di Michele Molino
Pierino Lavacca, il calzolaio più anziano di San Salvo è conosciuto da tutti. Alla
soglia degli 83 anni continua instancabilmente a riparare le scarpe in uno stanzino
attiguo alla sua casa, le cui pareti sono tappezzate di fotografie in bianco e nero, che
ricordano gli anni felici della sua giovinezza.
Pierino, originario di Trani, si rifiutò di
frequentare la scuola, per cui il padre lo mandò a 7 anni nella bottega di un
maestro calzolaio, per avviarlo al mestiere. Dopo molti anni fu assunto con il
contratto di apprendistato. A 18 anni aprì una sua bottega. Nel 1972 si trasferì in un
rinomato calzaturificio di Roma dove perfezionò ulteriormente la tecnica. Dopo
circa un anno tornò a lavorare nella bottega del suo valente capo mastro calzolaio
di Trani.
Una mattina, mentre consumava un caffè all’ esterno di un bar, vide passare
un folto gruppo di pellegrini, che procedeva lentamente verso la Basilica di San
Nicola di Bari. Rimase affascinato dalla semplicità e dalla grazia di una fanciulla nel
gruppo. Si avvicinò all’accompagnatore e gli chiese da quale luogo veniva la
comitiva e il nome della ragazza. Avuta la risposta, tornò a sedersi. Il gruppo
proveniva da San Salvo. Dopo un po' di giorni si organizzò per andare a trovare i
genitori della giovane donna. Corse alla stazione e salì sul treno diretto a San Salvo.
Arrivò un po' prima di mezzogiorno. Non incontrò difficoltà nel rintracciare la casa
della ragazza nascosta tra i vicoli del paese. Seppe, però, da un vecchietto seduto sul
marciapiede, che la mamma della ragazza era andata a raccogliere le olive nel terreno
dislocato in zona Rotella. Per parlare con lei, gli venne l’idea di noleggiare un’auto,
in modo da anticipare di qualche ora il ritorno della donna dal lavoro.
Il colloquio con
la mamma della ragazza fu sincero e a carte scoperte. Pierino le assicurò che aveva
davvero serie intenzioni per sua figlia. Lei prima di dargli risposta, andò a parlare
direttamente con il parroco di Trani, il quale attestò che Pierino era un giovane di
buona famiglia, ben educato, gioviale, onesto, gran lavoratore. In men che non si dica
fu organizzata la festa del fidanzamento. Non molto tempo dopo, Pierino e
Giuseppina si sposarono e nel corso degli anni ebbero sei figli.
Pierino, tutto il
giorno lavorava come netturbino e fino a notte tarda riparava le scarpe vecchie dei
vicini di casa. Da un giorno all’ altro del 1982, la moglie Giuseppina si ammalò
gravemente, al punto che morì in pochi mesi. Pierino rimase distrutto dal dolore per
aver perso la compagna della vita. Mantenere una prole così numerosa non fu
certamente facile per lui. Per non far mancare mai niente ai figli, si immerse nel
lavoro, impegnandosi ancora di più. Per risparmiare mangiò solo pane e pomodoro,
per diversi mesi. Gli fu di aiuto Maria, la sua bambina di 11 anni. Non era passata
una decina d’ anni dalla morte della moglie, quando il figlio Damiano, 16enne, subì
lo stesso destino.
Non si è mai ripreso del tutto.
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