Fusione Vasto - San Salvo: 50 anni fa il piano di Kurokawa, idea sempre valida!
Cercasi politico che la rilanci. “Fare massa” per contare di più è un concetto molto semplice, ma si può fare solo con la condivisione dei più. Kurokawa nei suoi libri parla del piano Vasto San Salvo con spunti interessanti. Per la prima volta pubblichiamo alcune pagine.
Il noto architetto giapponese Kisho Kurokawa all'epoca giovane 40enne |
Cinquant’anni fa, il 30 aprile 1974, venne presentato a Vasto lo storico progetto redatto dall’architetto giapponese Kisho Kurokawa (1934-2007) dal titolo “Piano Intercomunale Vasto San Salvo”. Una grandiosa idea dell’allora sindaco Nicola Notaro che mirava a unire Vasto e San Salvo al fine di sprovincializzare la nostra zona, dotandola di un piano lungimirante che avrebbe portato ricadute positive su tutto il comprensorio.
L’evento merita di essere ricordato almeno per tre ordini di motivi: il primo, che l’idea, dopo mezzo secolo, è tornata di attualità con
l’avanzato iter per la creazione della “Nuova Pescara” (fusione di PE con Montesilvano e Spoltore) e con le iniziative di Isernia e Montenero che vogliono tornare in Abruzzo; secondo motivo, che l’idea è sempre valida perché solo avendo un grande Comune (fusione di Vasto San Salvo Cupello Monteodorisio) si può pretendere di avere la sede di un tribunale, alcune facoltà universitarie, un ospedale più organizzato, una bella squadra di calcio e tant’altro ancora; terzo motivo, che dopo 50 anni, bisogna superare i campanilismi e ragionare in una ottica di comprensorio per il beneficio di tutti.Torniamo all’aprile 1974: Vasto contava 22mila abitanti circa e San Salvo 10mila. “Proprio per questo - ricordava il Sindaco Notaro anni addietro in una intervista - si pensò ad un"area metropolitana", che allora poteva far diventare la nostra zona il secondo nucleo dell'Abruzzo, un polo di attrazione con una funzione turistico industriale di primo piano, come capoluogo di un comprensorio che, storicamente situato tra il Trigno ed il Sangro, poteva anche allargarsi verso sud a parte del Molise. Tutto questo all'interno dell'ipotesi di decentramento amministrativo e di riorganizzazione delle competenze territoriali delle regioni e delle province”. Insomma una grande città che potesse competere con altre grandi realtà della Regione.
Il progetto di Kurokawa presentato in quello storico 30 aprile 1974 infatti prevedeva l’insediamento della “New City” in un’ampia area di Colle Pizzuto (zona Villaggio Siv, Nuovo Ospedale ecc.), collegata ai vecchi centri storici con fasce attrezzate da destinare alla espansione urbana per favorire la fusione delle due città tramite i futuri insediamenti residenziali. E prevedeva anche tant’altro, tra cui: il coinvolgimento di Monteodorisio-Cupello-Montalfano, tanto verde, un grande stadio, un altro porto, la razionalizzazione della zona industriale Vasto-San Salvo e via dicendo.
Tutta la fase preparatoria venne condivisa con grande accordo tra il Sindaco di Vasto Notaro e quello di San Salvo Vitale Artese, ma “Quando si cercò di passare all'attuazione del progetto - ricordò Notaro anni dopo - improvvisamente ci fu un'opposizione preconcetta ed insuperabili da parte di alcuni personaggi influenti di San Salvo che bloccarono l'iniziativa”.
Pensare “alla grande” spesso non porta fortuna perché non tutti guardano alle prospettive future e così il Piano Intercomunale Vasto- San Salvo di Kisho Kurokawa naufragò completamente nel giro di qualche anno.
Secondo l’opinione di molti l’idea unire Vasto e San Salvo è sempre attuale e potrebbe offrire grandi vantaggi a questo dimenticato lembo sud dell’Abruzzo.
Raccogliendo le sollecitazioni dei cittadini, noi stessi l’anno scorso sulla scia della “Nuova Pescara” abbiamo provato a rilanciare il piano, ma i primi cittadini di Vasto, San Salvo, Cupello e Monteodorisio non hanno mostrato grande interesse sul tema. Ora alla “Nuova Pescara” si sono aggiunte le iniziative di Montenero e Isernia e quindi forse questo è il momento più adatto per riaprire un dibattito e verificare se ci sono le condizioni per mandare avanti il progetto. A farlo ovviamente deve essere la politica locale tutta: a partire dai partiti ai sindaci, e poi ai rappresentanti delle istituzioni sen. Etel Sigismondi (FdI), presidente della Provincia Menna (PD), le due importanti new entry alla Regione, l’assessore alle attività produttive Tiziana Magnacca e il consigliere Francesco Prospero, ambedue di FdI stesso partito di Marsilio e Meloni. Bisogna convincersi a tutti i livelli che solo facendo “massa” si può contare di più. E Tiziana Magnacca ha anche sotto gli occhi due virtuosi esempi di fusioni di enti che funzionano: la Camera di Commercio di Chieti e Pescara presieduta dal sansalvese Gennaro Strever e la fusione di Confindustria Chieti-Pescara-Teramo ora denominata “Confindustria Medio Adriatico”.
Questo concetto di aggregarsi per contare di più era ben chiaro 50 anni fa nella mente dell’urbanista giapponese Kisho Kurokawa (1934-2007) che propose il piano intercomunale Vasto-San Salvo.
In questa l’occasione è forse anche il caso di rendere onore al famoso architetto che, nel 1997 pubblicando “Each One a Hero: The Philosophy of Symbiosis”, nel capitolo 13 parla proprio di Vasto e San Salvo. (Ringraziamo l’amico Remo Petrocelli che ci ha segnalato queste pagine https://www.kisho.co.jp/page/310.html ).
Titolo del paragrafo è: “I fattori non economici sono "fattori di vita" nella pianificazione regionale”, anno di riferimento è il 1974.
Ecco la traduzione: “Le città di Vasto e San Salvo nel Sud Italia, lungo la costa adriatica, sono bellissime città che hanno ancora l'aspetto che avevano in epoca romana. L'agricoltura è la loro attività principale e, poiché non sono riuscite a introdurre industrie manifatturiere, il reddito pro capite dei residenti è basso rispetto a quello degli abitanti delle città industrializzate del nord Italia.
Durante un incontro pubblico sulla pianificazione locale nell'assemblea provinciale, gli abitanti hanno dichiarato che l'obiettivo della gente della loro regione non è quello di raggiungere l'alto reddito pro capite dell'Italia settentrionale. Non volevano portare nella zona fabbriche di ogni tipo e renderla simile al nord. Volevano preservare la loro bellissima costa, le loro adorabili città, i loro deliziosi piatti di mare e il loro stile di vita. Di conseguenza cercavano un piano adatto alla loro area, che tenesse realmente conto di questi loro desideri.
Sono rimasto profondamente colpito da questa dichiarazione dei vastesi e sansalvesi. Quando arriverà il giorno in cui sentiremo esprimere gli stessi sentimenti dalle persone di varie regioni del Giappone, sarà possibile creare città nel nostro paese che preservino il carattere unico di ciascuna area. Finché ogni città mira a eguagliare e imitare Tokyo, siamo destinati a vedere migliaia di mini Tokyo spuntare in tutto il Giappone; ma quanto più attraente è l'immagine delle città regionali, ciascuna diversa e ricca di carattere locale.
Se l’aumento del reddito pro capite è il principio economico guida dello sviluppo regionale, allora il carattere locale e lo stile di vita di ciascuna regione sono principi decisamente non economici. "Carattere" e "stile di vita" sono invece principi di vita, principi che garantiscono che i residenti locali possano vivere una vita più a misura d’uomo con orgoglio per il loro ambiente e la loro storia. Non possiamo permetterci di trattare questi principi della vita in modo superficiale. Oggi abbiamo bisogno di un piano di sviluppo regionale che bilanci i fattori economici e non economici”.
Da queste poche righe di Kisho Kurokawa si capisce che siamo di fronte a un genio dell’architettura moderna: peccato che a Vasto e San Salvo non gli sia stato dato la possibilità di lasciare un segno tangibile della sua opera e del suo pensiero!
Nicola D’Adamo
FOTO DI ALCUNE PAGINE DEL LIBRO DI KUROKAWA “METHABOLISM IN ARCHITECTURE” 1977, lo stadio previsto nella zona Incoronata (ultima foto) era da serie A, ma non dimentichiamo che all’epoca la ProVasto viaggiava a gonfie vele in serie C … e forse sperava di…
1 commento:
Quel progetto era il frutto di una intuizione intelligente perché avrebbe valorizzato ancor più il territorio e permesso alla nuova realtà di aspirare prima di tutto a diventare Provincia. Purtroppo prevalse, se non ricordo male, il campanilismo e l’incapacità di dare il giusto risalto al progetto che oltretutto avrebbe permesso di alleviare il disagio nostro e in particolare dei Paesi montani per raggiungere Chieti. Dino Cilli
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