- OPINIONI -
Rodrigo Cieri |
25 aprile 2023, Festa della Liberazione: sarà la volta buona che veda tutti d’accordo, destra e sinistra, nel riconoscersi nella data che segna la riscossa dell’Italia e i valori fondanti della nostra Costituzione?
In un talk show politico alcuni autorevoli opinionisti lamentano che non se ne può più, non bisognerebbe parlarne più, nel senso che, dopo quasi ottant’anni dalla caduta del fascismo, tutti dovrebbero riconoscersi con unanime consenso nell’antifascismo e nei valori fondanti della Costituzione italiana: democrazia, libertà, giustizia, uguaglianza.
Ma alcuni massimi esponenti politici di Fdl hanno una certa ritrosia
a sentire propria la parola antifascismo.Ecco il motivo per cui bisogna parlarne, perché, va ricordato, il fascismo ottenne prima la vittoria politica e poi quella militare, cioè conquistò prima il consenso in modo trasversale nella società italiana e poi utilizzò le squadre picchiatrici.
E quindi oggi la politica, negli alti livelli soprattutto, deve conquistare il consenso per chiudere definitivamente la partita dell’antifascismo. Questa deve essere la vittoria politica odierna.
Se bisogna «scendere nei cervelli degli uomini per scoprire il male» (per dirla con B. Croce, in Renzo De Felice, Il Fascismo, Laterza) lo stesso si deve fare per scoprire il bene, ciò che unisce, e il bene che unisce è quello dell’Italia. Non per pressione della sinistra oggi Meloni, quale presidente del Consiglio dei ministri, deve superare quella ritrosia, citata da Fini, di chiudere definitivamente i conti con il fascismo, ma con la consapevolezza, anzi la profonda convinzione che sta vivendo il passaggio più importante della storia per rendere l’Italia veramente unita.
Noi possiamo fare e dire, dal 1° gennaio 1948, data di entrata in vigore della Costituzione, ciò che nel ventennio fascista non si poteva fare e dire, quando il fascismo violento e totalizzante raggiungeva con le sue attività di spionaggio ramificato tutti gli angoli dello Stato. Oggi godiamo tutti di un regime democratico in cui ognuno può esprimersi in piena libertà. Tuttavia democrazia e libertà non sono mai traguardi definitivi, ma si conquistano e si ampliano giornalmente.
Al di là delle uscite inopportune del presidente del Senato La Russa, il fatto storico straordinario è questo; a capo del governo e a capo del Pd, il maggiore partito di opposizione, ci sono due donne: Giorgia Meloni e Elly Schlein.
Non delle “bandierine” hanno bisogno gli Italiani, ma di un’unica bandiera, quella dell’Italia.
La dialettica politica, secondo i ruoli sacrosanti di governo e opposizione che controlla, deve portare a consolidare il campo comune di gioco, la democrazia e la libertà, valori fondanti della Costituzione nata dalla Resistenza al nazifascismo.
Rodrigo Cieri
24 aprile 2023
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