(COLLEZIONE IDA CANDELORO) |
MARE SOLE E STORIA: viaggio nella nostra Costa a caccia di curiosità del passato
Il porto romano di Trave, lo scoglio spaccato da un siluro a San Nicola, le capanne di Punta d’Erce del 1000 a. C., la città sommersa al largo di Punta Penna e altro ancora.
La villa dei d'Avalos a Canale |
Vasto con i suoi venti chilometri di costa offre spiagge dalla sabbia “fine e dorata” e scogliera meravigliosa con calette e insenature, che fanno la gioia dei turisti più raffinati e esigenti.
E forse vale la pena abbinare a cotanta bellezza anche la storia di quei luoghi, che potrebbe rendere ancora più interessante una vacanza a Vasto.In poche righe vogliano offrire spunti di riflessione in tal senso.
LA SPIAGGIA CENTRALE E LE DUNE. La spiaggia di Vasto Marina non ha storia antica. La parte più riparata del golfo veniva usata per il riparo per le paranze, ma la zona dalla metà ‘800 era soprattutto nota per la presenza della importante Stazione di Vasto che favorì anche l’insediamento di parecchie industrie (sansificio, pastificio, laterizi, mattonelle ecc.).
Lo sviluppo maggiore in
termini turistici si ebbe nel dopoguerra
con la costruzione del Pontile e della Rotonda e con l’avvio di stabilimenti balneari, hotel,
campeggi, ristoranti, case e attività varie. Il monumento alla Bagnante a Scaramuzza
è del 1979. Si chiama così perché un tal Pietro Scaramuzza, proprio in quella
zona, aveva il diritto di carico e scarico delle merci.
Sulla lunga fascia di arenile
verso sud, c’era l’abbandonata zona delle dune, che si usava per i bagni di sabbia e per la
raccolta dei giunchi, ora divenuta area dunale Riserva di Vasto Marina.
I ruderi si trovano sia sulla terraferma che sott’acqua, ad una profondità massima di circa 2 metri. Ogni anno Italia Nostra organizza visite per osservare da vicino in immersione le rovine romane, conoscere l’ambiente marino costiero e le peculiarità del paesaggio tipico della costa vastese, con la sua macchia mediterranea, gli orti, gli aranceti, i corsi d’acqua sorgiva.
I PRIMI TRABOCCHI. A Trave c’è anche il primo trabocco, antica macchina da pesca, presente su tutta la Costa, costituita da una piattaforma protesa sul mare ancorata alla roccia da grossi tronchi dalla quale si allungano, sospesi a qualche metro dall'acqua, due lunghi bracci, detti antenne, che sostengono un'enorme rete a maglia stretta che viene scesa a mare e poi risalita con dentro i pesci.
Poco distante c’è Cungarelle, oggi noto per il famoso trabocco
su cui si può mangiare. La zona è incantevole: la piccola e accogliente
insenatura sulla scogliera dà l’idea di una piccola conca.
CASARZA. Poi c’è Casarza vale a dire “casa arsa” perché i turchi durante una delle tante incursioni lungo la nostra costa, dopo aver fatto un po’ di razzia, bruciarono la casetta presente nella contrada e ripresero precipitosamente il largo. A Casarza si giungeva una volta tramite una strada vicinale in mezzo agli orti che partiva dalla curva della Madonna delle Grazie. E’ oggi una delle zone più amate e frequentate dai vastesi perché è stato realizzato un ampio parcheggio nell’area vicino la statale SS16.
TORRICELLA. Il nome viene da “Castel di Torricella a mare”, un’ampia struttura che sorgeva in tempi antichi a monte, per la difesa della città dalle incursioni dal mare. I resti sono ancora visibili. Una volta la strada vicinale Torricella partiva da via S. Lucia e giungeva fino agli scogli. E’ un tratto per intenditori, lo scenario che si apre davanti ai vostri occhi è veramente spettacolare.
SAN NICOLA E LA ROCCIA SPACCATA .
Spiaggia amata da molti turisti e vastesi, comodamente accessibile e servito da un ampio parcheggio sotto il ponte della SS16. Piace per l’acqua cristallina, per la fila di scogli posizionati lungo la riva, per la famosa grande "roccia spaccata" che suscita tante ipotesi. Tempo fa un nostro lettore inviò una testimonianza in cui diceva che la roccia era stata spaccata da un siluro durante la seconda guerra mondiale. Purtroppo fu subito sommerso da una moltitudine di pareri contrastanti. Alla fine scoprimmo che lo scoglio era spaccato già prima, come da una foto dell’Istituto Luce del 1928, mentre il siluro in questione aveva colpito un altro scoglio che dopo la disintegrazione era stato in parte inghiottito dal mare.L’ANTICO APPRODO DI SAN NICOLA. Nell'antichità si fa menzione della esistenza del porto o approdo di San Nicola, confermato da un importante episodio storico.
Il 7 febbraio 1177, Papa Alessandro III viaggiando da Manfredonia alla volta di Venezia per incontrare l'Imperatore Federico I Barbarossa, scortato da cinque Cardinali e ragguardevoli personaggi imbarcati su navigli forniti dal re di Sicilia, a causa dei venti contrari, fu costretto, ad approdare nel porto di San Nicola della Meta e a soggiornare a Vasto o fino al 9 marzo, giorno delle Ceneri.E ancora si ha notizia che
nel 1621 l'Università del Vasto si incaricava di effettuare dragaggi nel fondo
del mare e dare in concessione i diritti di sbarco e imbarco delle merci, il
cui profitto, nel 1578, ammontavano a 150 ducati, e il cui servizio era
affidato ad un ufficiale detto "Portolano".
LA CANALE E L’ELEGANTE VILLA DEI D’AVALOS.
Lo storico Luigi Marchesani ricorda che quando i d’Avalos “signoreggiavano in Vasto teneansi riserba di caccia nel loro podere alla Canale, cinto per tre miglia da muro, del quale tuttavia sussistono lunghi avanzi". Lo storico vastese ricorda che l’abbondanza di acqua presente nella zona, animava molte fontane ed inoltre era presente anche uno splendido giardino di fiori ornato da molte statue, comunemente chiamati da vastesi "li pupattune di la Canale". Per l’amenità del luogo il Marchese del Vasto, don Cesare Michelangelo, progettò di costruire un "casino fra le onde della confinante scogliera marina".Negli anni ’50 con la realizzazione della variante della Statale
16 sulla litoranea la grande fontana, venne distrutta, mentre le statue,
rimosse, finirono in mani ignote. Oggi rimane solo l’elegante arco, visibile
dalla strada, che può dare un’idea dell’antico splendore.
VIGNOLA. Questa baia prende il nome dalla proprietà della famiglia omonima, le cui tracce risalgono già nel1500. Sul lato nord della spiaggia si può ammirare il bellissimo trabocco, uno dei più antichi della nostra costa. Sul costone una caratteristica grotta che dà il nome al camping e residence “Grotta del Saraceno”. Un tempo, in questa zona, dietro la spiaggia esistevano due laghetti, successivamente bonificati intorno agli anni ’30.
LA COSTA TURCHESE E IL CORSARO . Tra la Grotta del Saraceno e la foce del Lebba c’è la “Costa Turchese”, un complesso privato con appartamenti sul mare degli anni ‘70. Nello stesso periodo, al di fuori del complesso residenziale, Claudio Crisci avviò “Il Corsaro” noto ristorante sul mare che ha ospitato i personaggi più famosi del mondo della politica, della cultura e dello spettacolo a livello nazionale.
PUNTA PENNA, IL FARO, LA TORRE DI AVVISTAMENTO.
Il promontorio di Punta Penna è ricco di storia. Oggi possiamo ancora ammirare l’antica Torre di avvistamento, una delle 366 che il viceré di Napoli fece costruire fra il 1563 e il 1568 per porre un freno alle scorrerie dei turchi; assieme al più recente Faro ed alla caratteristica chiesetta della Madonna di Pennaluce.PUNTA PENNA, CENTRO POLITICO DELLA FRENTANIA. Negli anni scorsi dopo accurati scavi è stata ipotizzata, con certezza, l'esistenza sul promontorio di un importante “Santuario”, considerato il coagulo delle attività politiche, amministrative e religiose delle popolazioni frentane di tutta la fascia costiera compresa tra il fiume Foro a nord ed il Biferno a sud.
CITTA’ SOMMERSA AL LARGO DEL PORTO? Molti studiosi localizzano nella zona ampia di Punta Penna, la famosa e leggendaria città frentana di BUCA, riportata da Plinio e da Pomponio Mela. Ipotizzando anche che i ruderi di Buca, consistenti in vestigia di un teatro, di due templi e di mura, colonne ed altri grandiosi resti furono, per la maggior parte, utilizzati nella ricostruzione del Palazzo Marchesale di Vasto, dopo l'incendio dei Turchi nel 1566. Altri studiosi non sono d’accordo con questa versione. Inoltre la leggenda narra che sul braccio destro dell'antico porto di Buca che si internava maggiormente nel mare, sorgesse una città denominata ASPRA, poi sommersa per ignoto cataclisma. Ciò spiegherebbe come, alla distanza di circa tre chilometri dal litorale, ad una certa profondità, a volte si rinvengono resti di antiche mura e utensili domestici.
Infine c'è la città di PENNALUCE, la quale, nel 1252 era già nel novero
delle università ed aveva dato nome al feudo in cui era compresa. Fornita di
sicuro approdo, ben presto ebbe fiorente commercio e privilegi concessi nel
1304 da re Carlo III.
LA STORIA PUNTA D’ERCE. Tutta l’area di Punta d’Erce è di grande interesse archeologico. I primi rilievi di anni fa hanno del sensazionale: a Punta Erce si rinvengono fondi di capanne la cui esistenza si fa risalire al 1000 avanti Cristo, cioè all'età finale del bronzo, con tracce di ceramica d'uso domestico, vasellame di importazione dalla Puglia.
Venendo ai periodi successivi all’Impero Romano, solo due castelli resistettero alle conseguenti distruzioni che interessarono le zone circostanti: Erce, o Ilice, e Colle Martino, di cui si ha notìzia nella bolla datata 1° luglio 1176 di papa Alessandro III che ne confermava, il possesso ai benedettini del monastero di San Giovanni in Venere. Del castello di Colle Martino restano ancora tracce di ruderi a forma quadrata, dentro cui vennero sepolti, centinaia di abitanti di Vasto, morti per la febbre petecchiale del 1817.
Di Erce (o Ilice) si sa solo che nel 1345 nel castello vi era una chiesa intitolata a S.Martino. Il compianto Giuseppe Catania così spiegava il nome “Erce”: “la denominazione Erce potrebbe avere diverse derivazioni; dal greco Hercos che vuol significare recinto o luogo fortificato, per richiamare appunto la presenza del castello; oppure Erce derivato dal latino arx (arcis) per indicare la sommità di un colle, un acropoli, una roccaforte, sempre con riferimento all'edificio fortificato per indicarne la località; al termine greco Arkhaios, cioè antico, per giustificare un luogo di remota origine considerando che una colonia greca era stanziata lungo il litorale vastese per la lavorazione della lana e per il commercio con il medio oriente”.
LE SPIAGGE DELLA RISERVA DI PUNTA ADERCI. C’è l’imbarazzo della scelta tra la spiaggia di Punta Penna, Libertini, Aderci e Mottagrossa. La prima si estende dal braccio nord del Porto di Punta Penna fino alla spiaggia dei Libertini; ed alle spalle sono presenti le formazioni dunali come quelle di Vasto Marina. I fondali sono bassi e l’acqua trasparente. E’ la meta preferita dei giovani, assieme al successivo incantevole tratto successivo di Libertini e Punta d’Erce dove si possono scoprire le insenature, le grotte o gli archi naturali che ne fanno una della migliori spiagge d’Italia. Ed infine Mottagrossa che fa impazzire chi ama la natura selvaggia.
Il viaggio finisce al Sinello. L’invito è di godersi questi luoghi meravigliosi, pensando anche un po’ ai millenni di storia che racchiudono. Buone vacanze!
Nicola D’Adamo
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