lunedì 23 gennaio 2023

RIFLESSIONE SU TAGLIO ALBERI E TRANSIZIONE ECOLOGICA A VASTO

 TAGLIO ALBERI E TRANSIZIONE ECOLOGICA A VASTO

 di Nicola D'Adamo

In un periodo di “transizione ecologica e digitale” assume particolare rilievo la politica del verde in una città. 

Nello specifico parchi, viali alberati, aiuole e prati (assieme alle piste ciclabili) rendono le città più vivibili e a misura d’uomo,  dando una mano per la riduzione del riscaldamento globale e fornendo un fondamentale sostegno al turismo con la presentazione di un luogo bello, salutare  e accogliente.

Doverosa premessa questa per introdurre l’ennesima diatriba sul taglio degli alberi a Vasto di cui si parla in questi giorni, anche perché ciclicamente tornano gli attriti tra Comune ed ecologisti su questo specifico tema. Cosa che appare un po’ singolare datosi che una amministrazione di centrosinistra è storicamente collocata dalla parte degli ambientalisti.

Eppure spesso avvengono forti contrasti quando vengono abbattuti alberi che magari potevano essere salvati; quando le potature non vengono fatte a regola d’arte; quando gli alberi vengono messi a dimora in piena estate; quando nei programmi comunali non sono inserite iniziative per ampliare il verde della città.

Ma nei mesi scorsi il Comune ha lanciato una corposa iniziativa che se verrà realizzata a dovere produrrà  benefici effetti sul verde cittadino. Si tratta della messa di dimora di 1.000  alberi “offerti da un ditta privata”nella vasta area di via Trave (zona ex Parco Diomede) dove sono iniziati i lavori che si spera vengano conclusi prima dell’estate.

Basterà questo per riappacificare gli ecologisti con l’amministrazione comunale?

Questo non si sa. Anche perché in passato molte richieste delle associazioni ambientaliste sono rimaste lettera morta. Solo qualche flebile segnale per dire che qualcosa si stava facendo.

A tutt’oggi per esempio, l’obbligo della messa a dimora di un albero per ogni nuovo nato non è stato rispettato a dovere, nonostante sia previsto da leggi (n.113/1992 e la n.10/2013) e dal Regolamento per la gestione del verde del Comune di Vasto. O meglio solo l‘anno scorso sono stati piantumati una cinquantina di alberi su 400 nati nell’anno.

Così come sono stati messi a dimora solo un po’ di alberi  su 396 che il Comitato per la tutela e la valorizzazione del verde aveva chiesto per le strade alberate dopo censimento (strada per strada) delle aiuole vuote mai occupate o con alberi secchi.

Ma la gestione del verde per un Comune è una scelta strategica, tutto dipende dalla vision che la città si immagina per il suo futuro, anche perché il verde implica largo impiego di risorse, vale a dire somme che poi vanno sottratte ai capitoli di spesa di altri settori, per  far quadrare il bilancio.

Ma bisogna anche considerare che la scelta va ben oltre i confini del Comune: i nuovi alberi possono contribuire a ridurre il riscaldamento globale, perché assorbono CO2 e limitano l'effetto serra.

Tanto che nel 2021 il vertice G20 di Roma ha stabilito un nuovo traguardo: piantare entro il 2030, mille miliardi di alberi per salvare il nostro pianeta!  Un obiettivo forse utopistico  ma che è stato lanciato al rialzo per sottolineare la drammaticità e l’urgenza del momento.

E si capisce benissimo che la “transizione digitale”, di cui si parla ogni giorno, è strettamente collegata alla “rivoluzione verde e transizione ecologica”, due epocali trasformazioni che viaggiano di pari passo!

Nicola D’Adamo

 

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