Ma i sogni e i desideri devono fare i conti con la realtà e con i dati concreti.
Finora alcuni reperti, emersi in più punti durante i lavori nella piazza nei decenni scorsi, hanno dato la possibilità agli archeologi di localizzare l’anello dell’anfiteatro.
Nella Piantina allegata si nota subito che sul lato orientale verso S. Maria l’anello va sotto gli edifici (un pezzo di muro è visibile nella vetrina di un negozio) e sul lato centrale addirittura sotto il Castello Caldoresco, nei cui sotterranei c’è l’ingresso dell’anfiteatro.
La prima riflessione quindi è questa: ammesso che si riesca a varare una impegnativa e costosa campagna di scavi, non riusciremo mai a fare riemergere tutta la struttura, completa e bella nella sua integrità.
Scartata la prima ipotesi, la seconda è che comunque qualcosa bisogna fare: almeno cercare di scoprire che cosa c’è effettivamente sotto piazza Rossetti! Anche perché nei prossimi decenni non si può rompere la pavimentazione per vedere quali tipi di reperti ci sono sotto, a 5 metri di profondità!
Come procedere? Agli archeologi le scelte, ma ci risulta che anche l’archeologia si avvale oggi di nuovi metodi di ricerca e di nuove apparecchiature. Per esempio si parla sempre più frequentemente di economici “saggi archeologici preliminari” non invasivi, che danno risultati molto affidabili attraverso l’uso di strumentazioni come le prospezioni geofisiche (georadar e geomagnetismo), consentendo di “rilevare in modo estremamente efficace la presenza di strutture murarie e materiale con carica magnetica residua come metalli o alte concentrazioni di laterizi antichi”.
La sollecitazione quindi al Comune di Vasto ed alla Soprintendenza per le decisioni del caso. Speriamo bene.
NICOLA D'ADAMO (noivastesi)
1 commento:
Solito copione, autorità con fascia tricolore fiato alle trombe. Poi tutto dorme e crescono le erbacce.
Da vergognarsi una opportunità diventa uno schifo
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