lunedì 4 maggio 2009

Come ci vedono dall'estero

Una riflessione di NICOLANGELO D'ADAMO
L’ITALIA E’ UN PAESE SEMILIBERO
Pochi giornali hanno dato la notizia del declassamento dell’Italia da Paese libero (free) a Paese semilibero (partly free). La graduatoria non è stata fatta dai soliti giornali comunisti, che secondo Berlusconi sarebbero riusciti ad ingannare persino la moglie, ma è stata stilata da una società americana la Freedom House (Casa della Libertà – che ironica coincidenza! ) che dal 1980 esamina lo stato dell’informazione in 195 Paesi del mondo. L’Italia è l’unico paese dell’Europa occidentale ad essere stato relegato al 75 posto, appunto tra il paesi semiliberi dopo Benin e Israele, a pari “merito” con la Turchia! Tra le motivazioni a base della sentenza, l’Istituto americano inserisce la “eccessiva concentrazione della proprietà dei media” (è facile pensare alla perversa legge Gasparri).
Dei 195 paesi esaminati dall’Istituto Freedom House, 70 sono classificati “free”, 61 “partly free) e 64 non liberi.
Comunque la si legga la notizia, solo in un paese poco libero un giornale di regime, che abusa del titolo di “Libero”, si permette di pubblicare in segno di scherno tre foto di una donna a seno nudo che ha la sola colpa di voler divorziare. Purtroppo lei si chiama Veronica Lario ed il marito Silvio Berlusconi.

1 commento:

Ciccosan ha detto...

Non credo che "Libero" sia un giornale di regime così come non lo è "La Repubblica" e nemmeno "Il Manifesto". Queste etichette sono un po' superficiali e fanno parte di un linguaggio politico che ormai tutti siamo in grado di discriminare.
Che in Italia ci sia poco libertà di stampa o di espressione è una ridicolaggine che solo nei salotti progressisti si può far finta di credere.
Piuttosto dobbiamo dire che in Italia c'è una "scarsa qualità" di informazione piuttosto che poca libertà di essa.
L'errore è scambiare la mancata diffusione di una notizia con la libertà di informazione. Da sempre, editori e giornalisti, discutono sull’impaginazione delle notizie, scegliendo quelle che possono interessare i propri lettori e scartando le altre, e sono convinto che in nessuna redazione circolino i commissari politici.
Solo il pensare che Corsera o Repubblica o l'Espresso o Il Manifesto o La Stampa o L'Unità ... accettino che qualcuno suggerisca loro, o peggio imponga, la pubblicazione di una notizia o la non pubblicazione, è una scemenza colossale.
E' più probabile che la notizia sia stata giudicata talmente ridicola che molti giornali si sono guardati bene dal pubblicarla.
Come quella, di un’altra di questi osservatori internazionali, che vedrebbe l’Italia alla deriva del razzismo, mentre è sotto gli occhi di tutti che non riusciamo nemmeno ad espellerli con tanto di sentenza.