di Michele Molino
In passato il territorio sansalvese era circondato da boschi fitti di querce
maestose. Dal bosco, la popolazione ricavava la legna per difendersi dai freddi
inverni e per cuocere gli alimenti.
Il bosco era popolato da molte specie
selvatiche: cinghiali, lepri, volpi, daini, ricci, caprioli, puzzole, tassi, serpenti,
marmotte. La fitta vegetazione offriva cibo e riparo a molte specie di uccelli:
falchi, civette, merli, colombe, starne, tordi cardellini, gazze, gufi, fagiani.
I
cacciatori non tornavano mai a casa con il tascapane vuoto. Il bosco era la meta
preferita della gente per le passeggiate domenicali a piedi e a bordo dei carretti.
Durante l’ultima guerra mondiale, un battaglione di soldati procedette a forti
tagli per farne traversine ferroviarie. Negli anni '50, l’amministrazione comunale di
San Salvo concesse i predetti terreni in affitto a poco prezzo ai mezzadri e ai
nullatenenti.
Di quelle querce secolari solo una è presente nel giardino pubblico
adiacente alla via Leone Magno. La regina del paese contribuisce alla pulizia
dell’aria ed a fornire ossigeno
Il territorio di San Salvo fino a pochi anni fa era
ricco di olivi secolari. Si assottiglia sempre di più il numero. Si possono trovare
esemplari ancora vivi nelle immediate vicinanze di via Gargheta, Nuova
Circonvallazione e via Terracini. Le motoseghe sono in agguato, pronte ad
intervenire. Tagliare gli ulivi secolari per rivendersi la legna è un atto vile e
assurdo. Bisogna intervenire prima che i nostri ultimi olivi secolari subiscano la
stessa sorte delle querce.
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