lunedì 4 dicembre 2023

LA POLITICA REGIONALE ALLE PRESE CON I PROBLEMI DEI PICCOLI COMUNI

 

LA POLITICA REGIONALE ALLE PRESE CON I PROBLEMI DEI PICCOLI COMUNI

Garantire la loro sopravvivenza significa far continuare a battere il “cuore vero” dell’Italia. Richiesta una nuova strategia.

L’Italia è il paese dei piccoli comuni. Addirittura dei 7.903  esistenti ben il 41%, vale a dire 3.488,  sono comuni al di sotto dei 2.000 abitanti. 

Le  percentuali sono maggiori nelle regioni con vaste zone di montagna. Non per niente in Abruzzo abbiamo il 63,9% dei comuni al di sotto dei 2mila abitanti. Qualche esempio del comprensorio di Vasto forse rende ancor più l’idea: San Giovanni Lipioni  (FOTO) ha 137 abitanti, Fraine 261, Castelguidone 294, Dogliola 311, Tufillo 336, Guilmi 408 e via dicendo.  Con questi numeri un comune è quasi ingestibile quindi è doveroso che la politica regionale si occupi come risolvere il problema.

Da sottolineare che lo spopolamento della montagna non è uno di quei temi che rientra nei grandi dibattiti delle campagne elettorali, ma nel caso del nostro Abruzzo tutti partiti e tutti i candidati una riflessione la devono pur fare.

Sul tema dei piccoli comuni non si può dire che non si è fatto nulla. Da un po’ di anni qualche tentativo è stato fatto,  ma per vedere i risultati ci vuole ancora molto tempo.

GLI INTERVENTI A LIVELLO NAZIONALE.  Nel 2017 a livello nazionale fu approvata la legge “Piccoli Comuni” proposta da Ermete Realacci (PD), un provvedimento che aveva ed ha rilevanti intendimenti. Infatti la legge 6 ottobre 2017, n. 158  recante “Misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni, nonché disposizioni per la riqualificazione e il recupero dei centri storici dei medesimi comuni”  ha l’obiettivo di sostenere, con bonus fiscali e incentivi, lo sviluppo economico, sociale, ambientale e culturale dei piccoli centri, e il riequilibrio demografico del Paese favorendo la residenza nei piccoli Comuni.

Ma siccome in Italia i tempi sono lunghi, dopo 6 anni, il 14 luglio 2023, il presidente dell’ANCI Antonio De Caro sul sito ufficiale ha potuto finalmente annunciare ai suoi associati il  varo da parte dell’attuale Governo dei primi interventi fissati dalla legge. “Finalmente, dopo un lungo iter procedurale, vede oggi la luce il bando per le misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli Comuni sotto i cinquemila abitanti, in applicazione della cosiddetta “legge Realacci” del 2017. C’è voluto tanto tempo e le risorse a disposizione sono poche – circa 132 milioni di euro per i 5518 enti locali destinatari dei fondi – e dovranno diventare stabili, ma come ANCI salutiamo con soddisfazione questo passaggio”.

“Il meccanismo della legge premia e incoraggia le reti e le unioni di piccoli Comuni che si mettono insieme per affinità territoriale, e noi come ANCI appoggeremo i progetti che verranno presentati”, ha aggiunto Decaro. “I piccoli Comuni sono “piccoli” solo per dimensione, perché invece rappresentano il cuore e l’identità del nostro Paese soprattutto nelle aree interne. Per questo vanno sostenuti con servizi adeguati e moderni, riqualificati e valorizzati per il loro patrimonio artistico, culturale e paesaggistico, al fine di combattere il processo di spopolamento che rischia di cancellarli”.

LE INIZIATIVE IN ABRUZZO. In verità a fine 2021 la Regione Abruzzo, governatore Marco Marsilio,  aveva già varato le legge regionale n. 32 /2021su “Misure urgenti per contrastare lo spopolamento dei piccoli Comuni di montagna”, al fine di “promuovere iniziative volte a rivitalizzare il tessuto sociale ed economico dei piccoli Comuni di montagna, favorendo la natalità e incentivando l’insediamento di nuovi residenti”. L’incentivo è raddoppiato in caso di avvio di un’attività imprenditoriale nel Comune di nuova residenza.

Inoltre la Regione Abruzzo  il 16 ottobre 2023 ha varato un’altra legge su "Norme in materia di superamento delle Comunità Montane e disciplina dell'esercizio associato delle funzioni nei Comuni Montani". Il testo delinea la trasformazione di diritto delle ex Comunità montane in Unioni montane con il trasferimento a queste di tutti i rapporti giuridici, attivi e passivi. L’obiettivo è insediare organi di governo pienamente legittimati e rappresentativi del territorio, dare corpo all'esigenza di mantenere e non disperdere il legame associativo tra i comuni, sopperendo all'inadeguatezza organizzativa dei piccoli comuni.  in modo da incentivare anche lo svolgimento delle funzioni associate.

LA PARTITA DEI PICCOLI CENTRI E’ COMPLESSA. Ma la partita dei piccoli centri non si gioca solo sul funzionamento della macchina organizzativa dell’ente comune.  Si gioca principalmente sulla viabilità, più comoda e veloce; sulla necessità di avere più vicini servizi sanitari, scuole, esercizi commerciali e altro; sulla possibilità di poter avviare in loco un’attività economica.  E tutti questi aspetti possono essere definiti solo in  piano strategico complessivo per la valorizzazione del territorio, su cui scommettere con corposi fondi. Un esempio: una nuova strada può cambiare il destino di uno o più paesini, dando la possibilità di raggiungere velocemente centri maggiori, lavoro, scuola, ospedale, negozi.  Ma per fare un nuova arteria, basilare anche a livello turistico,  ci vogliono i soldi, che non ci sono.

 Quindi allo stato dell’arte accogliamo con rispetto le espressioni di buona volontà sancite nei provvedimenti nazionali e da quelli della Regione Abruzzo. Il primo passo è stato fatto, sarebbe interessante capire come intende procedere il Centrodestra in caso di riconferma alla Regione e cosa intenderebbe   fare il Centrosinistra in caso di vittoria.

L’idea di spingere  i piccoli Comuni ad aggregarsi, a fondersi con altri per fare massa, sopravvivere e sviluppare capacità d’azione,  non è male, ma bisognerebbe mettere in campo molte iniziative di persuasione per farlo capire alle amministrazioni locali e alla popolazione.   E’ una parola!

NICOLA D’ADAMO

 

 

 

 

 

                                                                                               

Nessun commento: