martedì 28 maggio 2019

I DEBITI DI CESARE MICHELANGELO D'AVALOS: IL SEQUESTRO DI 13 TIZIANO E ALTRI 70 QUADRI

QUANDO PALAZZO D'AVALOS ERA STRACOLMO DI OPERE D'ARTE  tra cui Venere allo specchio di Tiziano
Tiziano Venere allo specchio, presente a Palazzo d'Avalos, fino ai tempi di Cesare Michelangelo D'Avalos. Ora nel National Gallery of Art di Washington.

Singolare "parabola" di un personaggio vastese 
Cesare Michelangelo D'Avalos
 (archivio Lino Spadaccini)
CESARE MICHELANGELO D'AVALOS 8° MARCHESE DEL VASTO
Condusse una vita brillante e fastosa: accumulando ingenti debiti!


di Giuseppe Catania

Cesare Michelangelo D'Avalos, 8° marchese del Vasto e di Pescare, è passato alla storia per le sue esaltanti gesta e per la vita brillante e fastosa che conduceva nel suo maestoso palazzo che,dall’alto guarda il golfo lunato della marina, circondato dal rigoglioso giardino napoletano.
Fu protagonista dell'avvenimento storico dalla collazione dell'insegna cavalleresca del "Toson d'Oro" –
su incarico dell'Imperatore d'Austria,Carlo VI - al Contestabile del Regno, Fabrizio Colonna, sposo alla Principessa Caterina Salviati.

La cerimonia avvenne a Vasto il 23 ottobre 1723 a Palazzo D'Avalos con grande sfarzo e concorso di nobili e dignitari civili, militari e religiosi.

Cesare Michelangelo D'Avalos nacque il 15 gennaio 1667 da Diego e Francesca Carafa e sposò Ippolita D'Avalos di Troia.

Leopoldo I, con diploma del 2 marzo 1704, gli conferì la dignità di principe del Sacro lomano Impero, in cui si elencano tutti i titoli nobiliari di cui era insignito.

A lui si deve la coniazione delle sue monete di "ostentazione", tra cui lo zecchino d'oro, il tallero ed il mezzo tallero d'argento, nella zecca bavarese di Augusta. 
Tallero con la figura di Cesare Michelangelo
(da Vastophil)
Ultimo rampollo di una dinastia, perchè morto senza discendenti diretti, fu un personaggio quanto mai bizzarro. 

Amante della bella vita, irriducibile viveur, benché sposato con Ippolita D'Avalos,donna di eccezionali virtù, condusse una vita brillante e fastosa.

Il 13 ottobre 1701 venne dichiarato ribelle dal re Filippo V di Borbone , perchè fedele al partito austriaco, e fu costretto a fuggire da Vasto, per riparare a Vienna. In questa città condusse una vita lussuosa tra eleganze da fiaba, accumulando molti debiti.

Dopo la sconfitta spagnola e il passaggio del regno sotto la dominazione austriaca, nel 1713 Cesare Michelangelo D’Avalos rientrò a Vasto. Nel 1723 – come si diceva - tenne questa grande festa per il Toson d’oro. Nel 1729 lo colse la morte.

La sua disastrosa situazione finanziaria mise a "tappeto" tutti i beni custoditi nel palazzo a Vasto.

Termina,così miseramente, l'ingente patrimonio artistico dei D'Avalos, accumulato diversi secoli prima da un Cesare D'Avalos, sposo di Lucrezia Del Tufo, primo Marchese del Vasto.

Per coprire gli ingenti debiti accumulati dal marchese, al momento dell'inventario e del sequestro, nelle diverse sale del palazzo sono indicati 83 quadri dipinti:

· tredici del Tiziano (tra cui la superba Venere allo specchio");

· quattro di Raffaello;

· tre di Rubens;

· due di Paolo Veronese;

· nove di Guido Reni;

· nove di Luca Giordano;

· quattro di Annibale Carracci;

· 4 del Barrocci;

· tre dello Spagnoletto;

· quattro di Salvator Rosa;

· due del Durer;

· quattro del Farelli;

· quattro del Vaccaro;

· cinque del Tasso;

· otto del Bassani;

· tre tele fiamminghe;

· due del Waerhelen;

· due splendide maioliche dipinte da Raffaello di 40 centimetri incastonate in filigrana

· d'argento con piede di oro massiccio.

E ancora:

· 63 quadretti di rame con cornice d'oro;

· 58 arazzi di inestimabile valore;

· 15 lampadari di cui cinque di oro massiccio;

· tre tavole d'oro scolpite;

· cinque scrigni di ebano incastonati di pietre preziose;

· sette baldacchini;

· 19 specchi;

· 130 sedie scolpite, ed altri beni.

Da sottolineare che Raffaello Sanzio, durante la sua vita, dipinse solo cinque maioliche e se si considera la rarità, un solo vaso oggi avrebbe un valore di quasi cinque milioni di euro.

GIUSEPPE CATANIA



ATTO DI NASCITA DI CESARE MICHELANGELO D'AVALOS
(Dal libro dei Battesimi di S.Maria)

" A lì 19 gennaro 1667 è stato dell’ill.mo et Rev.mo Niccolò Rudolovicco arcivescovo e Conte di Chieti, battezzato un figliolo nomine Cesare, Michele, Angelo, Giuseppe, Domenico, Tomaso, Francesco Nicolò, Pietro, Celestino, Cosmo, Damiano, Paolo, Mauro, Antonio, Oronzio, Berardino, Sebastiano, Gioacchino, Felice, che Dio l'alleva, nato alli 15 di detto, dalli Ill.mi et Ecc.mi Coniugi Sig.Don Diego D'Avalos Marchese del Vasto et Sig.ra Donna Francesca Carrafa, et è stato tenuto al Sacro Fonte dal Rev.mo Padre Fra.Raffaele Sena, dell'ordine dei Predicatori et dalla Signora Elisabetta D'Alois. L'uno Come Procuratore dell'Ill.mo Sig. Don Francesco Maria Carrafa et l'altra come Procuratrice della Rev.ma Madre Suora Rosina Sanfelice, Monaca del Monastero di S.Chiara nella Città di Isernia."


Il marchese Cesare Michelangelo D'Avalos, morì a 62 anni,il 27 agosto 1729 per infezione malarica,di ritorno da Napoli.
In segno di carità cristiana,volle farsi seppellire dietro l'altare maggiore della chiesa di San Francesco di Paola (oggi chiesa dell'Addolorata), da lui fatta ricostruire nel, sito ove era l'antico convento dei Paolotti, prospiciente piazza Rossetti.
Oggi nessuna lapide è visibile che ricordi la casata, il nome, i titoli e i meriti di questo nobile personaggio.
Una ricognizione della tomba potrebbe riportare alla luce la personalità politica del D'Avalos (e certamente anche il monile del "toson d'oro"), che l'Imperatore Carlo VI d'Austria considerò "vassallo leale di qualità eccezionali per la fedeltà e per gli ispeciali servizi resi alla sua casa".
G.C. 

Nessun commento: