sabato 19 novembre 2022

Quando Vasto aveva il suo "Osservatorio Meteorologico"


A spese del Municipio e con l’appoggio dell’onorevole Francesco Castelli, s’impiantò nel Convento di Sant’Onofrio a Vasto un Osservatorio Meteorologico.
Inaugurato nel 1877, alla presenza di Padre Francesco Denza (1834-1894), direttore generale della Società Meteorologica Italiana, l’Osservatorio cominciò il suo regolare funzionamento solo nella primavera del ’79, entrando a far parte della rete meteorologica italiana, che contava allora già 113 stazioni, che eseguivano i rilevamenti tre volte al giorno.

In Abruzzo e Molise, l’Osservatorio di Vasto era il secondo, preceduto solo da quello dell’Aquila, mentre nel 1881 si aggiunsero quelli di Chieti ed Agnone.

L’Osservatorio di Vasto era fornito dei seguenti strumenti: barometro Fortin, termometro a massima ed a minima, psicometro a ventilatore, bussola, pluviometro, evaporimetro, anemometro Denza, termometro Bertelli; più tardi si acquistò anche un sismografo Cecchi, ma non fu mai messo in opera.

Per circa dieci anni l’Osservatorio lavorò con regolarità, ma nel 1890 le rilevazioni furono interrotte per le dimissioni del direttore della stazione Giocondo Sirolli, e ripresero solo due anni più tardi quando l’Osservatorio venne trasferito all’Aragona, sotto la direzione di Alfonso Travaglini.

I problemi continuarono anche negli anni successivi, tanto che in poco tempo l’Osservatorio cadde nell’abbandono più totale.
A tal proposito, in una lettera scritta il 14 giugno 1897 da Germano Grassi, direttore della R. Scuola Tecnica Gabriele Rossetti, indirizzata al sindaco di Vasto Luigi Nasci, si legge:

“Nella visita che ieri ho fatto, in compagnia del prof. Nigri, alla Specola Municipale riscontrai che per poter ripristinare le osservazioni meteorologiche è necessario di sistemare gli apparati… Gli apparati sono tutti arrugginiti. V’è un sismografo nuovissimo che giace abbandonato coi pezzi, tuttora avviluppati nella carta, dispersi alla rinfusa. E’ uno strumento che costa quasi un quattrocento lire!
Alcuni degli apparecchi della vecchia Specola giacciono tuttora all’Ospizio di S. Onofrio, ove il compianto Denza la avea dapprima impiantata. In nome della scienza e per il lustro di questa città io fo voti vivissimi che V. S. I. voglia provvedere alla definitiva sistemazione di quella Specola, dispostissimi tant’io che il prof. Nigri a prestare l’opera nostra non solo gratuita ma appassionata e premurosa quant’altra mai”.

Lino Spadaccini

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