Di Erminio Gallo la storia e l’agiografia di San Rocco.
Attualità
e fascino del pellegrino da Montpellier protettore dalla peste
di Rodrigo Cieri
Un vero cristiano, un santo affascinante: è l’immediata impressione che esplode dalla lettura del libro di recente pubblicazione di Erminio Gallo, ROCCO DI MONTPELLIER – Storia e agiografia del Santo pellegrino, Il Pozzo di Giacobbe, Trapani, giugno 2022
Un libro prezioso per
le notizie, per il rigore con cui sono presentati il contesto storico in cui è vissuto san Rocco e le problematiche relative alla vita del Santo; prezioso per il modo agevole con cui il lettore si lascia prendere dalla vita del Santo grazie alle traduzione fatta dall’autore delle Vitae sancti Rochicon linguaggio corrente e accattivante.Lo
studioso, l’appassionato di storia ha modo di navigare nei testi originali in
latino e francese e italiano antico. Un libro per tutti, insomma, e non è cosa
da poco.
Ormai
non si contano più le pubblicazioni di don Erminio Gallo, parroco di
Torrebruna, cancelliere della curia vescovile di Trivento, docente di Storia
della Chiesa presso istituti teologici e religiosi di Chieti e Pescara, del quale si registrano un rigore sempre più
raffinato ed una eleganza di stile che coinvolge.
La
fama di san Rocco e la devozione popolare nel mondo seguono o sono pari a quelle di san Francesco e di sant’Antonio con
la differenza, però, che le sueagiografie difettano di dati storici precisi
tant’è che il dibattito tra storici non è ancora chiuso. L’autore compie un
notevole passo avanti e agevola il confronto.
Il
santo pellegrino confessore è vissuto
nel periodo difficile per la Chiesa, quello della “cattività avignonese” (1309 al 1377), di cui l’autore riporta
i passaggi più importanti.
La
città di provenienza è Montpellier della Linguadoca della Francia
meridionale. Sono noti i genitori,
Giovanni e Libera, ricchi e nobili, che hanno inciso profondamente nella
formazione del giovane e gli hanno indicato il percorso della sua vita. Il
padre gli ha lasciato quattro raccomandazioni: servire il Signore, aiutare i
bisognosi, dispensare le ricchezze ereditate, frequentare i luoghi degli
ammalati e dei poveri. E san Rocco ha eseguito alla lettera, anzi è andato
oltre le raccomandazioni del padre.
Discordanti
sono le notizie sugli anni di nascita e di morte, mentre viene festeggiato il
16 agosto, giorno della sua morte.
Vissuto
ai tempi della peste che ha devastato
l’Italia, soprattutto al nord, ed altri stati europei, si è messo subito in
cammino. Facile chiedersi oggi: che cosa avrebbe fatto san Rocco all’epoca del
Covid-19? Abbiamo avuto anche noi in Italia gli eroi, soprattutto medici e
infermieri, che hanno sacrificato la loro vita per assistere i contagiati. Al
Santo viene attribuito il potere di guarire essendo un taumaturgo.
L’aspetto
leggendario della sua figura, della sua vita, lo contorna di fascino, ma ciò
deriva dal fatto, e su questo sono tutti d’accordo, che da cristiano vero
andava alla ricerca dei bisognosi, degli ammalati, che, quindi, non gli
capitavano per caso. Si sentiva realizzato se incontrava gli appestati, perciò
era lui che li cercava. Si sentiva uno del popolo, stava in mezzo alla gente, e
aveva una parola amica e confortevole per tutti ed anche saggia come quando
lui, che era nato con impressa una croce sul petto, ha saputo convincere il
cardinale a non vergognarsi della croce che gli aveva stampato sulla fronte eil
soccorritore Gottardo a non vergognarsi di chiedere l’elemosina. Da qui l’immaginedi
cristiano vero che ha fatto dell’umiltà la sua bandiera e da essere amato tanto
dalla gente che lo ha “fatto” santo prima che provvedessero gli organi preposti
della Chiesa pur non appartenendo a nessun ordine religioso. Un laico. Lo hanno
visto tutti come uomo di Dio. Un pellegrino operatore di misericordia, un
pellegrino con il suo mantello, la borsa di cuoio, il cappello, il bordone, i
sandali. Nelle raffigurazioni è presente il cane perché il cane gli aveva
portato più volte il pane sottratto al suo padrone Gottardo.
La
questione delle reliquie ha impegnato molti storici, ma di certo è che da
Voghera, dove è morto, sono state traferite a Venezia nel 1485.
Per
sua scelta san Rocco ha compiuto un lunghissimo percorso a piedi alla ricerca
di persone da confortare e guarire: da
Montpellier a Acquapendente, Cesena,Roma, Rimini, Novara, Piacenza; colpito
dalla peste, da cui è guarito, ha sopportato dolori atroci isolandosi per non
infastidire gli altri; quando si è diretto verso la sua patria, ad Angera, terra
di Germania, è stato arrestatoperché ritenuto una spia per errore, e quindi
sopportazione di cinque anni di carcere orribile e buio dove è morto. Il signore del luogo, suo zio, lo ha riconosciuto
solo dopo la morte e gli ha reso onore.
Che
ci insegna questo Santo (e questo libro)? L’attualità di san Rocco,
innanzitutto. Don Erminio Galloconclude invitando, sull’esempio di del
pellegrino, a non scoraggiarsi neanche nelle prove più dure, coltivare sempre
«la fiamma viva della speranza».Viene da pensare che è difficile trovare prove
più dure di quelle a cui è stato sottoposto san Rocco, che sono le porte
strette per le quali dobbiamo passare, ricordando che Dio è con noi.
Rodrigo
Cieri
Vasto,
22 agosto 2022
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