, e non credo che questa debba diventare una disputa tra me e te.
Cosa sia e cosa c’entri la democrazia in questa discussione, me lo spiegherai un’altra volta.
Qui mi preme solo ribadire che si tratta di diritto civile perché FS è diventato un privato. Lo so che questo non piace a tutti, ma lo cose stanno così.
Nessuno di noi, spero, pensi di prevaricare i diritti di qualcuno a vantaggio dei propri.
Se leggiamo l’articolo che ci linka Nicola sull’incontro con FS (più probabilmente con RFI, una controllata da FS), ritroviamo le stesse considerazioni di chi si è trovato seduto al tavolo e ha avuto di fronte un privato.
Poteva essere l’impresa Spadaccini F.Paolo SpA (mio nome), sarebbe stata la stessa cosa dal pnto di vista del diritto reciproco.
Tra l’altro qui non stiamo parlando di un terreno sul quale debba sorgere un ospedale o una batteria di missili antiaerei, nel qual caso si potrebbe ipotizzare l’esproprio che pure devi pagare; stiamo parlando di valorizzazione del territorio a fini turistici e commerciali.
Paradossalmente stiamo aumentando il valore commerciale del terreno esaltandone i pregi e le finalità.
Forse lo Stato., Min.Tesoro, azionista unico di FS potrà decidere di rimetterci 50 mil., non virtuali ma reali, ma dovrà spiegare agli altri Ministeri dove li prende e perché lì si e altrove no.
Per adesso stiamo interloquendo con funzionari di società private che fanno il loro mestiere; e continueranno fino a quando qualcuno dirà loro di modificare atteggiamento.