domenica 24 marzo 2024

LA PASQUA A VASTO TRA PASSATO E PRESENTE

 

LA PASQUA A VASTO TRA PASSATO E PRESENTE.

Tutti i riti della Settimana Santa. Si inizia oggi con la Domenica delle Palme, seguono gli altri appuntamenti. La necessità di custodire le nostre tradizioni e di essere portatori di pace nel mondo.

 

Pasqua per tradizione è la Festa della Pace: la  chiesa con i suoi riti ci ricorda di questo grande valore, invitandoci alla fratellanza universale. Ma oggi tutto ciò non sembra interessare parecchi  governanti di popoli in guerra nel mondo, in particolare nel cuore dell'Europa e in Medio Oriente. In Italia fortunatamente questo desiderio di pace sembra percepirsi ovunque e sicuramente in ogni rito si pregherà ancor più per la concordia universale.

Tornando alla Pasqua, gli appuntamenti della Settimana Santa sono fissati dal calendario liturgico della Chiesa, ma poi ogni luogo aggiunge altri momenti, spesso legati a tradizioni secolari.  Ne è ricca la regione Abruzzo ed anche la nostra Vasto.

Da noi si parte un po’ in anticipo con la tradizionale Festa della Sacra Spina il venerdì prima delle Palme. Anche quest’anno grande partecipazione alla processione per le vie della città con la sacra reliquia con tanti fedeli e tutte le confraternite. La reliquia è una delle spine, della corona che recinse il Capo di Gesù, donata da Papa Pio IV al Marchese Francesco Ferrante D'Avalos, signore del Vasto, quale delegato del Re di Napoli Filippo II al Concilio di Trento (1545-1563).   I D'Avalos la donarono, poi, alla loro chiesa.

Oggi, con la Domenica delle Palme ha inizio la Settimana Santa, in cui viene celebrata e meditata la passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo.

In questo giorno la Chiesa ricorda il trionfale ingresso di Gesù a Gerusalemme, osannato dalla folla che lo acclama come re agitando rami di palma. In ricordo di questo avvenimento, il sacerdote benedice i rami di ulivo, simbolo di pace. Ma durante la celebrazione della S. Messa si entra in un clima di raccoglimento e viene letto il lungo e commovente racconto della Passione di Gesù.

Quando eravamo bambini la Domenica delle Palme era percepita come un giorno speciale. Si andava vestiti di tutto punto alla Messa delle 9.30 a S. Maria Maggiore con un elegante fascio di rami di ulivo. Lo stesso facevano tanti contadini che venivano dalle campagne. La chiesa era strapiena. Don Nicola Di Clemente diceva di alzare le palme in alto e dava la benedizione.

All’uscita si incontravano sempre persone che chiedevano un rametto di palma che noi volentieri donavamo, nel fascio ne mettevamo sempre di più per questo motivo. A casa poi tutti baciavano le palme benedette e si facevano il segno della croce. All'epoca le nuore andavano anche a donare la palma alla suocera in segno di pace. I rami di ulivo, anche se secchi, restavano in casa appesi ad un chiodo fino all’anno successivo.

 Questo fugace tuffo nel passato serve a ricordare a noi stessi quanto sia importante  mantenere le radici e i valori in un mondo che tende a cancellare tutto.

Fortunatamente a Vasto la tradizione di Pasqua é ancora salda e oltre alla Festa della Sacra Spina  di venerdì scorso e dell’odierna tradizione delle Palme di cui abbiamo parlato, si aggiungerà stasera la Via Crucis e Passione Vivente realizzata dall’associazione culturale “Principe de Curtis” presso la Chiesa di Santa Maria Maggiore.

 Giovedì Santo la consueta visita serale ai “Sepolcri” una tradizione molto sentita a Vasto.  Dopo cena, specialmente se il tempo è bello, migliaia di persone si riversano in centro storico per fare di cosiddetto “giro delle sette chiese” (7 sono i dolori della Madonna), non mancando di visitare le chiesette di S. Filomena e della Nunziatella in via Anelli nella zona di Porta Nuova. Vige il silenzio: le luci sono spente, le campane legate; l’atmosfera è mesta, si parla a bassa voce. Si entra in chiesa, si visita l'altare della Reposizione, dove è riposta e conservata l'Eucarestia, e si sosta per una preghiera. Gli altari sono addobbati in modo solenne, con scene e luci particolari, con composizioni floreali e altri simboli. In passato si usava addobbare i Sepolcri con tanti piatti pieni di germogli di grano, cicerchia, lenticchie e altri legumi, cresciuti al buio “sotto la tina”. Una tradizione nata per simboleggiare il passaggio dalle tenebre (morte di Gesù) alla luce della Resurrezione.

Il Coro Polifonico Histonium 'Bernardino Lupacchino dal Vasto' sarà presente con la “Preghiera in Canto agli Altari della Reposizione” in due successivi momenti: alle ore 21:00 presso la Chiesa di Santa Filomena e alle ore 22:00 presso la Chiesa della Madonna del Carmine.

Il Venerdì Santo è il giorno del dolore e del lutto universale, ma è anche giorno di digiuno ed astinenza dalla carne.  In serata intorno alle ore 19 si svolge la tradizionale processione del Cristo Morto lungo le vie del centro storico, con i simboli della passione: il gallo, i dadi, gli strumenti della flagellazione, la Veronica, la Croce e la Madonna Addolorata. La città assume quasi un’atmosfera mistica. Partecipano tutte le confraternite cittadine, i gruppi religiosi e fedeli  e la Schola Cantorum  diretta dal M° Luigi Di Tullio, che intona lo struggente Miserere del Perosi.

Il venerdì santo, alle 21:30, presso la Chiesa di Santa Filomena, si volge  l’antico rito dell’Ufficio delle Tenebre, con il contributo del Coro Polifonico Stella Maris.

Analoga processione del Venerdì Santo si tiene anche a Vasto Marina, a cura della comunità parrocchiale di Stella Maris.

Il sabato santo mattina Vasto ha un altro appuntamento religioso :  la tradizionale processione della Madonna Addolorata che da piazza Rossetti percorre le vie del centro con la omonima statua dell’artista napoletano Giacomo Colombo del XVII secolo. Partecipano le confraternite vastesi, i fedeli la Schola Cantorum con le donne vestite di nero in segno di lutto.

Il sabato sera poi c’è la veglia pasquale e la Messa. Ed a mezzanotte si sciolgono le campane annunciando festosamente che Gesù Cristo è risorto.

Il giorno di Pasqua si fa festa, le chiese sono piene di fedeli. A Vasto la sera in cattedrale è prevista una solenne celebrazione con il vescovo Mons. Bruno Forte.

Abbiamo voluto ripercorrere tutti i mesti riti della Settimana Santa per sottolineare che fondamentalmente Pasqua è una festa “religiosa” e che molti di questi riti affondano le radici nella nostra storia più antica e dobbiamo fare di tutto per mantenerli. .

Non si può sottacere, però,  un altro aspetto, molto più leggero: quello vacanziero, dello svago  e della gastronomia.

Come ad esempio il Lunedì dell’Angelo con la classica Pasquetta  trascorsa  con parenti e amici fuori casa per un primo assaggio di primavera. Da noi sono pochi quelli che rinunciano al cosiddetto “Pasquone”, con le classiche e allegre scampagnate, armati di fornacelle, carbone e tante prelibatezze da gustare all’aria aperta insieme agli amici.

 Ci sono poi i dolci pasquali come la Pupa da regalare alle bambine, il Cavallo per  bambini, e il Cuore che si scambiano gli sposi. Appartengono alla centenaria tradizione dolciaria abruzzese e sono fatti con morbidi impasti di cacao, miele e mandorle.  A cui bisogna aggiungere il classico fiadone abruzzese con formaggio sia nella versione dolce che salata.

Era bello anni fa  iniziare la giornata di Pasqua con una abbondante colazione con una ricca frittata con fegato e altro. Tradizione ormai scomparsa, ma si è mantenuta quella dell’agnello tradizionale, generalmente servito arrosto, legata alla tradizione cristiana.

Nei decenni più recenti si sono imposti le uova di cioccolato in eleganti confezioni con sorpresa dentro e la colomba industriale. Anche loro derivano dalla tradizione cristiana: in origine l’uovo era considerato simbolo del mondo ed origine di tutte le cose; la colomba simboleggiava lo Spirito Santo.

 L’appello finale è: non mancate ai riti pasquali siate portatori di pace; nel contempo non mancate ad un attimo di svago. Buona Pasqua a tutti.

Nicola D’Adamo

 

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