sabato 11 giugno 2022

Pillole di storia: un ortaggio non più coltivato, il fagiolo ”suocera e nuora”.

Pillole di storia
Un ortaggio non più coltivato: il fagiolo ”Suocera e Nuora”.

Sono tanti gli ortaggi non più coltivati, oppure divenuti rari, sostituiti dai prodotti di più facile coltivazione e raccolta che hanno sostituito quasi del tutto quelli antichi. E tutto questo è accaduto non nell’arco di secoli, bensì di decenni . 
Oggi spenderò qualche riflessione su una tipologia di fagiolo che fino a pochi decenni addietro era la più richiesta e quindi la più costosa nel mercato vastese di primavera di frutta e verdura in Piazza Barbacani prima e  Santa Chiara poi (dal 1958). 
Mi riferisco al fagiolo chiamato “Suocera e Nuora”, da non confondere con il fagiolo “a corallo”, molto simile, ma di gran lunga meno saporito. Un fagiolo che si coltiva “a cambrette”, ovvero con tutori di canne: una tipologia di coltivazione che richiede tempo e bravura.
Un tempo questa varietà era diffusa in diversi contesti regionali e nazionali. Oggi lo troviamo ancora in piccole quantità e in poche aree ristrette. 
In Abruzzo questo fagiolo, che si caratterizza per la dicromia dei semi, lo troviamo, oltre a Vasto, nella vallata del Sangro e in alcune aree ai piedi del versante orientale del Gran Sasso (Farindola). 
Nella vallata del Sangro si possono trovare anche due subvarietà del fagiolo “Suocera e Nuora”: una diffusa nella zona pianeggiante di Atessa, Altino e Casoli (in passato anche a Gessopalena) con il tegumento dei semi di una colorazione distinta marrone e bianca: l’altra che si caratterizza per una netta bicromia nera e bianca viene coltivata ancora nelle campagne montuose di Pizzoferrato. Queste subvarietà hanno un sapore particolare, ed il seme, anche dopo la cottura tende a rimanere sodo. 

Tradizionalmente questo fagiolo non viene consumato tenero, con il baccello, ma bollito nelle minestre con la pasta (le sagnitelle) o con codiche di maiale.

A Vasto i fagioli “Suocera e Nuora” si consumano, ancora teneri, con il baccello e vengono cotti con pomodoro, aglio, peperone, prezzemolo, basilico e olio q.b. Una minestra eccellente, tipicamente estiva e, una volta, di largo consumo.

Nicolangelo D’Adamo

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