CENTRO
STORICO DI VASTO: SPUMEGGIANTE D’ESTATE, INANIMATO D’INVERNO. COSA FARE?
Non
proprio, secondo l’opinione di molti
vastesi. E spieghiamo il perché. Per farlo però abbiamo bisogno di fotografare
la situazione ad oggi, dai diversi punti di vista.
La prima osservazione è che il nostro non è un centro storico “vivo” tutto l’anno, tra l’altro anche perché la popolazione residente non supera le 2.500 unità. Il centro vive bene a luglio ed agosto, un po’ a Pasqua e Natale. Per il resto dell’anno si sveglia solo nei weekend: la mattina del sabato con i mercati di ortofrutta a S. Chiara e vestiario a viale d’Annunzio; e la sera con pizzerie, pub, musica live, bar e ristoranti vari.
Nei giorni feriali di dieci mesi l’anno - da gennaio a metà giugno e da settembre a dicembre - il centro storico di Vasto va il letargo e fa la felicità di una trentina di pensionati che se lo godono in ogni angolo, parlando della Pro Vasto dei tempi lontani, di calcio nazionale attuale, di politica e di aumenti dei prezzi.
In questi periodi i negozi sono vuoti o quasi, per via dell’affermazione dei centri commerciali nell’ultimo decennio e soprattutto per il boom delle vendite online dei tempi più recenti. A soffrire per dieci mesi l’anno sono anche i B&B e Case Vacanze sorti negli ultimi anni.
Un aspetto positivo è che negli ultimi tempi sono stati ristrutturati (o si stanno ristrutturando) un discreto numero abitazioni grazie ai fondi statali , anche se nei vicoli ci sono ancora tantissime case o casette disabitate che nessuno ha intenzione di recuperare per via dei costi proibitivi.
Un
minimo di attrattività viene da Palazzo
d’Avalos con i suoi musei e soprattutto con la sua elegante sala convegni
utilizzata tutto l’anno.
Questa più o meno è la fotografia ad oggi del centro storico di Vasto. Di fronte a questa situazione cosa fare?
E’opinione diffusa che bisogna mettere in campo qualche azione perché si è convinti che il centro storico sia il biglietto da visita di una città turistica, ancor di più per Vasto che si propone come capofila della Costa dei Trabocchi. E’ necessario quindi promuovere iniziative sul da farsi, con il coinvolgimento di amministrazione comunale, operatori economici e rappresentati di categoria di tutti i settori e residenti del borgo antico.
L’operazione non è facile: si tratta più che altro di mettere a punto un piano strategico integrato che abbracci tutti gli aspetti del centro storico e soprattutto che tale piano venga condiviso tra tutti i soggetti del sistema, che spesso hanno interessi totalmente diversi fra loro diversi fra loro.
Tale Piano Integrato, con la ricetta per ridare capacità attrattiva al centro storico, può essere realizzato in diversi modi: si può optare per un documento di alta scientificità, scegliendo una società di consulenza con esperienza nel settore, così come fanno molti comuni, assumendosene i relativi costi. Altrimenti il piano si può mettere a punto tramite un ''concorso di idee'' sull'argomento; oppure tramite un gruppo di lavoro (cabina di regia) composto da membri degli assessorati (urbanistica, lavori pubblici, commercio, cultura, turismo, viabilità, servizi, finanza ecc.) e/o commissioni consiliari, assieme a operatori commerciali, residenti, associazioni di categoria, enti e associazioni varie.
Per
esempio: studiare se è possibile
riportare in centro uffici o banche; cosa fare per le tante piccole case
disabitate; sul versante commerciale capire come arginare il boom delle vendite
online e quali sono le nuove attività possibili; sulla viabilità rivedere il
piano parcheggi - magari con due ordinanze una estiva e l’altra invernale - e
l’eventuale ampliamento delle zone pedonali con orari flessibili. Migliorare il look della città antica con
tanti piccoli lavori di manutenzione come l’ingresso alla città dalla Marina,
la cura del verde, delle affissioni, dei fili di telefoni e luce sui muri
storici e via dicendo. Sollecitare i privati a sistemare alcuni edifici fatiscenti.
Sul versante eventi privilegiare quelli che creano “identità” locale oppure
quelli che hanno rilievo a livello nazionale. Un esempio, la grande che
risonanza aveva sulle tv la festa dell’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro a
Palazzo d’Avalos. Infine l’interesse sul centro storico può essere veicolato e
pubblicizzato con i moderni social media,
in cui giovani sono maestri.
Questi sono solo alcuni spunti su cui si può avviare un dibattito su cosa si può fare per il centro storico di Vasto. Sta di fatto che tutti gli interventi vanno riportati in un unico Piano e inseriti all’interno di una complessa strategia di sviluppo tesa a coniugare le esigenze dell’Amministrazione Comunale con quelle degli operatori economici, dei residenti e dei turisti.
Un
tentativo che vale la pena di fare per il bene della nostra città.
Nicola D’Adamo
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