Fusione dei nostri quattro Comuni : 70.000 abitanti e grandi prospettive
Unendo Vasto San Salvo Cupello e Monteodorisio la nostra macroarea diventerebbe la seconda città d’Abruzzo, a cui sarebbe difficile negare il tribunale, l’università, un buon ospedale e altro ancora.Giunge notizia in questi giorni che il 1° gennaio 2024 verrà istituita la “Nuova Pescara”, città che nasce dalla
fusione dei comuni di Pescara,
Montesilvano e Spoltore. Una nuova realtà – di cui si parla da molti
anni - con una popolazione di circa 200.000 abitanti, che diventa automaticamente il principale fulcro
amministrativo, economico, commerciale,
turistico e culturale della nostra regione.
Sono queste scelte lungimiranti che dovrebbero far riflettere anche noi della parte estrema della provincia di Chieti che spesso ci lagniamo della nostra situazione di abbandono.
A Vasto spesso ci lamentiamo della perdita dell’Università; del nuovo ospedale di cui si sono perse le tracce; della mancata variante alla SS16 dietro la città; del Porto che stenta a decollare; della Via Verde che non si riesce a finire; del tribunale che sta per essere chiuso e via dicendo.Ma
nessuno avanza una proposta seria per farci superare questa situazione, magari unendo le forze di più comuni del
nostro comprensorio (Vasto-SanSalvo-Cupello-Monteodorisio) per giungere ad una
città di 70.000 abitanti, superiore ai residenti di Chieti, Teramo e L’Aquila.
Eppure l’idea di unire Vasto e San Salvo non
è nuova, anzi è vecchia di mezzo secolo,
quando il lungimirante sindaco Nicola Notaro lanciò il progetto “Piano
intercomunale Vasto San Salvo” chiamando uno degli architetti giapponesi più
famosi dell’epoca Kisho Kurokawa. Progetto di fusione che poi fallì per la
mancata approvazione dell’iniziativa da parte del Consiglio Comunale di San
Salvo. Così come non andò avanti nel 2009 neanche un altro strumento come il “Piano Strategico Intercomunale” della
macroarea Vasto San Salvo, siglato con una intesa tra i sindaci Lapenna e
Marchese. Uno strumento per definire linee comuni di sviluppo strategico per
tutti i settori: urbanistico, ambientale, turistico, sociale-economico e altro
ancora.
Secondo il parere di molti , ora è giunto
il momento di rimettere mano al
progetto, magari coinvolgendo anche Cupello e Monteodorisio, facendo capire a
tutti quanti vantaggi potrebbero derivare da una simile fusione.
E’
ovvio che ad una nuova città di 70.000 (la seconda in Abruzzo per numero di
abitanti) sicuramente non si potrà negare il tribunale, l’università, un
ospedale di rango superiore e via dicendo. Chiaro il concetto?
E la speranza c’è: i nostri comuni sono in mano a quarantenni che
hanno la formazione giusta e la lungimiranza adeguata per poter realizzare un
progetto del genere. Lo stesso dicasi per i nostri rappresentanti in
Provincia-Regione-Parlamento. Questo è
il motivo per cui si auspica un
loro pronto intervento.
NICOLA D’ADAMO
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