giovedì 5 settembre 2024

Giuseppe Tagliente: "Una mia riflessione sulla sanità locale"

 riceviamo e pubblichiamo

Una mia riflessione sulla sanità locale

di GIUSEPPE TAGLIENTE

Leggo che domani mattina verranno inaugurati  in pompa magna a San Salvo la Casa di Comunità e l'Ospedale di  Comunità e la circostanza non può che farmi piacere, esattamente come mi ha rallegrato la recente inauguraziome nella stessa Citta consorella del  cosiddetto COT , acronimo di  Centrale Operativa Territoriale, la struttura delegata a prendersi carico delle persone nella fase post-ospedaliera. Alcune considerazioni però non

posso esimermi dal fare a margine di questi avvenimenti, se non altro per stimolare risposte che non trovo, almeno sul piano della logica.

La prima e più importante delle questioni che vorrei porre riguarda il criterio a cui si attiene la Asl nell'impiego delle risorse finanziarie,  derivanti  in questo caso dal PNRR  (Piano nazionale di Rpresa e Resilienza). 

La questione non è di poco conto perchè mi sembra di poter dire con assoluta tranquillità che esiste un grosso squilibrio tra quanto  è stato impegnato per San Salvo ( 3.500.000 euro per le sole strutture inaugurande) e quanto per altre  località, a cominciare da Vasto. 

C'è una logica in tutto questo? 

Se c'è vorrei saperlo, così come gradirei sapere perchè alla velocità con cui si procede a realizzare strutture e servizi a San Salvo non corrisponde uguale solerzia da parte della direzione generale della Asl.per quelle individuate per Vasto, a cominciare dall'ospedale di comunità che dovrebbe essere realizzato ( ma quando?) presso l'ex Inam di via Michetti.

 Non credo di fare dello stupido campanilismo nel porre queste domande ma di porre sul tappeto problematiche che non vengono sollevate dai politici a tutti i livelli di rappresentanza, sia locale che regionale e/o nazionale e nel fare appello ad un criterio di programmaziome seria ed equilibrata delle risorse.E che logica c'è , mi vien da aggiungere, in tutto questo se a questa cascata di denaro pubblico speso a macchie non uniformi di leopardo corrisponde il degrado continuo, inarrestabile del presidio sanitario principale ?  Ma che direttore generale è mai questo che ci ritroviamo (soltanto Dio sa perchè !) se rincorre ed asseconda la facile politica clientelare e di favori e non vede che il San Pio, in barba al nome, non registra un benchè minimo miracolo ed il riguardo che gli è dovuto come ospedale di primo livello?  

I reparti sono ridotti al lumicino; i medici scappano o non vogliono venire; il personale sanitario, tecnico e manutentivo è a ranghi ridotti; la mensa non funziona; l'obitorio somiglia a quello dell'ospedale di Mogadiscio; le apparecchiature sono obsolete ed anche quelle piu moderne funzionano male, come, ad esempio, la RMN che per quanto nuova non è in grado di fare esami con mezzo contrasto, e il Direttore generale pensa a rincorrerre...farfalle. 

Mi chiedo: c'è forse un disegno dietro a tutto questo? 

Si nasconde qualcosa dietro questo depotenziamento dell"ospedale e dietro il silenzio ch'e calato dopo le elezioni regionali intorno alla realizzazione della nuova sede?  

Lo ignoro, seppur sono portato a pensare qualcosa, ma la politica, i partiti, (tutti beninteso, di destra come di sinistra) i deputati, i senatori, i consiglieri regionali, i sindaci che fanno?

GIUSEPPE TAGLIENTE

1 commento:

Vasto in moto ha detto...

Il quadro della situazione riportato dall'avv. Tagliente è incontestabile. Ognuno si faccia la propria idea sulle ragioni e sulle responsabilità: sono forse più di 30 anni che Vasto, piaccia o non piaccia, con le varie amministrazioni che si sono succedute, è in costante declino, nel pieno di uno stallo politico e di visione del futuro che, al momento, sembra destinato a continuare a beneficio soprattutto di S. Salvo ed, altresì, a detrimento del Vastese che ogni giorno deve fronteggiare il peggioramento dei servizi (sanitario, idrico, dei trasporti pubblici, ecc..). Non sembra proprio che ci siano le figure dello spessore culturale e politico necessario per rimetterla al centro del suo territorio e della considerazione regionale. Un vero peccato, viste le indiscutbili potenzialità che, in passato sfruttate, portarono crescita e benessere.