lunedì 4 maggio 2009

"L'Amico del popolo" ha 60 anni


IL 3 APRILE DEL 1949 USCIVA IL PRIMO NUMERO DEL SETTIMANALE DIOCESANO L’AMICO DEL POPOLO
Il 20 giugno la celebrazione ufficiale della ricorrenza al Teatro MarrucinoLa drammatica situazione che si è creata in Abruzzo, in seguito al terremoto, ci ha fatto mettere in secondo piano nel mese di aprile, che si è appena concluso, un evento importante per l’informazione cattolica in Abruzzo: il 60 anniversario de L’Amico del Popolo, il settimanale della nostra Arcidiocesi di Chieti-Vasto. Il primo numero, infatti, vide la luce il 3 aprile 1949, con una presentazione dell’allora Arcivescovo di Chieti (che era anche Amministratore p.p. di Vasto) Mons. Giov. Battista Bosio, che tra l’altro sottolineava: “E’ il settimanale per il popolo nostro; è per tutti. Vuol portare a tutti ogni settimana la voce viva della Chiesa, l’eco degli avvenimenti più notevoli della Patria e del mondo, visti nella luce del pensiero cristiano… Esso vuole essere una scuola per la formazione di cattolici istruiti e ferventi, capaci di portare con l’esempio e con la parola lo spirito del Vangelo nella vita sociale”.Per ricordare la ricorrenza l’attuale Direttore, don Rocco D’Orazio, ha voluto regalare ai lettori copia anastatica di quel primo numero, dove, tra l’altro, è riportata la notizia, da Vasto, di un incisivo corso tenuto agli uomini nella Cattedrale di S. Giuseppe dal Can. don Salvatore Pepe nella ricorrenza della festa di S. Giuseppe.La celebrazione ufficiale del 60.mo avverrà al Teatro Marrucino di Chieti il 20 giugno 2009, con testimonianze e dibattiti e con il commento musicale conclusivo di Gabriele Di Iorio e dell’Orchestra del Teatro. Naturalmente, in quella circostanza un posto di rilievo l’avrà il ricordo di don Mario Di Cola, colui che ha diretto il giornale per tanti anniE a quanti si chiedono “perché” celebrare una tale ricorrenza, il direttore don Rocco così risponde: “Perché vogliamo riappropriarci di questo importante servizio di collegamento; perché vogliamo partecipare attivamente alla vita della nostra Chiesa locale, conoscendola e vivendola in prima persona; perché vogliamo sostenere uno strumento utile di annuncio e di formazione; perché vogliamo lasciarci guidare dal magistero del Pastore diocesano; perché vogliamo mettere in rete la straordinaria ricchezza delle nostre comunità; perché vogliamo uscire dall’irrilevanza sociale a cui ci destinano gli altri media e perché vogliamo dialogare nella verità con essi”.

LUIGI MEDEA

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