Formazione professionale:
prima l’analisi dei fabbisogni, poi corsi con sicuro sbocco di lavoro
Necessita una visione d’assieme per un piano unico di offerta formativa regionale basato sulle reali esigenze del mondo del lavoro
La ripartenza dei corsi al Centro di Formazione Professionale Salesiani di Vasto, a cui ZonaLocale settimane fa ha dato ampio risalto, ha fatto riaccendere i fari su un tema di notevole importanza per il sistema economico del nostro territorio, dell’Abruzzo e dell’Italia intera.
Come si sa, la formazione professionale è di competenza regionale. E’ un percorso scolastico professionalizzante per giovani che vogliono entrare subito nel mondo del lavoro, senza dover compiere lunghi studi per arrivare ad un diploma o ad una laurea. Tali corsi prevedono un biennio/triennio di studi con prevalenza di materie pratiche e specialistiche che portano alla necessaria competenza di quella figura professionale.
I corsi sono svolti dai centri di formazione professionale regionali oppure di enti privati accreditati dalla Regione, sia per studenti che disoccupati.
Per dare un’idea di cosa stiamo parlando, ecco alcune tipologie di corsi organizzati in Abruzzo negli ultimi anni: installatore di impianti elettrici industriali, operatore termoidraulico, operatore dei servizi di promozione e accoglienza, operatore delle produzioni alimentari, meccanico, parrucchiere e via dicendo.
Il 1° ottobre la Regione ha annunciato il progetto di 17 nuovi corsi IeFP (istruzione e formazione professionale) finanziati nell’ambito della programmazione PNRR e FSE Plus. “Si tratta di un’occasione irripetibile – ha detto l’assessore all’Istruzione Roberto Santangelo – perché per la prima volta la Regione dà il via libera a 17 corsi con un impegno finanziario senza precedenti di 4 milioni di euro. Questo significa che le famiglie e i giovani avranno di fronte un’ampia offerta formativa di base che darà modo di fare una scelta più rispondente alle attitudini del giovane nella prospettiva di entrare nel mondo del lavoro”. Nel comunicato l’invito ai centri di formazione regionali a presentare le loro proposte: “I progetti IeFP possono essere presentati dagli organismi di formazione entro il 12 ottobre 2024 caricando la proposta e tutta la documentazione necessaria sullo sportello digitale della Regione Abruzzo, all’indirizzo sportello.regione.abruzzo.it “.
In altre parole sono i centri di formazione a stabilire che tipo di corsi fare. non la Regione. Ed i centri a volte scelgono bene, a volte male. Un esempio positivo: il corso dei Salesiani di Vasto per “Operatore dei Sistemi e Servizi Logistici”, è stata una buona scelta perché in zona operano importanti aziende come Amazon, Adrilog, Agenzia Marittima Vastese, Cinquina, Cianciosi ed altri ancora. Perché alla fine il risultato più importante di ogni corso è che poi abbia sbocchi di lavoro.
Però non sempre succede così. E allora?
E allora la prima operazione da fare è cercare di studiare a fondo le linee di sviluppo socio-economico del proprio territorio e dell’intera regione Abruzzo per capire come si evolve il mercato del lavoro. La situazione è che già da oggi le aziende faticano a trovare personale specializzato e non, sebbene in Italia il tasso di disoccupazione sia ancora alto.
Seconda operazione è far viaggiare a braccetto in Regione: lavoro e formazione professionale. Vale a dire, dare sostegno alle imprese per mantenere e per creare nuovi posti di lavoro, e procedere alla riorganizzazione della Formazione Professionale. Questa operazione richiede “visione unica” e le due competenze non possono rimanere in mano a due assessorati diversi.
Terza operazione è varare un unico piano pluriennale di formazione professionale sulla base dei dati emersi dalle approfondite analisi di cui sopra, in cui sia chiaro dove va l’economia e il mondo del lavoro. Tale programmazione deve puntare sia sulle figure professionali del futuro, che sui lavori tradizionali, perché se cerchi un falegname per aggiustare uno sportello dell’armadio comunque lo devi trovare!
L’obiettivo è chiaro, ma come fai a raggiungerlo se prima non fai l’analisi dei fabbisogni, presenti e futuri, del mondo produttivo ? E’ proprio su quella base che si stabiliscono i percorsi formativi, in un quadro d’assieme a livello regionale: questa è la sfida.
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